Il Governo Meloni non deve sottovalutare tutti i nodi che stanno arrivando al pettine dell’economia, perché ambiti apparentemente diversi stanno producendo effetti a catena molto simili che si alimentano a vicenda in modo esponenziale.
Scrutando l’orizzonte, si preannuncia una tempesta perfetta:
1) la BCE seguita ad alzare i tassi d’interesse e ha già cominciato a ridurre il QE, per questo i rendimenti sui Btp italiani si stanno avvicinando pericolosamente al 5% (non guardate solo allo spread che è basso perché anche i rendimenti sui Bund tedeschi si stanno alzando);
3) il blocco del Superbonus e le migliaia di imprese a rischio fallimento per i crediti d’imposta incagliati, arriva proprio mentre l’Unione Europea vara il piano “Fit for 55” con il quale obbliga alla riqualificazione energetica tutto il nostro patrimonio edilizio, uno dei più vecchi d’Europa;
L’azione della BCE ha come obiettivo quello di convincere l’Italia a ratificare il MES, con tutto le disastrose conseguenze che sono già state testate con la Grecia. L’aumento del costo dell’energia e la sostituzione del nostro parco auto, servono ad alimentare l’inflazione e sottrarre risorse alla ricchezza finanziaria degli italiani. Il blocco del Superbonus ed il piano “Fit for 55” servono a far fallire migliaia di piccole e medie imprese e ad acquisire con due spicci il nostro prezioso ed ambito patrimonio edilizio.
Se qualcuno seguita a credere che tutto ciò sia solo frutto del caso e non di interessi economico-finanziari ben precisi che hanno come oggetto il nostro ricco paese … beh, allora speriamo arrivino presto Babbo Natale e Superman a salvarci.
In realtà sarebbe meglio che il Governo adotti urgentemente un piano di emergenza per uscire indenni dalla tempesta in arrivo basato su tre azioni principali: reperire risorse interne, ridurre i costi dell’energia e dell’inflazione e alimentare una crescita economica adeguata.
Reperire risorse interne
Il reperimento delle risorse non può più essere fatto Attrtaverso i mercati finanziari, che non sareanno più generosi ed a basso costo come fino ad oggi. Nella migliore delle ipotesi pagheremo a caro prezzo il rifinanziamento del debito pubblico, nella peggiore rischiamo il default e l’accesso forzato al MES.
Per evitare tutto ciò, serve un nuovo strumento di finanziamento interno, i Conti di Risparmio, che sono un conto corrente gratuito dove i cittadini possano “parcheggiare” i loro risparmi, garantiti dallo Stato, stabili in valore e con un buon rendimento, ma anche utilizzabili come strumento di pagamento senza disinvestire. In questo modo non solo tuteliamo ed incoraggiamo il risparmio degli italiani, ma possiamo anche dirottare queste risorse in investimenti nell’economia reale anziché nei mercati finanziari.
Ridurre i costi dell’energia e dell’inflazione
Una volta messo in sicurezza il nostro debito pubblico, evitando i ricatti dei mercati finanziari, il Governo dovrebbe ridurre i costi dell’energia i modo strutturale, come hanno fatto la Francia e la Germania, che hanno nazionalizzato le loro principali aziende energetiche, Edf e Uniper, e messo un tetto alla formazione dei prezzi nel mercato del gas e dell’energia.
In questo modo si avrebbe anche una riduzione dell’inflazione, almeno per la parte consistente che è cresciuta proprio a causa dell’aumento del costo dell’energia.
Alimentare una crescita economica sostenibile
Infine c’è la vicenda del blocco della cessione del credito d’imposta del Superbonus, che ci dimostra quanto miope sia la visione del Governo Meloni che lo ha bloccato proprio prima dell’attuazione del piano “Fit for 55”, che renderà estremamente onerosa la spesa per l’adeguamento degli immobili degli italiani.
Viene il fondato sospetto che sia una mossa fatta apposta per permettere alle multinazionali degli investimenti immobiliari, di venire a comprare in Italia il nostro pregiato patrimonio edilizio a prezzi di svendita.
La soluzione c’è ed è concreta e realizzabile subito, basta eliminare tutte le modifiche introdotte da Mario Draghi al solo fine di rendere difficoltosa la circolazione dei crediti d’imposta, tanto le sue giustificazioni si sono tutte dimostrate palesemente false:
– i prezzi nell’edilizia non sono triplicati ma sono aumentati in altri paesi più che da noi;
– gli studi di Luiss Business School e Nomisma hanno dimostrato un costo quasi nullo per lo Stato;
– le frodi nel Superbonus erano solo il 3% di quelle presunte.
Per sbloccare tutti i crediti incagliati in mano alle imprese, ma anche per attuare il piano “Fit for 55” in modo sostenibile, si deve utilizzare un credito d’imposta cedibile verso tutti più volte ed avere anche la possibilità di riportare il credito negli anni successivi senza limiti.
Tutto questo, contrariamente a quello che si dice, è chiaramente ammesso dalla nuova versione del Manuale del Deficit e del Debito Pubblico, da poco aggiornata da Eurostat, che ne definisce addirittura le corrette modalità di contabilizzazione.
Con un credito d’imposta circolante senza alcun vincolo, si può anche finanziare la spesa pubblica per investimenti nell’economia reale, senza aumentare il debito pubblico.
Affrontare una tempesta perfetta
L’adozione di un piano di emergenza di questo genere, non garantisce il Governo di uscire indenne dalla tempesta perfetta in arrivo, ma certamente permetterebbe all’Italia di avere gli strumenti per affrontarla nel migliore dei modi possibili, limitando i danni e forse riuscendo anche a trarne un beneficio strutturale.
Della serie ” nullum malum quod prorsus omni utilitate careat”.
Paolo Becchi e Fabio Conditi
1 comment
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