Ora o mai più.
Siamo circondati, sotto assedio. L’economia reale, già debolissima, rischia il tracollo; il mondo guarda oggi all’Italia come un focolaio del virus in grado di amplificarne a dismisura la diffusione; il turismo verso il Bel Paese rischia il tracollo (basta pensare ai soli turisti cinesi che da soli rappresentano il 2,5% del flusso turistico in Italia); il sistema produttivo italiano è colpito al cuore nelle sue provincie più attive ( Lodi, Cremona, Pavia e Milano) che da sole pesano per il 12% del PIL totale.
Ma i problemi non terminano qui; per tutte le attività, turistiche, ricettive, commercio, manifattura, servizi, una riduzione dei ricavi si tradurrà in un crescente problema nei confronti dei debiti e prestiti contratti col sistema bancario, che a sua volta, vedrà nuovamente crescere il livello delle proprie sofferenze, limitando ancora di più il flusso di prestiti e finanziamenti all’economia reale. Di nuovo rischieremo il collasso del sistema bancario e il conseguente intervento del MES, ovviamente subordinato alle solite demenziali e criminali condizionalità.
Le cifre in gioco sono notevoli e possono essere stimate nell’ordine di decine di miliardi di euro e l’impatto sul PIL potrebbe andare ben oltre la flessione di un punto percentuale oggi stimata.
Siamo quindi stati catapultati come sistema Italia, in meno di 24 ore, in una nuova crisi economica e sanitaria, per molti versi assimilabile a quella del 2007 ed i cui effetti non avevamo ancora superato, visto che il livello del PIL nazionale è ancora oggi, nel 2020, ben il 4% al di sotto del livello pre-crisi.
Si sta quindi innestando un loop distruttivo che, alimentato dal panico, dall’irrazionalità (comprensibile visto il bombardamento mediatico in atto, ma non giustificabile) e dall’immobilismo sostanziale della classe politica, rischia di trascinare il Paese verso l’abisso.
La paura principale della popolazione, che scuote l’anima ed il corpo degli italiani, è sapere che sebbene il Coronavirus non presenti un elevatissimo livello di eventi fatali, la cura di questo richiede trattamenti che il Servizio Sanitario Nazionale, dopo anni di tagli e ridimensionamenti in ossequio ai vincoli esterni, non è in grado di assolvere. In caso di diffusione fuori controllo del virus non vi sarebbero posti letto, medici, infermieri e soprattutto disponibilità nei reparti di terapia intensiva in cui praticare, al bisogno, le cure necessarie per la guarigione.
Al momento la reazione del nostro Governo è praticamente nulla. Anche dalle opposizioni si avanzano proposte che danno chiaramente l’idea del fatto che non si è compresa la dimensione della problematica in atto.
Serve ora, adesso, al nostro Paese una “cura da cavallo”, come lo stesso Conte ha qualche giorno fa espresso. Ma ciò che ancor più necessita, è creare, implementare ed utilizzare gli strumenti idonei a realizzarla.
Ora o mai più.
La reazione di un Governo ad un problema serio, in grado di minare la salute ed il benessere economico di uno Stato, dovrebbe seguire l’esempio della Cina, primo paese da cui è fuoriuscito il virus. Il governo cinese, come primissime misure d’urgenza, ha stanziato più di 50 miliardi di euro per la gestione della crisi sanitaria ed a sostegno alle imprese in difficoltà, costruito ospedali, assunto personale e messo a disposizione le risorse necessarie per affrontare il problema.
Il Governo di Hong Kong, in un periodo tutt’altro che esaltante della sua storia, alle prese con le proteste anti-governative ed un PIL in flessione del 2,9%, ha deciso di aiutare la popolazione distribuendo aiuti direttamente ai cittadini maggiorenni sotto forma di “moneta elettronica”, circa 1.100 euro a testa, sgravi fiscali per le imprese, sostegno alle famiglie per un esborso complessivo di circa 13 miliardi di euro.
https://ftalphaville.ft.com/2020/02/26/1582705518000/Helicopter-money-is-here/
È la prima volta al mondo che in un paese per risolvere una crisi economica, si mette in atto una manovra di Helicopter Money, cioè di creazione di denaro per essere destinato direttamente ai cittadini.
L’UE, nel suo complesso ha destinato all’emergenza sanitaria 280 milioni di euro. Avvilente e mortificante.
Dovrebbe essere chiaro a tutti, che il bene dell’Italia dipenderà solo dall’Italia e da come reagirà a questa crisi.
Moneta Positiva ha proposto un piano per creare moneta da immettere direttamente nel sistema economico reale, per aumentare gli investimenti, fare spesa pubblica, gestire ogni sorta di situazione comprese le emergenze. Questo piano di sviluppo, ben dettagliato, realizzabile immediatamente ed in piena autonomia, lo abbiamo proposto al Governo, al premier Conte ed a tutte le forze politiche.
Il piano si compone di tre semplici soluzioni per uscire dalla crisi, Banche Pubbliche, Sire e Conti di Risparmio, che possono essere perfettamente integrate su una piattaforma elettronica unica, gestita direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
- Utilizzare banche pubbliche come MedioCredito Centrale MCC per aumentare il credito bancario all’economia reale, dando a tutti un conto corrente bancario per ricevere “trasfusioni” di moneta a bassi tassi di interesse che possano restituire buona parte del sangue che abbiamo perso;
- Realizzare un Sistema Integrato di Riduzioni Erariali SIRE, che trasformi le attuali detrazioni fiscali in uno strumento di scambio elettronico, il credito fiscale, che possa generare una crescita economica vera senza aumentare il nostro debito pubblico.
- Istituire dei Conti di Risparmio CdR elettronici e trasferibili, che possano diventare uno strumento di tutela, garanzia e crescita del risparmio degli italiani, ma al contempo permettano allo Stato di evitare i ricatti e le ritorsioni dei mercati finanziari.
Queste soluzioni hanno il pregio di permettere allo Stato di generare le risorse monetarie necessarie per affrontare questa nuova emergenza, nel pieno rispetto dei Trattati Europei, come spiegato nell’articolo precedente https://comedonchisciotte.org/cura-da-cavallo-per-litalia/.
Ora o mai più.
A questo punto bisogna rompere gli indugi e muoversi risolutamente verso l’adozione di un programma di sviluppo strutturale, in grado da poter creare ed immettere nel sistema economico reale moneta per fare spesa ed investimenti e gestire l’emergenza.
Quello che ci aspetta, se non attueremo questa politica di crescita sarà il commissariamento della nostra libertà, la perdita del benessere ed un crescente livello di miseria e caos sociale.
Siamo un Paese economicamente reso fragile da decenni di politiche di deindustrializzazione, delocalizzazioni, privatizzazioni, senza un sistema di banche pubbliche diffuso, senza infrastrutture adeguate, senza ricerca scientifica pubblica, con lavoratori mal pagati e precari che vedono i loro diritti sempre più compressi e con un sistema sanitario sempre più limitato.
Abbiamo basato la nostra crescita sul saldo delle partite correnti per quasi un decennio, ma la storia sta per presentarci il conto. La riduzione del commercio globale già in atto (confermata dal grafico sopra del Baltic Dry Index tornato al livello degli anni 90), subirà una ulteriore accelerazione ed a pagarne le spese saremo noi, cittadini e residenti, famiglie ed imprese.
Speriamo che chi può ascolti questa nostra preghiera e si adoperi per realizzare nel più breve tempo possibile quanto suggerito per impedire che davvero questo meraviglioso Paese divenga l’anticamera dell’inferno.
Non lo merita l’Italia, non lo meritano gli italiani.
© Stefano Di Francesco, Vice-Presidente dell’Associazione Moneta Positiva