Tutti i governi soffrono di un problema ricorrente: il potere attrae personalità psicopatiche.
Frank Herbert, Dune
di Andrea Halewood
tradotto da Off-Guardian, 15/4/21
Molti di noi vogliono essere guidati. Da bambini cerchiamo i genitori per protezione, per lenire le nostre paure, per sollevarci dalle responsabilità. Da adulti cerchiamo la stessa protezione: vogliamo leader potenti, leader che appaiano senza paura e resilienti.
La nostra cultura narcisistica richiede anche che i nostri leader siano carismatici, sicuri di sé ed eloquenti: vogliamo leader che possano esibirsi sulla scena mondiale.
E così fiduciosamente, di volta in volta, cediamo il nostro potere a quegli individui grandiosi che bramano alte cariche, inconsapevoli che la loro determinazione, la loro pura, ostinata ambizione da asso pigliatutto, il loro fascino superficiale e capacità seduttiva, possono suggerire che molti di loro sono psicologicamente inadatti a questi ruoli.
Questi individui formano un gruppo minoritario psicologicamente distinto; sebbene il loro numero sia limitato, il loro raggio di azione è ampio e la distruzione che possono causare è incommensurabile.
Eppure, mentre le loro bugie e manipolazioni, la loro incoscienza e la loro mancanza di rimorso possono farli sembrare pazzi, la maggior parte non lo è; i più efficienti prosperano in professioni e aziende che apprezzano l’opportunista e lo spietato. La loro “follia” – così com’è – sta nella mancanza di coscienza, nell’assoluta libertà da vincoli etici. Queste anime disturbate e inquietanti sono più appropriatamente definibili come moralmente pazze.
Badate. L’influenza globale di molti di questi individui di alto profilo è in crescita. Insieme stanno elaborando piani grandiosi. Vaccineranno il mondo intero. Bloccheranno il sole. Ricostruiranno “meglio”.
Non immaginiamo che gli psicopatici possano essere politici.
Quindi noi, così come fanno molti bambini maltrattati, chiudiamo gli occhi di fronte alla realtà di ciò che i nostri leader ci chiedono. Quando ci separano dai nostri cari, ci soffocano con mascherine, ci iniettano vaccini sperimentali, ci tolgono le libertà civili, sfasciano la nostra economia, chiudono le nostre scuole, danneggiano i nostri figli e ci rinchiudono “per il nostro bene”, noi giustifichiamo il loro comportamento; accettiamo le loro bugie e i loro tentativi di controllarci. Ci rassicuriamo col fatto che ci tengono al sicuro.
Per essere rassicurati ci rivolgiamo anche ai media – a giornalisti ed “esperti di sanità pubblica” per informarci e guidarci, per tradurre in parole i nostri sentimenti abbozzati, per pensare in vece nostra. Possiamo sospendere il giudizio critico nel desiderio di “notizie” e di “fatti” affidabili. E così trascuriamo gli scandali, gli insabbiamenti, i diversivi e la corruzione; assorbiamo le loro distorsioni e propaganda; i capri espiatori abilmente concepiti per mantenere i nostri odi concentrati altrove e la società divisa. Potremmo non notare la costruzione inarrestabile di un mondo che avvantaggia la classe dei predatori.
Non immaginiamo che gli psicopatici possano essere giornalisti.
Quindi, prestiamo attenzione ai loro avvertimenti sul virus, che concordano con quelli dei nostri leader. Sebbene possano confonderci con le segnalazioni di ‘casi’ e di ‘test positivi’ e di ‘ricoveri’ – con i loro grafici e statistiche e rischi relativi – siamo rassicurati perché il messaggio è semplice: che il vaccino sarà la nostra libertà; che il nostro vaccino è quello sviluppato più in fretta; che il nostro sistema sanitario è il più bello del mondo: applausi!
E, se ci pensiamo, probabilmente crediamo che l’industria farmaceutica sviluppi prodotti che alleviano la sofferenza e salvano vite. Non siamo consapevoli della corruzione istituzionale; i crimini che hanno portato a milioni di morti e reazioni avverse; i miliardi pagati in penali per frode sanitaria; le flagranti distorsioni degli studi medici; le manipolazioni dei processi, le persecuzioni dei dissidenti.
Non immaginiamo che gli psicopatici producano vaccini.
Tutto ciò perché non osiamo immaginare di essere stati intrappolati da un’irresponsabile élite psicopatica che ha sovvertito le nostre democrazie; ha sequestrato e minato le nostre istituzioni; ha causato devastazione economica in tutto il mondo; ha generato una crisi globale della salute mentale che si ripercuoterà per generazioni.
Non osiamo immaginare. E così terrorizzati dalla paura e dalla vergogna e dalla propaganda implacabile, ricadiamo nella ricerca di protezione da parte dei nostri programmatori psicopatici: molto più facile accettare la loro narrativa sui virus, stare al gioco, sottometterci, che riconoscere di essere abusati dai nostri protettori.
Stringendo i ranghi contro gli estranei, ci stringiamo insieme nei nostri recinti virtuali; rinunciamo alla nostra autonomia; ignoriamo la nostra intuizione – la nostra saggezza primitiva ed essenziale – e accettiamo il ruolo sempre più infantile che la patocrazia ha creato per noi. Andiamo dal nostro medico e accettiamo il vaccino e veniamo ricompensati con un adesivo.
E sebbene altri ci avvertano che il sistema dei test è difettoso; che le diagnosi di morte sono registrate in modo errato; che il vaccino non è sicuro; non possono penetrare le nostre difese. Come ci fanno arrabbiare quando disturbano le nostre illusioni! Quando provano ad aprire a forza le nostre palpebre serrate! “Svegliati”, supplicano, ma noi non stiamo dormendo; ‘Pensa!’ urlano, come se non potessimo udire.
Non sanno – e nemmeno noi lo sappiamo – che ci stiamo proteggendo da una minaccia esistenziale più opprimente per noi di qualsiasi virus; che stiamo usando l’unica arma che abbiamo nel nostro misero arsenale: la negazione.
Perché nel profondo, nel più profondo, noi lo sappiamo, lo sappiamo e abbiamo sempre saputo del pericolo in cui ci troviamo, ma abbiamo ignorato gli avvertimenti della nostra bussola interiore, abbiamo ignorato le bandiere rosse e la brutalità e le eclatanti incongruenze.
Ci siamo protetti dall’orrore di riconoscere che siamo impotenti e vulnerabili e totalmente soli in un universo indifferente. E poiché una vita di servitù sembrava preferibile a una di terrore esistenziale, abbiamo collaborato con i nostri oppressori.
Siamo rimasti rassicurati.
1 comment
Stupenda analisi della situazione ; peccato che la CONSAPEVOLEZZA non sia contagiosa.
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