Craig Murray: gli abusi giuridici contro Pavel Durov
Testo originale inglese qui
Traduzione di Leopoldo Salmaso (con omissione del testo dei paragrafi del EUDSA cui l’autore fa riferimento)
La detenzione di Pavel Durov viene presentata come conseguenza dell’EU Digital Services Act (EUDSA o DSA).
Avendo trascorso una giornata intera a studiare il DSA (un compito che non augurerei al mio peggior nemico), non mi sembra che prescriva quello che invece si attribuisce al DSA.
Gli atti dell’UE sono orribilmente densi e complessi e sono pubblicati come “Regolamenti” e “Articoli”. Entrambi coprono esattamente lo stesso argomento, ma ai fini dell’applicazione i “Regolamenti” sono i più importanti, più dettagliati, e sono quelli a cui si fa riferimento di seguito. Gli “Articoli” sono del tutto coerenti con i Regolamenti.
Ad esempio, il Regolamento 20 rende il “servizio intermediario”, in questo caso Telegram, responsabile di attività illegali che utilizzano il suo servizio solo se (Telegram) ha deliberatamente collaborato all’attività illegale. Nello specifico, fornire crittografia o anonimato non si qualifica come collaborazione deliberata ad attività illegali.
Al paragrafo 30, non c’è alcun obbligo generale da parte del fornitore di servizi di monitorare e controllare il contenuto. In effetti è rimarcato che il fornitore non ha alcun obbligo di adottare misure proattive.
Tuttavia, Telegram è obbligata ad agire contro account specifici in seguito a un ordine individuale di un’autorità nazionale riguardante contenuti specifici. Quindi, sebbene non abbia alcun obbligo generale di tracciamento o censura, Telegram deve agire contro contenuti specifici su richiesta delle autorità nazionali (paragrafo 31).
Le autorità nazionali possono richiedere la rimozione dei contenuti, ma solo per “elementi specifici” (paragrafo 51).
Ci sono obblighi extra per le piattaforme online molto ampie, quelle che hanno oltre 45 milioni di utenti all’interno dell’UE. Non si tratta di obblighi extra di monitoraggio sui contenuti, ma piuttosto di obblighi extra per garantire misure di salvaguardia nella progettazione dei loro sistemi (paragrafi 79-84 del Regolamento).
Questo è molto interessante. Vorrei sostenere che, ad esempio, ai sensi dei paragrafi 81 e 84, l’uso sfacciato da parte di Twitter e Facebook di algoritmi che limitano la diffusione o addirittura bloccano contenuti allo scopo di promuovere una narrazione filo-israeliana e limitare i contenuti filo-palestinesi, è stato molto chiaramente una violazione della direttiva sui servizi digitali dell’UE mediante deliberata interferenza con “la libertà di espressione e di informazione, inclusa la libertà dei media e il pluralismo”.
In effetti l’EUDSA è redatto molto chiaramente con l’intento specifico di mettere al bando l’uso di algoritmi per interferire con la libertà di parola e il dibattito pubblico. Ma è ovviamente una grande verità che l’onestà e la neutralità dei servizi di pubblica accusa sono molto più importanti per ciò che accade realmente in qualsiasi sistema di “giustizia” rispetto alle effettive disposizioni della legislazione.
Solo un pazzo si sorprenderebbe del fatto che l’EU Digital Services Act viene strumentalizzato contro Durov, apparentemente per mancanza di cooperazione con i servizi segreti occidentali e per essere un po’ russo, e non viene utilizzato contro Musk o Zuckerberg per aver limitato la portata dei contenuti pro-palestinesi.
Vale anche la pena notare che Telegram non è considerata una piattaforma online molto grande dalla Commissione UE, che finora ha accettato l’affermazione di Telegram secondo cui ha meno di 45 milioni di utenti nell’UE, quindi questi obblighi aggiuntivi non si applicano.
Se consideriamo le accuse contro Durov in Francia, non riesco quindi a vedere come siano compatibili con il Digital Services Act dell’UE.
A meno che non si sia rifiutato di rimuovere o agire su specifici contenuti individuali specificati dalle autorità francesi, o a meno che non abbia creato Telegram con l’intento specifico di facilitare la criminalità organizzata, non vedo come Durov non sia protetto dagli articoli 20 e 30 e da altre garanzie presenti nel EUDSA.
Al contrario, le accuse francesi paiono estremamente generiche e non riferirsi a specifiche comunicazioni.
Questo è un abuso.
Ciò che il DSA non contiene è un obbligo generale di consegnare contenuti non specificati o chiavi di crittografia alle forze di polizia o alle agenzie di sicurezza. Il DSA è anche assai reticente sulla “disinformazione”.
I regolamenti 82 o 83 di cui sopra forniscono ovviamente una base per regolamentare la “disinformazione”, ma la legge si basa sull’affermazione generale piuttosto gradita che le normative per disciplinare ciò che è legale dovrebbero essere le stesse per i servizi di informazione offline come per quelli online.
In conclusione, l’arresto di Pavel Durov sembra essere un abuso piuttosto sfacciato e solo molto debolmente collegato alla base legale che viene addotta come giustificazione. Questo arresto è semplicemente una parte dell’attuale crescente ondata di autoritarismo nelle “democrazie” occidentali.