La narrativa che guida le riunioni della BCE nell’ultimo periodo, coincidente con la nuova politica monetaria restrittiva che ha portato i tassi al 3% e continuerà a farli crescere ancora , vede nell’eccesso della crescita dei salari e dunque della domanda, l’origine dell’elevata inflazione.
Per questo motivo, la BCE ha deciso di alzare i tassi per frenare il credito e dunque indirettamente la domanda dei consumatori, colpevoli, a suo dire, di aver innescato una spirale inflazionista.
Inoltre, la narrazione macroeconomica prevalente negli ultimi nove mesi è stata che i forti aumenti dei prezzi, dall’energia al cibo, dai chip per computer ai semilavorati, stavano aumentando i costi di produzione per le aziende nei paesi che compongono la zona euro, riducendone così i profitti.
La realtà che però sta prendendo piede è radicalmente opposta all’idea secondo cui si muove la BCE.
Andiamo per gradi.
Qualche giorno fa, in una riunione riservata a pochi operatori finanziari tenutasi in Finlandia, è emerso che la spirale inflazionista ha prodotto come risultato la crescita record dei profitti delle aziende, anziché una riduzione come previsto dalla BCE.
Diverse slides, come quella seguente, hanno mostrato come la componete inflazione sia dovuta principalmente all’aumento dei profitti aziendali, poi dal livello di tassazione ed infine, per ultimo dall’aumento dei salari.
Insomma la BCE non sembra averci capito ancora una volta assolutamente nulla.
Le aziende di beni di consumo della zona euro, ad esempio, hanno aumentato i margini operativi in media del 10,7% lo scorso anno, un aumento significativo rispetto agli anni precedenti.
Ma nei discordi della Lagarde, nelle minute della BCE, non c’è traccia dei profitti aziendali, non se ne parla mai, mentre si chiede con sempre più insistenza di limitare la crescita dei salari dei lavoratori.
In realtà, i salari sono cresciuti molto più lentamente dell’inflazione, il che implica un calo del 5% del tenore di vita per il dipendente medio nella zona euro rispetto al 2021, secondo i calcoli della BCE.
In Italia , ad esempio, la crescita dei salari non arriva al 2%, mentre l’inflazione è il 10%, con una perdita di potere d’acquisto dell’8%.
In Germania le cose vanno leggermente meglio per i lavoratori, ma la perdita in termini reali è comunque del 5%, come si vede dal grafico seguente.
Per chiarire quindi e riassumere la vera storia sull’inflazione possiamo dire che :
1 – tutto ha inizio con la demenziale politica Green “Fit for 55” dell’estate 2021 che ha innescato un aumento sia del prezzo delle materie prime, dell’energia, che delle quote di emissione di CO2, di cui però nessuno è sembrato accorgersi per mesi e mesi, sebbene gli aumenti di prezzo fossero già significativi;
2- nel febbraio 2022, con l’avvio della campagna militare russa in Ucraina e le sanzioni Tafazzi alla Russia volute dalla UE, il costo dell’energia ha continuato a salire per imprese e famiglie a livelli mai visti in precedenza;
3 –le imprese hanno scaricato quasi totalmente i maggiori costi di produzione sui consumatori attraverso l’aumento dei prezzi e questo ha generato per le stesse imprese profitti record ( ENI, Enel, Stellantis.. solo per citarne alcuni esempi);
4 – i consumatori, lavoratori e le famiglie hanno invece visto nel corso degli ultimi mesi un modestissimo aumento dei salari e per mantenere lo stesso tenore di vita, hanno ridotto significativamente la propria componente di risparmio, crollata nell’ultimo anno;
5 –in aggiunta a tutto questo, le sbagliatissime politiche della BCE di aumento dei tassi stanno penalizzando chi è indebitato, provocando una riduzione del reddito disponibile e quindi dei consumi, che alla fine porteranno ad una contrazione dei profitti aziendali con tutto ciò che ne conseguirà ( aumento scorte, riduzione produzione, riduzione ore lavoro, disoccupazione,….).
Continuando a seguire queste logiche sballate della BCE, non ne usciremo bene e presto anche il debito pubblico italiano verrà messo a dura prova con rendimenti che potrebbero tornare ai livelli del 2011.
Il Governo Meloni farà la fine di quello Berlusconi del 2011?.. si accettano scommesse.
Stefano Di Francesco
Vice-Presidente dell’associazione Moneta Positiva