Questa è la 2° parte della conversazione tra me e Marco Mori, sul rapporto che tra Costituzione e Moneta, per offrirla a tutti come spunto di riflessione su un tema cruciale per il nostro futuro.
Qui potete trovare la 1° parte della conversazione : https://comedonchisciotte.org/conversazione-su-costituzione-e-moneta-con-marco-mori/
Sabato 11 novembre dalle ore 9 alle ore 10 Marco Mori parteciperà alla mia trasmissione radiofonica “Alla ricerca dei soldi” su “Radio 1909”, questo l’evento su Facebook con tutte le informazioni per chi volesse seguirci e fare domande : https://www.facebook.com/events/1984134898464992/?active_tab=discussion
Venerdì 10 novembre dalle ore 21 alle ore 23 su Canale Italia 53, parteciperò alla trasmissione Notizie Oggi Lineasera, con ospiti Antonio Maria Rinaldi e Luciano Barra Caracciolo. Sarà un evento eccezionale perché per la 1° volta, in 1° serata, si parlerà in una TV nazionale della moneta di proprietà dei cittadini e libera dal debito.
Buona lettura. Fabio Conditi
Fabio – Quello che manca è una conoscenza approfondita dei temi monetari, molte persone ancora pensano che chi crea il denaro lo può fare perché ha l’oro ! Ora, visto che la moneta ha oggi solo un valore convenzionale, le persone devono capire che il soggetto che crea la moneta, ha un potere enorme, perché dà valore a qualcosa che non ce l’ha, sia esso un disco di metallo, un pezzo di carta od una cifra digitata su un conto corrente elettronico. Se vogliamo possiamo anche dare un nome “costituzionale” a questo potere, chiamandolo “potere monetario”, in analogia agli altri tre poteri dello Stato, che sono i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario. Come mai i nostri padri costituenti, così attenti alle ripercussioni economiche del loro lavoro, non hanno mai citato questo potere in Costituzione, né hanno provato a regolamentarlo ?
Marco – Lo hanno fatto in realtà. Intanto l’art. 1 assegna la sovranità al popolo, o meglio ne dichiara la sua appartenenza. La sovranità riguarda ogni aspetto della società ergo anche la moneta che non poteva diventare prerogativa unicamente privata. L’art. 47 Cost. poi altrettanto chiaramente assegna alla Repubblica il controllo del credito, che come detto è incompatibile con l’assenza di sovranità monetaria. Anche ex Giudici della Consulta, di quella Consulta ancora non composta in maggioranza da politici, sono chiari sul punto. Pensiamo solo a Zagrebelsky e al suo riconoscimento espresso del ruolo essenziale che ha la Zecca in uno Stato e dell’assurdità dell’idea che gli Stati possano fallire. Lo possono fare solo se hanno ceduto oppure non esercitano appieno la propria sovranità. Sul testo della Costituzione hanno comunque pesato gli accordi di Bretton Woods del 1944. Solo in pochi sanno che fu proprio l’Assemblea Costituente a ratificarli nel 1947, ma lo fece con grande rammarico e disappunto. I nostri Padri erano consapevoli che si trattava di una follia, di una cessione di sovranità agli USA, e tramite essi in definitiva alla finanza che già li controllava completamente allora. L’accettazione di tale cessione fu valutata nei verbali della Costituente come obbligata allora poiché l’Italia, appena sconfitta in guerra, non aveva la forza militare per opporsi. Nonostante ciò comunque scrissero un capolavoro, la Costituzione del ’48 è in grado di consentirci oggi il riscatto della sovranità in ogni momento.
Fabio – Sono d’accordo e fortunatamente il popolo italiano ha dimostrato, con il NO al Referendum Costituzionale di Matteo Renzi, di essere ancora molto legato alla nostra Costituzione. Però secondo me c’è comunque un lacuna che andrebbe colmata, perché il potere monetario non è stato sufficientemente regolamentato e blindato. Dobbiamo fare una campagna per una riforma costituzionale davvero necessaria, che chiarisca una volta per tutte di chi è la proprietà della moneta all’atto della sua emissione e quali sono gli Organi dello Stato deputati alla sua creazione e gestione. Si può anche usare una legge ordinaria, ma la moneta dovrebbe essere creata da un Organismo pubblico, democratico, trasparente e indipendente, sia dalle banche che dal Governo, in modo da evitare conflitti di interessi. Una sorta di Ministero della Monetazione, con norme chiare che ne devono regolare il funzionamento ed il controllo, perché il potere che ha è forse superiore agli altri tre poteri dello Stato. Inoltre è necessario inserire in Costituzione norme che impediscano la creazione del denaro dal nulla da parte di soggetti privati che non siano soggetti al diritto pubblico e riportare la Banca d’Italia sotto il completo controllo dello Stato. La sua indipendenza è anticostituzionale, perché un Stato che non esercita la propria sovranità monetaria non è uno Stato.
Marco – Il contesto è quello che ti ho descritto, più che una lacuna furono impossibilitati ad essere più espliciti in quel momento. Una riforma dell’art. 47 Cost., nell’esplicitare l’appartenenza della sovranità monetaria al popolo in modo più chiaro, è comunque auspicabile e mi trovi d’accordo sul punto. Purtroppo i governi degli ultimi anni hanno fatto esattamente l’opposto, cercando di annullare la portata dell’art. 47 Cost. attraverso il crimine del pareggio in bilancio inserito nell’art. 81 Cost. Prova ad immaginare una società che nasce fin dal principio con il pareggio in bilancio, sarebbe la miseria più assoluta. Nessuno potrebbe avere risparmi perché ogni anno lo Stato obbligherebbe i cittadini a riconsegnare tutta la moneta emessa nell’economia attraverso la spesa pubblica. Appunto a proposito di preistoria…
Fabio – C’è un aspetto dell’analisi delle attuali norme nazionali e comunitarie, sul quale abbiamo una visione diversa anche se comunque condividiamo lo stesso obiettivo finale. Di chi è la sovranità monetaria oggi tenuto conto dei Trattati Europei e dell’euro ?
Per rispondere è necessario prima chiarire alcune definizioni all’interno dell’Eurozona :
- “Signoraggio” è l’insieme dei redditi derivanti dall’emissione di moneta, che spetta al titolare della sovranità monetaria.
- “Sovranità monetaria” è sicuramente il diritto o potere da parte di uno Stato di creare moneta, in linea con le sue scelte di politica economica e monetaria.
- “Politica economica” l’insieme delle scelte e dei programmi di un Governo nazionale per la realizzazione di obiettivi definiti politicamente rilevanti dai poteri costituzionali competenti. Si distingue in politica fiscale e politica monetaria.
- “Politica monetaria” è l’insieme degli strumenti, degli obiettivi e degli interventi adottati dalla BCE, all’interno dell’Unione, per modificare e orientare la moneta, il credito e la finanza, al fine di raggiungere obiettivi prefissati di politica economica, di cui la politica monetaria fa parte.
Ora la sovranità monetaria è sicuramente dello Stato italiano, non solo perché lo dichiara la Banca d’Italia, ma anche perché è confermato dal signoraggio che viene ripartito dalla BCE alle BCN, che poi lo girano allo Stato. Le politiche fiscali sono sicuramente di competenza esclusiva degli Stati, ma le politiche monetarie sono di competenza esclusiva della BCE all’interno dell’Unione (art.3 comma 1 punto c del TFUE). Le politiche economiche sono di competenza degli Stati membri, che “coordinano le loro politiche economiche nell’ambito dell’Unione” (art.5 comma 1 del TFUE), ma hanno però ceduto l’esclusiva delle politiche monetarie alla BCE. Solo che la BCE opera in aperto contrasto con gli obiettivi delle politiche economiche degli Stati.
Marco – Si questa è l’unica nostra differenza. Purtroppo i Trattai europei, scritti certamente da criminali, ma criminali assai scaltri, hanno assegnato integralmente le politiche monetarie ed economiche all’UEM, la competenza esclusiva dell’UE sul punto è sancita dall’art. 3 TFUE. Qualsiasi tentativo di esercitare la sovranità monetaria, con qualsiasi forma, da parte di uno Stato membro comporterebbe l’immediata e violentissima reazione di Bruxelles. Pensa che addirittura gli Stati che ancora non hanno aderito all’euro potrebbero essere obbligati in ogni momento a farlo, ad eccezione della Gran Bretagna che con un protocollo a parte ha espressamente voluto escludere tale possibilità. Faccio una battuta, pensare di poter esercitare oggi la sovranità senza reazioni dall’UE è come pensare che i nazisti avrebbero potuto consentire ai partigiani di costruire fabbriche di armi senza reagire. Non è possibile. L’uscita da questa gabbia è un fatto quasi militare e non giuridico. Lo Stato che vuole riprendere la sua sovranità deve nell’ordine fare le seguenti mosse minime ed indispensabili:
- preparare un piano industriale che garantisca i beni e servizi indispensabili ai cittadini fin dalle prime fasi post exit, con conseguenti nazionalizzazioni massicce (consentite ex art. 43 Cost.) e progettazione di una spiccata autarchia economica, specie nei mesi successivi all’exit;
- la completa nazionalizzazione del credito, dunque non solo il controllo della Banca Centrale, ma la nazionalizzazione dell’intero sistema bancario con confisca dei patrimoni presenti nel nostro Paese intestati a banche, assicurazioni e finanziarie. Beni ricordiamolo che costituiscono solamente il profitto di delitti e dunque confiscabili senza alcun problema giuridico;
- solo completati i preparativi per attuare contestualmente i passi dei punti 1. e 2., preparativi che andrebbero fatti ben prima di andare al Governo, è possibile procedere con l’uscita unilaterale dall’euro e dall’UE con lo strumento del decreto legge.
Voglio essere molto chiaro, l’exit può portare alla guerra, ma nonostante ciò è impossibile tirarsi indietro, il rischio di una guerra è infatti preferibile alla certezza assoluta del suo verificarsi. Infatti rimanendo in questa gabbia il finale è già scritto, la storia si ripeterà il liberismo porterà alle conseguenze già viste nel secolo scorso, è inevitabile.
Se si tentasse di utilizzare qualsiasi strumento atto a riconsegnarci un briciolo di sovranità monetaria l’UE chiuderebbe rapidamente le nostre banche creando uno stato di pressione tale da far cadere qualsiasi governo che si volesse cimentare in questa avventura, senza avere pronti tutti gli strumenti per lasciare l’eurozona, in poche giorni se non addirittura ore. Peraltro lo abbiamo visto già fare in Grecia. Questa strategia può essere utilizzata sole se avessimo già tutto pronto, ma trovassimo politicamente preferibile farci buttare fuori anziché uscire unilateralmente. Questa è una scelta che potrei anche condividere per logiche di influenza sull’opinione pubblica dei Paesi a noi vicini.
Fabio – Noi seguitiamo a pretendere il rispetto rigoroso dei Trattati, soprattutto perché individuano obiettivi concreti che in questo momento non sono rispettati. Secondo noi è la BCE che deve adeguarsi, perché deve sempre rispettare l’art.127 comma 1 del TFUE, dove, fatta salva la stabilità dei prezzi, deve contribuire alla crescita economica equilibrata ed alla piena occupazione stabiliti dall’art.3 del TUE. Mario Draghi non può dichiarare come ha fatto poco tempo fa, che l’unico suo obiettivo è la stabilità dei prezzi, cioè inflazione vicina al 2%, che comunque non sta raggiungendo.
Marco – No. Non accadrà, il sostegno economico da parte di BCE avviene appunto solo subordinatamente alla stabilità dei prezzi, anzi proprio il citato art. 127 TFUE subordina testualmente addirittura pace e benessere alla stabilità, il rimando all’art. 3 TUE è eloquente. I trattati sono un crimine, dentro di loro non c’è alcuna via di uscita. Se eserciteremo la sovranità monetaria senza essere pronti alla reazione della banca centrale europea ci faremo semplicemente schiacciare come formiche. Senza piano industriale pronto dopo pochi giorni oltre ai bancomat chiusi ed ai sistemi di pagamento bloccati, rischieremo anche di non avere più il cibo. Questa è l’amara realtà. Questo ha determinato la resa di Tsipras, il fatto di non aver chiaro che non sono le soluzioni tecniche a poterci salvare, ma solo l’esercizio brutale del potere d’imperio proprio di uno Stato.
Fabio – Su questo siamo d’accordo, se lo Stato italiano non crea una alternativa valida al sistema di pagamento bancario, facciamo la fine della Grecia. Ma una forza politica che aspira ad andare a governare, deve avere il consenso dei cittadini, e in questo momento una posizione “rigida” come quella che prospetti è largamente minoritaria nel paese. So che abbiamo una posizione diversa su questo, ma non sono incompatibili, perché serve sia il poliziotto “buono” che quello “cattivo” !
Da una analisi approfondita e rigorosa dei Trattati Europei e delle norme che regolano il nostro Stato, noi ci siamo convinti che in realtà lo Stato ha ancora buona parte del suo potere, avendo trasferito a Commissione Europea e Banca Centrale Europea, solo alcune funzioni monetarie, ma non le più importanti come la sovranità monetaria, che è strettamente legata a quella fiscale. Gli Stati hanno mantenuto buona parte dei propri poteri, ma probabilmente la Germania ha preteso che l’Italia si “spogliasse volontariamente” del suo controllo del sistema monetario, attraverso il divorzio Tesoro-Bankitalia e la privatizzazione delle banche pubbliche, che ha determinato la cessione delle quote della nostra banca centrale. Ma queste modifiche non sono irreversibili e possono essere ripristinate.
La nostra proposta è quindi quella di utilizzare tutti gli strumenti che abbiamo, senza violare i Trattati, per mettere in crisi il sistema e rinforzare il potere dello Stato sulle questioni economiche e monetarie :
- controllo totale dello Stato su Banca d’Italia;
- un sistema di banche pubbliche importante, senza pretendere di nazionalizzarle tutte;
- un sistema di moneta fiscale denominato SIRE, che gira in un circuito diverso da quello bancario, gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, realizzato sia in versione metallica, cartacea che in versione elettronica, ed utilizzabile con carte di credito fiscali, bonifici fiscali, ecc… In questo modo siamo indipendenti dal sistema bancario, ed in qualunque momento il SIRE può cambiare nome in LIRE ed essere dichiarato a corso legale.
Nel frattempo prepararsi allo scontro ed all’uscita dall’euro. Ma sono convinto che in quel caso sarebbero loro ad imporci di uscire, perché l’Italia sarebbe troppo competitiva. Questa nostra azione ha anche un’altra funzione non meno importante, quella di aumentare la consapevolezza delle persone sul fatto che il potere è ancora in mano allo Stato ed indirettamente anche nostro, basta eleggere rappresentanti che facciano il nostro interesse, e non quello delle banche e dei banchieri. In questo senso una campagna per introdurre il potere monetario in Costituzione, sarebbe per noi importante.
Comunque ritengo anche necessaria la tua azione di denuncia dei politici e delle istituzioni che hanno tradito la nostra Costituzione, perché si spera sempre porti qualche autorità non complice a esprimersi su questi veri e propri “delitti alla democrazia”. Ma ritengo necessario ragionare anche su proposte concrete e realizzabili che non spaventino le persone e che le convincano a sostenere un eventuale Governo che abbia l’intenzione finalmente di fare i loro interessi. Per questo è importante far conoscere quali spazi giuridici hanno gli Stati per riaffermare la propria sovranità. Altrimenti i cosiddetti poteri forti seguiteranno ad “interpretare” sempre i Trattati come pare a loro, pretendendo il rispetto rigoroso delle norme a loro vantaggio e trascurando tutte le altre. Dobbiamo denunciarlo …
Marco – Non ci sono questi spazi, purtroppo. L’exit è, come Ti ho detto, un fatto di forza, di rapporti di forza. Serve l’esercizio del potere d’imperio dello Stato nella sua completezza. Finché non esiste l’esercito europeo siamo in condizione di farlo, dopo l’exit non sarà più un fatto quasi militare, ma un fatto militare in toto.
Fabio – Io sono ottimista, anche perché loro non molleranno mai, ma noi neppure. Grazie Marco, in fondo condividiamo gli stessi obiettivi, abbiamo solo idee diverse su come raggiungerli, ma in realtà servono entrambi. Sono come il bastone e la carota …
Marco – Grazie a te, da parte mia posso solo dirti che mi auguro di avere torto marcio! E che Bruxelles ci consentirà di prepararci adeguatamente, concedendoci i necessari margini di manovra, prima di colpirci.
Marco Mori
Esperto di Costituzione Italiana e Trattati Europei – Laureato in Giurisprudenza, autore del libro “Il Tramonto della Democrazia – Analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”.
http://www.studiolegalemarcomori.it/
Fabio Conditi
Presidente dell’Associazione Moneta Positiva