Se vogliamo cancellare, consolidare o sterilizzare il debito pubblico, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Lasciate perdere i complici del potere bancario e finanziario, o l’1% della popolazione più ricca che non vuole perdere i propri privilegi. Non ascoltate i cosiddetti esperti economici neoliberisti che poveretti, non ce la possono fare, sono anni che non vedono e non vogliono vedere un elefante nella stanza, figuriamoci se possono capire come si affronta il problema del debito pubblico. Per intenderci, l’elefante nella stanza è che le politiche di austerity non migliorano la situazione economica, ma possono solo peggiorarla, come è stato dimostrato negli ultimi 10 anni scellerati !
Tutta questa gente è la causa dell’attuale situazione economica e farà di tutto per non cambiarla.
Chiariamo subito un concetto fondamentale, lo Stato, che siamo tutti noi, è l’unico soggetto in grado di creare moneta, quindi il debito pubblico non è mai un problema se decide di utilizzare la propria sovranità monetaria e fiscale, che non sono mai state cedute e mai lo potranno essere finchè ci sarà la nostra Costituzione a proteggerci (approfondimenti nei miei articoli precedenti https://comedonchisciotte.org/?s=Fabio+Conditi).
Il Debito Pubblico è un problema solo per una nazione che non ha sufficienti risorse, nè una adeguata capacità produttiva, e deve quindi importare dall’estero tutto ciò di cui ha bisogno, senza poter esportare abbastanza da compensare le importazioni.
Ma questo fortunatamente non è il nostro problema. Noi siamo uno dei paesi più ricchi al mondo, non dimentichiamolo mai.
Siamo solo poveri di “comprendonio”, quella particolare sostanza detta “materia grigia”, che se utilizzata correttamente ti permette di capire come stanno realmente le cose e di scoprire le falsità che ci raccontano.
Il Contratto M5S-Lega negli aspetti economici e monetari
Guardiamo con serenità ed onestà intellettuale il Contratto M5S-Lega almeno per la parte economica e monetaria. E’ sicuramente positivo il fatto che ha scatenato una generale levata di scudi da parte di tutti quelli che sono a favore dell’attuale sistema, con crisi isteriche sulla proposta di cancellare il debito pubblico per 250 mld di euro, che è stata eliminata nella stesura finale ma può essere sempre ripresa nei modi che riepilogo in questo articolo.
In realtà questo contratto è un abile compromesso tra il desiderio di cambiare radicalmente le politiche economiche (da neoliberiste ad espansive) e la necessità di ricevere l’OK da parte delle istituzioni attuali, Presidente della Repubblica in primis. Pensare di poter fare un governo smaccatamente contro l’Euro e l’Europa è francamente ingenuo e poco realistico.
Come dico da anni ormai in tutti i convegni che faccio e in tutti gli articoli che scrivo, bisogna partire dall’interpretazione autentica dei Trattati Europei per rivendicare gli obiettivi previsti dall’art.3 comma 3 del TUE (andatevelo a leggere e non vi fidate di chi lo “interpreta”!), e questo è ben specificato nella prima frase del punto n.29 del contratto. Perchè prima di tutto è necessario individuare le responsabilità di una interpretazione delle norme autentica, che invece fino ad oggi è stata travisata a favore solo di banche e mercati finanziari, mai citati tra gli obiettivi dall’Unione Europea.
Ma soprattutto va considerato che più del 90% del denaro che utilizziamo viene generato dal sistema bancari privato e non certo dalla BCE, quindi bisogna che lo Stato ritorni ad essere protagonista “monetario” con un sistema di banche pubbliche. Nel Contratto si inizia con una Banca degli Investimenti e probabilmente con la nazionalizzazione di MPS, e questi sono sicuramente dei notevoli passi in avanti (punto n.5 pag.13).
Poi bisognerà ricominciare ad usare la sovranità monetaria e fiscale che lo Stato ha ancora e mi sembra che i Minibot o “titoli di stato di piccolo taglio” (punto n.11 pag.21) siano un piccolo ma buon inizio. Ma il problema principale rimane il debito pubblico.
Il problema del debito pubblico
Timidamente e forse non molto convinti, M5S e Lega hanno provato ad inserire nel loro contratto la proposta di cancellare 250 mld di euro di Debito Pubblico, ma sono stati subissati di critiche ed hanno preferito eliminarla nella stesura finale. https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/associazionerousseau/documenti/contratto_governo.pdf
Apriti cielo ! Il Debito Pubblico è come un dogma, non si tocca, deve essere solo ripagato con lacrime e sangue … le nostre ovviamente !
M5S e Lega hanno forse perso una occasione di fare subito chiarezza, ma ci sarà tempo e modo nel futuro Governo, quindi in uno spirito di collaborazione costruttiva, vediamo di analizzare a fondo il problema.
L’Italia ha un Debito Pubblico di 2.300 mld di euro, pari ad un rapporto Debito/PIL del 130%.
La quantità totale di moneta in circolazione in Italia non arriva a quella cifra, quindi in Italia non c’è sufficiente moneta per rimborsare quel debito, questo è un fatto matematico, dobbiamo farcene una ragione. Senza considerare il debito privato che è ancora più grande e più pericoloso, ma rimaniamo sull’argomento di questo articolo.
Come si fa allora a cancellare, consolidare o sterilizzare il debito pubblico ? Vediamo una alla volta le soluzioni concrete e realizzabili che sono attualmente possibili.
1) Stampare soldi per cancellare il debito pubblico
Come si cancella un debito privato di una famiglia ? Semplicemente ripagandolo con soldi che la famiglia riesce a risparmiare.
Come si cancella un debito pubblico di uno Stato ? Se lo Stato fosse come una famiglia, lo ripagherebbe con la differenza tra le tasse che riceve e le spese che immette nell’economia, ma questo provocherebbe un aggravamento della situazione di crisi perchè toglie dall’economia più soldi di quelli che mette. Visto che lo Stato non è come una famiglia, perchè può crearlo il denaro, allora il modo più semplice di risolvere il problema è stampare soldi.
Lo Stato che abbia questa volontà politica, ha a disposizione uno strumento che non è vietato dai Trattati Europei e che non crea alcun problema di politiche monetarie, anzi risolve l’incertezza che tutti hanno al solo pensiero che Mario Draghi interrompa il Quantitative Easing.
La BCE negli ultimi anni ha creato più di 2.400 mld di euro con il QE che sono stati “prestati” alle Banche Centrali Nazionali per comprare Titoli di Stato, ad esempio la Banca d’Italia fino ad oggi ne ha acquistati e quindi ne detiene più di 360 mld di euro.
Qual’è il problema ? Questi titoli di stato hanno una scadenza, per la quale lo Stato deve continuamente rimborsare queste cifre alla sua Banca d’Italia, la quale è per questo costretta a ricomprare altri titoli, sempre dello Stato, ma detenuti dai mercati finanziari (a causa del divieto dell’art.123 del TFUE), che quindi guadagnano enormemente da questa “intermediazione finanziaria”.
Visto che la BCE ha stabilito che comunque il debito detenuto dalle Banche Centrali nazionali deve essere mantenuto invariato ed anzi seguita ad aumentare ogni mese con il QE mensile, tanto vale allora che lo Stato emetta “biglietti di stato” alla scadenza dei titoli, che quindi non hanno scadenza e non devono essere restituiti. In questo modo quella parte di debito pubblico viene cancellato e non esiste più.
I biglietti di stato sono l’equivalente delle monete metalliche, che sono di competenza esclusiva dello Stato, per cui non sono vietati dai Trattati Europei perchè non rientrano all’interno dei poteri della BCE (vedere art.128 del TFUE che assegna alla BCE solo l’esclusiva dell’emissione di banconote e l’approvazione del volume di conio). Nel passato venivano comunque inseriti nel bilancio dello Stato al passivo perchè il denaro aveva un qualche legame con le riserve auree, ma oggi che la moneta è completamente “fiat”, potrebbero tranquillamente essere considerati un attivo del bilancio dello Stato.
Tra l’altro i biglietti di stato non influirebbero sulla quantità di moneta in circolazione e quindi sulle politiche monetarie, perchè è solo un fatto contabile interno tra lo Stato e la sua Banca d’Italia, che come sappiamo, è ancora una istituzione di diritto pubblico.
2) Consolidare il debito pubblico detenuto da Banca d’Italia
Il debito pubblico detenuto dalla Banca d’Italia può essere “consolidato”, cioè convertito in “debito irredimibile” , in modo che non debba mai più essere restituito il capitale. La rendita annua di questo debito irredimibile può anche essere “convertita” a rendita nulla, considerato che Bankitalia è una istituzione di diritto pubblico che svolge questa funzione in nome e per conto dello Stato.
Comunque anche rimanessero gli interessi, sarebbe solo una partita di giro, visto che sarebbero corrisposti dallo Stato a Banca d’Italia e quindi concorrerebbero al suo utile, che verrebbe comunque alla fine girato allo Stato.
In questo modo questa parte di debito pubblico, non pptrebbe più essere considerato tale perchè nel bilancio consolidato dello Stato dovrebbe essere cancellato come fa già oggi ad esempio lo Stato Inglese nel suo (questo fatto è spiegato chiaramente in questo articolo sul Bilancio Consolidato Inglese e sulla cancellazione del debito pubblico detenuto dalla Bank of England http://www.taxresearch.org.uk/Blog/2015/08/05/qe-does-cancel-government-debt-its-own-accounts-prove-the-point/).
Questa soluzione è forse quella più “politically correct” perchè stabilizza il sistema attuale evitando la finzione del rimborso dei titoli in scadenza che costringe al loro continuo riacquisto sui mercati finanziari da parte della Banca d’Italia.
3) Eliminazione dei Titoli di Stato detenuti da Banca d’Italia
Come affermato dalla BCE nel documento n.169 dell’aprile 2016, dal titolo “Profit distribution and loss coverage rules for central banks“, nota n.7 a pagina 14, le Banche Centrali “sono protette contro l’insolvenza a causa della loro capacità di creare denaro e possono perciò operare con patrimonio netto negativo“.
Con il Quantitative Easing quello che accade da un punto di vista contabile può essere sintetizzato in questo modo:
- la BCE crea denaro elettronico dal nulla nel suo passivo (riserve) e all’attivo segna un credito nei confronti della Banca d’Italia;
- la Banca d’Italia segna un debito nei confronti della BCE nel suo passivo e segna le riserve della BCE nel suo attivo;
- con le riserve nel suo attivo acquista Titoli di Stato sui mercati finanziari, che vengono iscritti all’attivo del suo bilancio al posto delle riserve.
Cosa succede se si decide di eliminare i Titoli di Stato senza rimborsarli ? Accade che sparisce la voce nell’attivo del bilancio della Banca d’Italia pur rimanendo la voce nel passivo, per cui si dice che la Banca d’Italia a quel punto “opera in regime di patrimonio netto negativo“.
E’ una possibilità contemplata dalle norme e già accaduta ad alcune altre banche centrali al mondo, ma ritengo siano preferibili le soluzioni precedenti che mantengono il patrimonio netto a zero attraverso l’intervento dello Stato.
4) Acquisto del debito pubblico da parte di banche pubbliche
Individuazione di un “intermediario finanziario” di proprietà dello Stato, cioè una Banca Pubblica che faccia come le banche private, che ricevono prestiti dalla BCE a tasso negativo dello 0,40%, e comprano titoli di Stato ad un tasso d’interesse maggiore diciamo del 1-2%, guadagnando sulla differenza e gravando sui conti dello Stato. Questo perchè la BCE non può prestare direttamente allo Stato, per l’art.123 del TFUE, ma può prestare alle banche pubbliche.
Se lo Stato avesse una banca pubblica che acquista titoli di Stato con i prestiti della BCE, come fanno la Germania con la KFW o la Francia con la BPI, pagherebbe gli interessi a se stesso. Abbiamo chiesto un parere esplicito alla BCE anni fa, che ci ha risposto confermando che è possibile ed ha anche sottolineato chiaramente che le banche pubbliche svolgono una funzione importante per l’economia.
Quindi attraverso le banche pubbliche si può acquistare una parte del debito pubblico e quindi ridurre i costi per gli interessi e calmierare eventuali speculazioni finanziarie. La trasformazione di Cassa Depositi e Prestiti o l’individuazione di una nuova banca per gli Investimenti è tra le soluzioni previste dal M5S e potrà avere anche questa funzione importante.
5) Dichiarare i titoli di stato validi per il pagamento delle tasse alla scadenza
Abbiamo accennato alla possibilità che i titoli di stato siano “sensibili” alle speculazioni finanziarie che determinano l’aumento dello Spread, come è avvenuto nel 2011 durante il Governo Berlusconi e come accade tutte le volte che i “mercati finanziari” vogliono condizionare le scelte politiche di uno Stato. Questo fatto comporta in genere un aumento del costo per gli interessi dovuto al fatto che i mercati finanziari non si fidano che lo Stato possa rimborsare i titoli alla scadenza.
Per evitare questi ricatti, basta dichiarare i titoli di stato sono validi alla scadenza per il pagamento delle tasse, in questo modo perde significato la possibilità che lo Stato non abbia i soldi per rimborsarli perchè comunque possono essere utilizzati per il pagamento delle tasse al valore nominale.
Questa soluzione è stata in parte adottata dalla Lega quando ha proposto i Minibot a valenza fiscale, perchè in questo modo diventerebbero uno strumento di scambio simile alla moneta e senza la possibilità che perdano il loro valore nominale.
Conclusioni sul debito pubblico
Il debito pubblico è causato dal fatto che utilizziamo una moneta a debito creata dal sistema bancario privato attraverso i prestiti ed il pagamento degli interessi. Se lo Stato stampasse soldi questo problema non ci sarebbe o sarebbe fortemente circoscritto alla volontà di emettere titoli di stato per tutelare il risparmio degli italiani, e non certo per finanziare la spesa pubblica.
Ma comunque, anche nella situazione attuale con una moneta a debito, il debito pubblico non è mai un problema per uno Stato come il nostro che ha ancora la sovranità monetaria e fiscale, ma deve ricominciare ad utilizzarle per fare politiche economiche a sostegno dei cittadini e delle aziende, rispettando non solo la nostra Costituzione, ma anche gli obiettivi dei Trattati Europei, che ricordo a tutti prevedono all’art.3 comma 3 del TUE : “L’Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. … Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri.”
Fabio Conditi
Presidente dell’associazione Moneta Positiva