Questa conversazione tra me e Marco Mori, nasce da una telefonata sul tema della relazione tra Costituzione e la Moneta, che abbiamo fatto qualche settimana fa, alla fine della quale ci siamo detti : peccato non averla registrata perché sarebbe stato bello divulgarla.
Allora abbiamo deciso di scriverla per offrirla a tutti come spunto di riflessione su un tema cruciale per il nostro futuro. Tra l’altro sabato 11 novembre dalle ore 9 alle ore 10 inizierò una trasmissione radiofonica web su “Radio 1909”, che si chiama “Alla ricerca dei soldi“, e Marco Mori ha accettato di intervenire in diretta telefonica proprio per parlare di questo tema molto importante e delicato.
Potete intervenire nella trasmissione radiofonica con domande tramite messaggi Whatsapp al 331-5022807 o telefonando in diretta al 347-6521292. Sarà un esperimento di blog radiofonico, per il quale accettiamo consigli e suggerimenti.
Questo l’evento su Facebook con tutte le informazioni per chi volesse seguirci : https://www.facebook.com/events/1984134898464992/?active_tab=discussion
Buona lettura. Fabio Conditi
Fabio – Ciao Marco, è un po’ di tempo che volevo con te affrontare uno scambio di idee su un tema che mi sta particolarmente a cuore, quello del rapporto tra la nostra Costituzione e la Moneta. La nostra Associazione Moneta Positiva da anni sta cercando di analizzare il sistema economico attuale per capire quali sono le cause principali della crisi e trovare soluzioni concrete e realizzabili per uscirne. Abbiamo però scoperto che c’è una relazione piuttosto stretta tra l’attuale meccanismo di creazione del denaro ed il progressivo peggioramento delle condizioni di vita sociale della maggior parte delle persone. In particolare la crisi economica è principalmente dovuta alla grande scarsità di denaro nell’economia reale, aggravata dalle scellerate politiche di austerity che hanno caratterizzato l’ultimo decennio. Sei d’accordo su questo ?
Marco – Certamente. E’ inutile perdersi in calcoli sofisticati. La moneta è uno strumento alternativo al baratto per lo scambio più efficace di beni e servizi, la sua quantità nell’economia è un fatto assolutamente decisivo e la base monetaria deve crescere al crescere degli scambi commerciali. La crisi è dovuta alla rarefazione monetaria nell’economia reale, rarefazione voluta da chi detiene i grandi capitali poiché, rendendo raro ciò che loro hanno in abbondanza (anche perché sovente hanno addirittura il potere di creare moneta dal nulla), acquisiscono una posizione politica con cui imporre le proprie scelte ai governi dei singoli Stati. Sono concetti già noti addirittura ai tempi della redazione della nostra Costituzione, che si pensava dovesse essere una barriera al perpetrarsi di tale situazione.
Fabio – Quindi, siamo d’accordo che per un funzionamento corretto dell’economia, è necessario creare la giusta quantità di denaro, ma anche verificare che questo denaro creato sia utilizzato correttamente. Se il denaro che creo, tanto per fare un esempio “non casuale”, lo utilizzo per alimentare l’industria bellica, non creo certo benessere per i cittadini. Riflettevo però su una questione che spesso viene ignorata o sottovalutata dalla maggior parte delle persone che si occupano di economia, l’importanza di analizzare chi crea il denaro, come lo crea e che utilizzo ne fa. Ne ho parlato il 4 novembre scorso alla Sala dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, ma ovviamente sui giornali questo tema non viene minimamente trattato.
Marco – E’ il tema dei temi. Si parla sempre di soldi o meglio che non ci sono i soldi, ma nessuno si domanda quali siano le regole previste alla base della loro creazione. Le persone non si fanno alcuna domanda, come se il denaro si raccogliesse nei campi. Invece la quantità di moneta esistente in un’economia dovrebbe essere tra le più importanti questioni politiche da trattare, altro che Banche Centrali indipendenti… la propaganda poi spinge a far credere alla gente che la mancanza di moneta sia dovuta agli sprechi, come se i soldi sparissero dopo una transazione. La moneta invece circola e nelle nostre tasche ci sono euro che certamente in qualche passaggio sono stati usati per le più svariate serie di attività illecite, dalla corruzione all’evasione. Eppure noi li abbiamo in tasca e li usiamo per comprare il pane! Ovvio che però tali concetti sfuggano, se non si prende atto che la moneta non è un bene finito, ma uno strumento al servizio della società che si crea dal nulla.
Fabio – Molti non si rendono conto, però, di questo cambiamento epocale, la moneta oggi non è un bene finito, perchè può essere creata dal nulla, ma non è sempre stato così. Inizialmente la moneta era costituita da beni reali di consumo comune, come il grano, da cui deriva la frase “fare la grana”, o come il salgemma, da cui deriva il termine “salario”. Poi dal III millennio a.c. sono comparsi i metalli preziosi che si sono affermati come mezzo di pagamento, soprattutto con l’avvento della coniazione in monete d’oro e d’argento da parte del “Sovrano” di turno. Ma erano tutte monete “scarse” perché di limitata disponibilità in natura. Per questo si sono “inventati” altri strumenti monetari che facilitassero gli scambi. Le tavolette di argilla della Mesopotamia, i Mamrè della Palestina, le Lettere di Cambio dei Templari, le Note di Banco degli orefici, fino alle banconote delle prime banche, sono tutte monete che non avevano valore intrinseco, ma erano convertibili in oro o argento, anche se solo per una certa percentuale garantita. La storia dell’umanità è quindi stata sempre caratterizzata dall’utilizzo di strumenti monetari molto diversi tra loro, ma che erano caratterizzati comunque o da un valore intrinseco o dalla possibilità di essere cambiati in beni aventi un loro valore intrinseco. Mentre oggi abbiamo una grande opportunità, visto che la moneta può essere creata senza limiti.
Marco – La storia della moneta dimostra che essa è uno strumento politico e che come tale deve essere gestito democraticamente. Oggi poi, superata la convertibilità aurea siamo ad un soffio dal creare una società più giusta, siamo ad un soffio da realizzare i desideri ed i sogni di Keynes, finalmente liberandoci da quella concezione di società che sembra la parodia dell’incubo di un contabile. Concezione che conviene solo a chi oggi detiene il potere e ci racconta “balle” per mantenerlo. Tra noi ed il sogno c’è “solo” il fascismo finanziario imperante, la sua forza di coercizione e la sua propaganda.
Fabio – Probabilmente ha qualche interesse a farlo ! Da quando Richard Nixon nel 1971 ha interrotto la convertibilità in oro del dollaro, siamo passati improvvisamente da una moneta scarsa perché legata in qualche modo al valore dell’oro, ad una moneta fiat che può essere creata facilmente senza alcun limite, se non la volontà dell’uomo. Questo come diceva Keynes, che aveva già capito in grande anticipo questa potenzialità, avrebbe potuto liberare l’umanità dalla schiavitù monetaria, cioè dalla necessità di trovare le risorse monetarie per aumentare la ricchezza, l’unico limite al benessere di tutta la popolazione, sarebbero state le risorse umane ed ambientali che abbiamo a disposizione. Dopo quasi cinquant’anni da allora, ci ritroviamo in un mondo dove solo una piccola parte della popolazione, che possiamo chiamare aristocrazia finanziaria, si arricchisce sempre di più a scapito di tutti gli altri. Come è potuto accadere ?
Marco – Amaramente mi verrebbe da dire che l’uomo non è poi così capace ad autodeterminarsi e che invece è soggetto con facilità a grandi manipolazioni, l’uomo in definitiva è facilmente circonvenibile. L’affermazione che raccontando una bugia un milione di volte essa diventi verità è dunque corretta. In fin dei conti, nonostante la nostra tecnologia, visti dall’esterno da un’ipotetica civiltà più evoluta, sicuramente sembreremo poco più che cavernicoli. Il nostro assetto socio-economico è preistorico. Chi oggi gestisce il mondo in questo modo, cooptando le masse, non è un genio o un potente, è semplicemente un caso clinico, sono soggetti affetti da gravi disturbi psicotici. Chi pensa che la società non abbia bisogno di trasformazioni radicali per sopravvivere, ha una visione d’insieme che non supera i cinque minuti.
Fabio – Il progressivo aumento di potere dell’aristocrazia finanziaria, soprattutto in Italia, è avvenuto dopo il 1971, quando all’interno del nostro ordinamento sono state effettuate riforme di carattere monetario, che hanno completamente modificato il meccanismo di funzionamento della creazione del denaro e soprattutto i soggetti che ne detengono il controllo. Di fatto abbiamo assistito al progressivo trasferimento del potere di creare il denaro dallo Stato alle banche private, senza che gli articoli della nostra Costituzione potessero difenderci da questa progressiva riduzione della nostra sovranità. In particolare i momenti cruciali di questo trasferimento per me sono stati il divorzio tra il Ministero del Tesoro a la Banca d’Italia, e la privatizzazione della banche pubbliche che detenevano quote di partecipazione in Bankitalia, che hanno trasformato la nostra banca centrale in un soggetto non più controllato e gestito dallo Stato italiano. Queste trasformazioni secondo me sono anticostituzionali, perché hanno reso inattuabile l’art.47 della nostra Costituzione.
Marco – Il divorzio fu, per stessa ammissione di Andreatta dalle colonne del Sole 24 circa dieci anni dopo, una “congiura aperta” tra lui e Ciampi. Fatta senza passaggi parlamentari per impedire il dibattito e la formazione del dissenso circa la prima operazione atta a comprimere la nostra sovranità. Il divorzio fu un semplice scambio epistolare, dunque non lo definirei una vera e propria illecita cessione di sovranità. Era possibile tornare indietro, se la politica lo avesse voluto avrebbe potuto imporre in qualsiasi momento alla Banca d’Italia di tornare ad essere la prestatrice illimitata di ultima istanza indispensabile ad uno Stato. Oggi Banca d’Italia non esiste più, essendo un organismo totalmente fuori dal controllo dello Stato, ancora in questi giorni abbiamo sentito politici che ne elogiavano l’indipendenza. Cose davvero da far cadere le braccia. Se la Repubblica, proprio ai sensi del citato art. 47 Cost., deve coordinare, controllare e disciplinare il credito è evidente che non può esistere una banca centrale indipendente. Essa è per definizione il controllore e non un controllato! Questo poi è anche l’assetto istituzionale del SEBC, il sistema europeo delle banche centrali, anch’esso indipendente dalla politica, indipendente dalla democrazia, ma dipendente dai grandi poteri finanziari che lo controllano in toto.
Fabio – Un altro aspetto che pochi conoscono è la riserva obbligatoria in contanti che le banche devono depositare in Banca d’Italia per i depositi che hanno, che rappresentano la moneta elettronica che creano. Se quando creo 100 euro di depositi, ne devo avere il 40% da depositare in Bankitalia, è chiaro che ho una capacità di creare denaro dal nulla pari a 2,5 volte, non di più. Questo era il valore di riserva obbligatoria della Banca d’Italia rispetto alla moneta di stato nel 1893, anno di istituzione della Banca d’Italia. Ma progressivamente queste percentuali di riserva obbligatoria sono andate calando sempre di più fino ad azzerarsi. La riserva obbligatoria delle banche private è stata quasi costante nel dopoguerra, variando dal 22,5% del 1946 al 17,5% del 1993. Ma dopo la Riforma Bancaria del 1993, c’è stata una rapida accelerazione che ha portato la riserva obbligatoria al 1% nel 2012. Questo significa che il moltiplicatore monetario per la moneta elettronica bancaria è pari a 100. Questo è il vero motivo della forte instabilità del sistema economico, perché può creare denaro con pochissime garanzie e senza alcun controllo, visto che Banca d’Italia è praticamente controllata da banche private.
Marco – Io sono radicale. Per me i privati non debbono poter creare moneta. Non è un fatto economico ma politico, chi può espandere il credito ha un potere reale sulle democrazie, tale da schiacciarle o comunque condizionarle. Questo era noto ai Costituenti che infatti con l’art. 42 Cost. disciplinavano anche la fondamentale funzione sociale della proprietà, il fatto che essa non finisse accentrata nelle mani di pochi diventando un potere politico. Lo Stato dunque non solo deve avere il controllo completo della Banca Centrale, ma anche il controllo completo del credito. E poi davvero, visti gli eventi degli ultimi anni, qualcuno può ancora pensare che il controllo del credito non sia un fatto di democrazia? Quando un Ministro dichiara pubblicamente, mi riferisco ad Orlando, che il Parlamento è messo di fronte al fatto compiuto da poteri sovranazionali di natura economica, non democratici, dovrebbe essere spontaneo domandarsi come sia stato possibile arrivare a tanto. La risposta è facile, perché la Repubblica, in difformità dell’art. 47 Cost., non controlla il credito.
Fabio – E noi siamo radicali come te, le banche private non possono creare denaro dal nulla. Il problema è come riuscire a riformare il sistema monetario, ma ci arriviamo. Leggendo il tuo libro, ho scoperto che durante la scrittura della Costituzione, la discussione sul modello economico è stata piuttosto accesa ed intensa, perché i nostri padri costituenti si sono posti il problema di quale modello economico favorire e di quali norme prevedere perché si potesse realizzare. Erano consapevoli del rischio connesso ad un eccessivo potere da parte dell’economia finanziaria rispetto all’economia reale ?
Marco – Accesa nel senso di ricca di spunti. Ma fu assolutamente univoca, le voci di dissenso al modello economico poi inserito in Costituzione erano praticamente nulle. Il liberismo era considerato superato già nel 1946! Era individuato come causa scatenante della seconda guerra mondiale, la pace e la democrazia potevano mantenersi solo con uno Stato che controllasse, coordinasse e disciplinasse l’economia. Giganti come Aldo Moro, Gustavo Ghidini, Giorgio La Pira, Giuseppe Dossetti, ad esempio, hanno spiegato benissimo questi concetti nei verbali dell’Assemblea Costituente. In merito poi alla finanza la Costituzione ha fatto di più che sfavorirla rispetto all’economia reale. In realtà l’ha resa un fatto illecito, l’art. 4 Cost. è chiarissimo. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. La speculazione è dunque bandita, ma Stati privi di sovranità non sono in grado di fermare il grande capitale internazionale perché non dispongono più di un sufficiente potere d’imperio.
Fabio – In realtà, contrariamente alle intenzioni dei nostri padri costituenti, oggi possiamo dire che l’economia finanziaria ha avuto la meglio sull’economia reale. Per dimostrarlo bastano solo due semplici dati : i mercati finanziari valgono circa 1.000.000 di mld di dollari, mentre la somma dei PIL di tutti gli Stati del mondo sono solo 75.000 mld di dollari, ma soprattutto l’1% della popolazione più ricca possiede il 50% della ricchezza che c’è al mondo, mentre il 70% della popolazione più povera deve sopravvivere con solo il 3%. La causa è da ricercare nel fatto che il meccanismo di creazione del denaro è attualmente quasi esclusivamente in mano a banche private, che sono controllate solo da una piccola parte della popolazione. Infatti attualmente noi usiamo tre tipi di moneta per i nostri scambi: le monete metalliche, le banconote e la moneta elettronica bancaria. Le monete metalliche vengono create dallo Stato, ma solo per lo 0,3% di tutta quella che usiamo, quindi è trascurabile. Le banconote sono create dalla BCE, ma prestate solo al sistema bancario, che ce le presta a sua volta creando però dal nulla anche la moneta elettronica bancaria. In questo modo la moneta che riceviamo in prestito dal sistema bancario è pari al 99,7% di tutta la moneta che usiamo e ci paghiamo continuamente interessi!
Marco – In Procura della Repubblica individuano reati in contesti molto più complessi di quello che hai appena elegantemente descritto. Eppure il profondo impatto criminale di questo sistema viene quotidianamente ignorato, l’illecito è diventato lecito per consuetudine. Torniamo a quanto Ti dicevo prima, l’umanità, vista da fuori, sembra ancora alla preistoria, siamo davvero ridicoli. Alla fine anche il potere di questi pazzi oggi al timone del mondo è completamente effimero, sono mortali, la loro vita è un soffio nell’eternità che nessuno ricorderà mai. Esistenze sprecate, fanno solo pena, sotto tutti i punti di vista. Basterebbe un popolo con un filo di conoscenza in più per spazzarli via per sempre.
Fine 1° parte (qui la 2° parte https://comedonchisciotte.org/conversazione-su-costituzione-e-moneta-con-marco-mori-2-parte/)
Marco Mori
Esperto di Costituzione Italiana e Trattati Europei – Laureato in Giurisprudenza, autore del libro “Il Tramonto della Democrazia – Analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”. http://www.studiolegalemarcomori.it/
Fabio Conditi
Presidente dell’Associazione Moneta Positiva