Facciamo subito una premessa importante: secondo noi il PIL non misura la qualità della nostra vita e soprattutto non garantisce che l’economia stia andando nella direzione giusta, cioè soddisfare i bisogni individuali e collettivi in modo equo e sostenibile, ed eliminare gli ostacoli economici e sociali che impediscono il pieno sviluppo della persona umana (art.3 della Costituzione).
Come ha detto giustamente Robert Kennedy, in un suo celebre discorso nel 1968, “il PIL misura tutto tranne ciò che rende la vita degna di essere vissuta”.
Purtroppo il PIL aumenta con le guerre, i terremoti, gli incidenti, l’inquinamento, i furti, gli incendi, insomma non è il parametro migliore per misurare la nostra economia, Sarebbe meglio utilizzare il BES, cioè l’insieme di indicatori del Benessere Equo e Sostenibile, perché sarebbe maggiormente in grado di valutare la qualità delle nostre attività economiche.
Ma “facciamo finta che” la crescita del Pil sia un obiettivo auspicabile per la nostra economia e sia importante ottenerlo con un rapporto debito/Pil sostenibile, caratterizzato da un basso valore del Debito rispetto al PIL. Ovviamente anche qui bisognerebbe fare dei distinguo, perché nazioni come il Giappone hanno un rapporto debito/Pil pari al 265% e sono considerate migliori, mentre altre come lo Zimbawe hanno un rapporto debito/Pil pari al 68%, ma sono considerate peggiori.
Visto che comunque il rapporto debito/Pil è uno dei parametri macroeconomici più utilizzati per valutare lo stato di salute di un Paese, proviamo a capire cosa ne influenza il valore.
In un articolo sul suo blog Goofynomics, il Prof. Alberto Bagnai, deputato per la Lega ed anche suo responsabile economico, ci ricorda opportunamente quanto siano state dannose le politiche di austerità dal 2007 ad oggi, perché se avessimo avuto un aumento medio del PIL del 3,7%, il rapporto debito/Pil sarebbe sceso intorno al 100% https://goofynomics.blogspot.com/2023/04/pagateci-i-danni.html.
La sua conclusione è che “è stata l’austerità, cioè l’adesione pedissequa alle “regole” europee, ad averci danneggiato portando a livelli preoccupanti il nostro rapporto debito/Pil”.
Concordiamo sicuramente che è stata l’austerità ad aver danneggiato l’Italia, ma, forse può essere utile analizzare quali strumenti abbiamo, compatibili con le “regole” europee, per fare politiche espansive che migliorino il nostro rapporto debito/PIL.
Oggi l’effetto benefico della crescita economica, può essere ottenuto solo in due modi:
- aumentando la spesa “produttiva” con un alto moltiplicatore economico, ma purtroppo la maggior parte della spesa pubblica è corrente con un basso moltiplicatore;
- aumentando il deficit e quindi anche il debito pubblico, ma questo aumenta anche il numeratore del rapporto Debito/PIL, quindi ne riduce gli effetti.
Insomma, nell’attuale paradigma “non ci sono pasti gratis”.
Se invece cambiamo paradigma, altre strade diventano possibili e sono anche molto più efficaci, come abbiamo provato a consigliare al Governo in questo articolo scritto con Paolo Becchi, che trovate qui https://www.nicolaporro.it/non-solo-la-figuraccia-cosa-non-va-nel-def-del-governo/.
Conti di Risparmio
Attraverso l’utilizzo dei conti di risparmio, possiamo evitare che una parte consistente della spesa per interessi sul debito pubblico finisca ai mercati finanziari (BTP) o all’Unione Europea (PNRR). Infatti sia i conti di risparmio che gli interessi pagati dallo Stato, potrebbero circolare liberamente nell’economia reale italiana, senza la necessità di disinvestire, producendo un aumento del PIL.
In questo modo lo Stato non solo tutela ed incoraggia il risparmio degli italiani, come prevede l’articolo 47 della Costituzione, ma ottiene una monetizzazione parziale del debito pubblico che rende la sua gestione più sostenibile e meno soggetta a condizionamenti esterni.
Credito Fiscale
La soluzione migliore, dal punto di vista del miglioramento del rapporto Debito/PIL, sarebbe quella di utilizzare un credito d’imposta cedibile a tutti infinite volte e riportabile negli anni successivi, che non scade mai, con il quale aumentare la spesa pubblica e conseguentemente anche il PIL, ma senza aumentare il Debito Pubblico.
Questo nuovo strumento è stato addirittura inserito nell’ultimo aggiornamento del Manuale del Deficit e del Debito Pubblico, dove Eurostat ha chiarito le regole contabili con cui devono essere trattati i crediti d’imposta cedibili e riportabili, specificando che devono essere contabilizzati come deficit nel 1° anno, ma non hanno mai alcun impatto sul calcolo del Debito Pubblico.
Quindi è possibile fare spesa pubblica a deficit per investimenti produttivi ad alto moltiplicatore, che produca un consistente aumento del PIL senza generare un aumento del Debito Pubblico.
Forse è anche per questo che il Governo ne ha approfittato. Nella conversione in legge con modifiche del DL n.11/2023, che interrompeva il Superbonus 110%, ha concesso deroghe al divieto di cessione del credito per i terremotati, per gli Istituti Autonomi Case Popolari (IACP), per le Cooperative di abitazione e per le Organizzazioni senza scopo di lucro come ONLUS e APS.
Banca Pubblica
In ultimo anche una banca pubblica come MCC, adeguatamente ampliata sul modello della KFW tedesca, potrebbe aumentare il credito agevolato alle piccole e medie imprese italiane, che in questi ultimi 10 anni fanno sempre più fatica a ricevere prestiti dal settore bancario privato..
Conclusione
Tutte le soluzioni proposte sono concrete e perfettamente realizzabili con le attuali norme europee, e permettono al Governo di evitare i ricatti dei mercati finanziari, della BCE e dell’Unione Europea.
Addirittura possiamo anche utilizzare l’innovazione e la tecnologia per realizzare una piattaforma elettronica integrata in grado di gestire contemporaneamente tutti e tre questi strumenti: i conti correnti fiscali, i conti correnti di risparmio ed i conti correnti bancari nella banca pubblica.
Il funzionamento di questa piattaforma elettronica integrata, che abbiamo chiamato “Conto Italia”, è stato spiegato da Paolo Tintori nel convegno “Un Mondo Positivo” tenuto il 24 marzo 2023 alla Camera dei Deputati.
Come diceva Albert Einstein “non puoi risolvere un problema con le stesse idee che lo hanno generato”.
Fabio Conditi
Presidente di Moneta Positiva