Quando si parla di individuare le cause della crisi economica si fa sempre una grande confusione, perché molti economisti mainstream hanno la tendenza a paragonare l’Italia a paesi come il Venezuela, l’Argentina o addirittura lo Zimbawe.
Non me ne vogliano questi paesi, ma l’Italia è uno dei paesi più ricchi al mondo in termini di risorse umane, materiali, artistiche, culturali e ambientali, e soprattutto una grande capacità produttiva.
Lo dimostra da anni il fatto che, nonostante il perdurare della crisi economica, siamo ancora in grado di esportare in tutto il mondo ed abbiamo la bilancia commerciale in attivo, cioè le nostre esportazioni superano sempre le importazioni.
Quindi, cari esperti economici mainstream, se proprio volete paragonarci ad altri paesi, fatelo con chi ha le nostre caratteristiche, con paesi che come noi hanno la bilancia commerciale in attivo.
Qui a fianco trovate la classifica dei migliori al mondo nel 2019, e l’Italia è 5° dopo la Cina, la Germania, il Giappone e la Corea del Sud. Ma se facciamo il rapporto tra il Surplus commerciale e la popolazione di questi paesi, siamo addirittura 3° dopo la Germania e la Corea del Sud. Alla faccia di chi crede che abbiamo bisogno di “riforme strutturali” per essere competitivi nel mondo. https://www.eteaminternational.it/litalia-e-seconda-in-europa-per-saldo-commerciale-positivo-con-lestero/
Quindi vediamo ora quali sono le cause della crisi economica che abbiamo in Italia da tanti anni, nonostante siamo ancora in grado di competere in tutto il mondo con il nostro Made in Italy.
Le cause della crisi economica
Abbiamo visto che l’economia reale senza moneta o con scarsità monetaria va in recessione, perché anche se produci molto e sei competitivo, ma sei costretto a licenziare, il risultato è che non circola sufficiente denaro nell’economia reale per acquistare beni e servizi.
In sostanza si riduce la domanda interna, cioè l’insieme costituito dai consumi e investimenti privati e pubblici, che unito alle disastrose politiche di austerity, finisce per innescare un circolo vizioso che aggrava la crisi economica e peggiora la qualità della vita di tutti noi.
La maggior parte della moneta che usiamo proviene dal sistema bancario, che in Italia è privato e in larga parte in mano a stranieri, per cui non hanno interesse a prestare alla piccola e media impresa italiana, perché preferiscono impiegare i soldi che creano nelle bolle immobiliari e nelle speculazioni finanziarie.
Quindi un problema è che più del 99,7% del denaro che usiamo proviene dal sistema bancario e ci viene prestato con gli interessi, quindi genera un debito pubblico e privato matematicamente inestinguibile che cresce in modo esponenziale con gli interessi.
Ma il problema è ingigantito dal fatto che solo il 10% di tutto il denaro creato dalle banche, finisce alle imprese dell’economia reale, mentre la restante maggior parte viene utilizzata per acquistare immobili e fare speculazioni sui mercati, soprattutto con l’acquisto di titoli e prodotti finanziari.
In questo modo i mercati finanziari stanno vivendo da anni una crescita fantastica che arricchisce meno dell’1% della popolazione mondiale, mentre l’economia reale è sempre più in difficoltà.
L’economia serve a soddisfare i bisogni
Le rivoluzioni industriali, tecnologiche ed informatiche, hanno aumentato notevolmente la nostra capacità di produrre beni e servizi, ma soprattutto anche migliorato anche la nostra reale possibilità di distribuirli in tutto il mondo in poco tempo e con limitate risorse.
Se torniamo alla definizione originaria dell’economia, che dovrebbe essere “l’organizzazione dell’utilizzo di risorse scarse (limitate o finite), quando attuata al fine di soddisfare al meglio bisogni individuali o collettivi”, allora non possiamo non rilevare che oggi le nostre capacità in questo senso sono notevolmente cresciute e le macchine potrebbero lavorare al posto nostro.
In sostanza potremmo potenzialmente lavorare tutti la metà del tempo, ma in realtà siamo costretti a lavorare in pochi e molto, perché viviamo contemporaneamente in un regime di scarsità monetaria nell’economia reale, indotta da chi oggi ha il potere di creare praticamente tutto il denaro che usiamo, cioè il sistema bancario con i prestiti e gli interessi.
Lavorare meno per lavorare tutti
Nel 1930 John Maynard Keynes, probabilmente il più influente economista del secolo scorso, scriveva che nell’arco di cento anni la ricchezza disponibile sarebbe quadruplicata e allo stesso tempo la settimana lavorativa si sarebbe progressivamente ridotta fino ad arrivare a 15 ore, consentendo così alle persone di avere tempo per le passioni, il tempo libero e la salute.
Al 2030 manca ormai poco e se è vero che le previsioni keynesiane si sono ampiamente avverate per quanto riguarda la ricchezza complessiva degli stati occidentali, già oggi di cinque volte superiore rispetto al 1930, lo stesso non si può certo dire riguardo all’orario di lavoro.
Ma abbiamo ancora 10 anni a disposizione per far in modo che la previsione di Keynes si avveri, dobbiamo però superare lo scoglio che Keynes non poteva prevedere a quel tempo e che invece si è manifestato negli ultimi anni, il trasferimento di fatto del potere di creare il denaro dallo Stato al sistema bancario privato che oggi costituisce un oligopolio assoluto in questo campo.
In realtà lo Stato non ha mai perso il potere di creare denaro, ma ha praticamente smesso di farlo, demandando al sistema bancario ciò che potrebbe tranquillamente fare da sé, anche con l’utilizzo degli strumenti innovativi e tecnologici che oggi ha a disposizione.
La creazione del denaro oggi è ancora legata allo Stato
Se analizziamo tutto il processo che oggi permette la creazione del denaro, ci accorgiamo che in realtà tutto ha origine sempre e solo dallo Stato. Vediamo come viene creato oggi tutto il denaro che usiamo:
- le monete metalliche sono coniate dagli Stato direttamente e sono una moneta a corso legale come anche le banconote;
- le banconote sono emesse dalla BCE per concessione degli Stati, che però hanno diritto a riscuoterne il signoraggio, ma sono poi prestate al sistema bancario che le utilizza per creare la moneta elettronica bancaria;
- la BCE crea riserve per prestare denaro elettronico alle banche con i TLTRO, cioè Targeted Longer-Term Refinancing Operations, ma chiedono in garanzia titoli di stato acquistati sui mercati finanziari;
- la BCE crea anche altre riserve con il QE, cioè il Quantitative Easing, per far acquistare con denaro elettronico alle Banche Centrali Nazionali, titoli di stato sui mercati finanziari.
In definitiva tutto il denaro creato dal sistema bancario costituito da Banche Centrali e Banche Commerciali, deriva direttamente o indirettamente dallo Stato, perché da lui autorizzato, come nel caso della moneta a corso legale, o da lui garantito, come nel caso della moneta elettronica garantita dall’emissione di titoli di stato con il TLTRO o il QE.
Thomas Edison sulla moneta e sui titoli di stato
Come affermava Thomas Edison sul New York Times del 6 dicembre 1921:
“È assurdo dire che il nostro paese può emettere $30 milioni in titoli e non $30 milioni in valuta. Entrambe sono promesse di pagamento, ma una ingrassa gli usurai e l’altra aiuta la popolazione. Se la valuta emessa dal Governo non fosse valida allora non sarebbero validi neanche i titoli di debito. Quando il Governo, per incrementare il benessere dalla nazione, si deve indebitare e sopportare il rovinoso pagamento di interessi a vantaggio di uomini che controllano il valore fittizio dell’oro, si viene a creare una situazione terribile”
Oggi la situazione rispetto al 1921 è completamente cambiata, il valore della moneta non è più legato all’oro, ma noi seguitiamo a ragionare come se lo fosse, e lo Stato seguita a farsi prestare il denaro dai mercati finanziari anziché crearselo da sé come è nel suo potere e nel suo diritto sacrosanto.
In conclusione, se vogliamo affrontare le cause dell’attuale crisi, dobbiamo cambiare paradigma ed usare nuove soluzioni che la tecnologia oggi ci permette, in modo da immettere una quantità di denaro maggiore all’interno dell’economia reale e tendere all’obiettivo della piena occupazione e del progresso sociale, come prevedono sia la nostra Costituzione all’art. 1 e 3, ma anche i Trattati Europei all’art. 3 del TUE.
Questo articolo rappresenta il 4° passo nel percorso di consapevolezza, in questo video spieghiamo con semplici slides come viene creato oggi il denaro e perché è scarso nell’economia reale, individuando le vere cause della crisi economica che stiamo vivendo.
Solo se comprendiamo le cause riusciremo nei prossimi passi a trovare soluzioni concrete e realizzabili per uscire dalla crisi, individuando strumenti che non siano necessariamente così legati al “debito”.
Perchè LORO non molleranno facilmente, ma NOI NON MOLLEREMO MAI.
La moneta sarà di proprietà dei cittadini e libera dal debito.
© Fabio Conditi – Presidente dell’associazione Moneta Positiva
Questo articolo è il 4° passo nel percorso di consapevolezza, questi i precedenti:
- 1° passo – “L’elefante nella stanza: la creazione della moneta” https://monetapositiva.it/1-passo-lelefante-nella-stanza-la-moneta/
- 2° passo – “La moneta è ancora oggi un oggetto sconosciuto” https://monetapositiva.it/2-passo-la-moneta-e-un-oggetto-sconosciuto/
- 3° passo – “Le banche creano denaro dal nulla” https://monetapositiva.it/3-passo-le-banche-creano-denaro-dal-nulla/