Quando chiedo se in Banca d’Italia sono ignoranti, ovviamente intendo dire “che ignorano”.
Questo perchè la Banca d’Italia ha pubblicato due chiarimenti importanti sui temi monetari, che dimostrano una sua ignoranza “sospetta” su alcune questioni fondamentali
Un chiarimento riguarda l’emissione di moneta scritturale da parte di cittadini, e l’altro l’emissione di moneta fiscale, qui potete trovarli nella versione integrale :
– moneta scritturale https://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/avvisi-pub/creazione-moneta-scritturale/creazione-moneta-scritturale-avviso-pubblico.pdf;
– moneta fiscale https://www.bancaditalia.it/media/views/2017/moneta-fiscale/index.html.
Ora non entro neanche nel merito della moneta scritturale eventualmente emessa da privati cittadini, solo persone dotate di scarsa conoscenza delle questioni monetarie potevano pensare che un cittadino potesse scrivere una mail ad una banca per rimborsare un prestito. In questo caso si tratta di follia assoluta o di malafede.
In realtà i due chiarimenti della Banca d’Italia sono interessanti per le altre questioni che affrontano, riguardanti le monete a corso legale ed eventuali ipotesi di monete fiscali. Vale la pena di sottolineare alcune dichiarazioni sulle monete che sono chiaramente smentite dai Trattati e dalle norme attuali, e che dimostrano sempre di più come si stia cercando di nascondere la realtà dei fatti : la sovranità monetaria e fiscale è ancora dello Stato e non è stata mai ceduta ad alcun altro soggetto, meno che mai al sistema bancario.
Nel primo chiarimento sulla moneta scritturale, la Banca d’Italia nelle premesse fa la seguente affermazione :
“La Banca d’Italia precisa anzitutto che sulla base della normativa internazionale e nazionale, l’unica forma di moneta legale – ossia dotata del potere di estinguere le obbligazioni in denaro – è la moneta emessa dalla Banca Centrale Europea (BCE), …“.
Questa affermazione è falsa, perché in realtà le monete a corso legale che oggi utilizziamo sono due, le banconote e le monete metalliche, e sicuramente quest’ultime sono coniate dagli Stati e non dalla BCE. Infatti l’articolo 11 del Regolamento n. 974/98 del Consiglio Europeo del 3 maggio 1998, relativo all’introduzione dell’euro, afferma in modo chiaro che “A decorrere dal 1° gennaio 2002 gli Stati membri partecipanti coniano monete metalliche denominate in euro o in cent, … dette monete metalliche sono le uniche monete metalliche aventi corso legale in tutti gli Stati membri partecipanti“.
Anche i Trattati all’art.128 comma 2 precisano : “Gli Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con l’approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il volume del conio”.
Ma nessuna norma esclude che gli Stati possano creare altri strumenti monetari a corso legale sul proprio territorio, non essendoci nei Trattati alcun divieto in tal senso. L’unico riferimento al corso legale è nell’art.128 comma 1 che dice in modo chiaro che : “La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione”. Quindi la BCE ha l’esclusiva solo di un tipo di moneta a corso legale, le banconote, che sono da sempre appannaggio del sistema bancario e quindi mai di uno Stato.
Nel secondo articolo sulle monete fiscali, Bankitalia smentisce il primo chiarimento e ci dà ragione :
“Sotto il profilo giuridico, il circolante (banconote e monete) è l’unica moneta con corso legale utilizzata da famiglie e imprese all’interno del territorio di uno stato o, come nel caso dell’euro, all’interno del territorio degli stati che si sono impegnati all’utilizzo di una moneta comune sulla base di un trattato” e poi conferma che “Nell’unione monetaria hanno titolo a emettere banconote in euro la Banca Centrale Europea (BCE) e le Banche Centrali Nazionali (BCN) dei paesi partecipanti. L’emissione delle monete in euro è di competenza degli Stati membri dell’unione monetaria, secondo quantità determinate dalla BCE”.
Queste affermazioni confermano quanto abbiamo già dimostrato, che le monete a corso legale in circolazione sono oggi di due tipi, le monete metalliche di competenza degli Stati e le banconote di competenza della BCE e delle BCN. Ma non specifica se queste sono le uniche due monete a corso legale possibili in base ai Trattati Europei che abbiamo firmato.
Prosegue subito dopo nel secondo chiarimento con questa affermazione completamente falsa e smentita proprio degli articoli cui essa fa riferimento :
“La moneta fiscale non potrebbe avere corso legale; il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (art. 128) e il Regolamento EC/974/98 (art. 2, 10 e 11) stabiliscono, infatti, che le banconote e le monete metalliche in euro sono le uniche con corso legale nell’unione monetaria“.
Qui siamo al paradossale, la Banca d’Italia afferma che le uniche monete a corso legale sono quelle metalliche e le banconote, mentre l’art.128 dei Trattati di dice solamente che le uniche banconote a corso legale sono quelle emesse dalla BCE e dalle BCN, e che le monete metalliche sono emesse dagli Stati, ma non si dice niente in merito alla possibilità che si possano creare altre tipologie di monete a corso legale.
Anzi, se questi sono gli unici articoli a sostegno di questa tesi, quei riferimenti dimostrano esattamente il contrario, e cioè che gli Stati hanno ancora la possibilità di creare altri strumenti a corso legale che hanno validità sul proprio territorio e che non rientrano minimamente tra le competenze della BCE.
Sono infatti legati alla sovranità monetaria che lo Stato esprime oggi solo con le monete metalliche, ma che potrebbe un domani, se ci fosse la volontà politica, esprimere attraverso biglietti di stato, moneta elettronica, moneta virtuale utilizzando la tecnologia Blockchain.
Oppure se decidesse di tornare ad accettare in pagamento delle tasse il grano o il sale, come avveniva tre, quattro mila anni fa, può sempre farlo, perché il diritto ed il potere di dichiarare un qualsiasi strumento di scambio “a corso legale” è una delle prerogative dello Stato, e non delle banche.
Tant’è che nel secondo chiarimento la Banca d’Italia parla anche della moneta elettronica bancaria che usiamo attualmente, dichiarando in modo chiaro che “Nel portare a termine una transazione pecuniaria famiglie e imprese possono utilizzare oltre alla moneta con corso legale anche mezzi di pagamento privati, definiti e regolati da accordi tra le parti. I depositi bancari a vista, ad esempio, sebbene privi di corso legale costituiscono un mezzo di pagamento molto diffuso poiché il depositante può chiederne la conversione in moneta legale al valore nominale pieno in qualsiasi momento”.
In definitiva è lo Stato che decide quali sono gli strumenti monetari a “corso legale”, permettendo inoltre la circolazione anche di altri mezzi di pagamento privi di corso legale, che siano ad accettazione volontaria, come già avviene per la moneta elettronica bancaria.
Quindi non solo lo Stato può creare uno strumento di qualsiasi genere che ha valore a corso legale sul proprio territorio, ma a maggior ragione può emettere una moneta fiscale che non sia a corso legale, ma diventi un mezzo di pagamento molto diffuso perché lo Stato lo accetta per la riduzione delle tasse che dobbiamo sempre e comunque pagare.
Sul fatto che queste monete fiscali non abbiano nulla a che vedere con il calcolo del debito pubblico, basta analizzare come vengono considerate tutte le riduzioni fiscali che lo Stato già oggi “assegna” ai cittadini ed alle aziende, come le agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, per le riqualificazioni energetiche e per gli adeguamenti sismici, che da anni sono assegnati senza che debbano essere considerati nel calcolo del debito pubblico.
L’unica differenza di queste riduzioni fiscali rispetto alle monete fiscali, sarebbe la loro trasferibilità ad altri soggetti prima del loro utilizzo finale, senza alcuna conseguenza negativa per lo Stato, che anzi beneficerebbe prima della scadenza di un aumento delle entrate fiscali per effetto dell’aumento degli scambi di beni e servizi.
Sulla contestazione della opinione di Banca d’Italia sulle monete fiscali, si sono espressi anche altri esperti economici come Marco Cattaneo, Enrico Grazzini ed altri, che hanno pubblicato su Micromega le loro argomentazioni sulle quali in linea di massima concordo anche se noi proponiamo una moneta fiscale che permette di evitare alla radice le critiche di Banca d’Italia, anche se comunque sono ingiustificate. http://temi.repubblica.it/micromega-online/moneta-fiscale-le-bugie-di-bankitalia/
La nostra proposta di istituire un SIstema di Riduzioni Erariali centralizzato ed elettronico, detto SIRE, gestito direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, permette di chiarire questi aspetti, perché è davvero uno strumento di riduzione delle tasse, come le agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie. Solo che è anche utilizzabile come mezzo di pagamento negli scambi, così come già avviene per la moneta elettronica bancaria, attraverso strumenti elettronici simili tipo le carte di credito fiscali ed i bonifici fiscali.
Se accettiamo la moneta elettronica bancaria, con tutti i rischi connessi al bail-in ed alla instabilità del sistema bancario attuale, non vedo perché i cittadini e le aziende non dovrebbero più volentieri accettare uno strumento di pagamento che ha le seguenti caratteristiche :
– ha un valore certo dato dalla certezza dell’accettazione per il pagamento delle tasse;
– è accettato da tutti in Italia perché tutti abbiamo delle tasse da pagare;
– non è soggetto ad alcun bail-in perché è garantito dallo Stato;
– è di proprietà del titolare del conto fiscale;
– non produce debito pubblico né privato;
– è di facile utilizzo perché elettronico.
Per approfondimenti sul SIRE potete consultare il nostro sito
http://fabioconditi.blogspot.com/p/proposta-sire.html
Cari funzionari della Banca d’Italia, preoccupatevi delle questioni che vi riguardano, visti i cattivi risultati che avete ottenuto in questi ultimi anni, e lasciate allo Stato il compito di giudicare cosa è meglio fare nell’interesse dei propri cittadini e delle proprie aziende.
La moneta dovrà essere di proprietà dei cittadini e libera dal debito.
Fabio Conditi
Presidente dell’Associazione Moneta Positiva