Immaginare il futuro.
Se è abbastanza facile analizzare il presente per capire cosa c’è che non va e cosa bisogna fare per migliorarlo, quando si parla del futuro diventa tutto più difficile, perchè non siamo in grado di visualizzare un mondo migliore di quello attuale.
Mi viene in mente un bellissimo film “La Sfera” del 1998, tratto da un romanzo di Michael Crichton, dove un gruppo di scienziati vengono in contatto con una “astronave aliena” che dona loro il potere di realizzare i propri sogni, ma in realtà finiscono per realizzare solo i loro peggiori incubi.
Forse è vero che siamo in grado di realizzare i nostri sogni, ma non essendo capaci di immaginare un futuro positivo, siamo solo in gradi di realizzare i nostri incubi peggiori, quelli che conosciamo bene.
Immaginare il futuro “positivo”.
In fondo è relativamente semplice immaginare un futuro negativo, perchè basta attingere alle nostre esperienze o a quelle passate, per immaginare un futuro pieno di conflitti di classe, guerre, ingiustizie, povertà, fame, distruzione dell’ambiente, ecc…
Cose che conosciamo bene, insomma, e che siamo perfettamente in grado di realizzare.
Più difficile è immaginare un futuro positivo, perchè non abbiamo avuto mai esperienza presente o passata, di una società senza conflitti di classe, senza guerre, senza ingiustizie, senza povertà, senza fame, senza distruzione dell’ambiente, ecc…
Immaginare il futuro “positivo” è il primo passo per realizzarlo.
Tutti i cambiamenti che la società ha realizzato nel corso dei secoli, sono stati realizzati da una persona o da un gruppo di persone “visionarie” che hanno avuto la capacità ed il coraggio di “immaginare” un futuro che per tutti gli altri era semplicemente “inconcepibile” o nella migliore delle ipotesi “irrealizzabile”.
Perchè il primo passo per realizzare una qualsiasi cosa, anche la più assurda, è che qualcuno riesca ad immaginarla.
Quindi se non siamo in grado di immaginare un futuro positivo, meno che mai saremo in grado di realizzarlo.
Quale futuro aveva immaginato John Maynard Keynes nel 1930 ?
John Maynard Keynes, in una conferenza tenuta a Madrid nel 1930, tenne un discorso nel quale, disse, “mio scopo non è di esaminare il presente o il futuro immediato, ma di sbarazzarmi delle prospettive a breve termine e di librarmi nel futuro. Quale livello di vita economica possiamo ragionevolmente attenderci fra un centinaio d’anni? Quali sono le prospettive economiche per i nostri nipoti?“.
Qui potete trovare la traduzione del discorso completo che vale la pena di leggere tutto con attenzione perchè è molto interessante per verificare quali previsioni si sono avverate e quali ancora no: http://www.redistribuireillavoro.it/assets/prospettive.pdf
La previsione di John Maynard Keynes può essere così riassunta : “Tra 100 anni l’economia smetterà di essere un problema per l’umanità, perché nel giro di un secolo la settimana lavorativa sarebbe stata composta di solo 15 ore grazie al progresso tecnologico“.
Il problema sarà a quel punto come impiegare il resto del tempo che avremo a disposizione, perchè “la nostra evoluzione naturale, con tutti i nostri impulsi e i nostri istinti più profondi, è avvenuta al fine di risolvere il problema economico. Ove questo fosse risolto, l’umanità rimarrebbe priva del suo scopo tradizionale“.
Quindi non solo lavoreremo poche ore alla settimana, ma “dovremo attenderci cambiamenti anche in altri campi“. L’ipotesi di Keynes è che “quando l’accumulazione di ricchezza non rivestirà più un significato sociale importante, interverranno profondi mutamenti nel codice morale. Dovremo saperci liberare di molti dei principi pseudomorali che ci hanno superstiziosamente angosciati per due secoli, e per i quali abbiamo esaltato come massime virtù le qualità umane più spiacevoli. Dovremo avere il coraggio di assegnare alla motivazione “denaro” il suo vero valore. L’amore per il denaro come possesso, e distinto dall’amore per il denaro come mezzo per godere i piaceri della vita sarà riconosciuto per quello che è: una passione morbosa, un po’ ripugnante, una di quelle propensioni a metà criminali e a metà patologiche che di solito si consegnano con un brivido allo specialista di malattie mentali“.
“Vedo quindi gli uomini liberi tornare ad alcuni del principi più solidi e autentici della religione e della virtù tradizionali: che l’avarizia è un vizio, l’esazione dell’usura una colpa, l’amore per il denaro spregevole, e che chi meno s’affanna per il domani cammina veramente sul sentiero della virtù e della profonda saggezza. Rivaluteremo di nuovo i fini sui mezzi e preferiremo il bene all’utile. Renderemo onore a chi saprà insegnarci a cogliere l’ora e il giorno con virtù, alla gente meravigliosa capace di trarre un piacere diretto dalle cose, i gigli del campo che non seminano e non filano“.
“Ci si renderà conto della differenza critica quando questa condizione si sarà a tal punto generalizzata da mutare la natura del dovere dell’uomo verso il suo simile: infatti l’impegno del fare verso gli altri continuerà ad avere una ragione anche quando avrà cessato di averla il fare a nostro vantaggio“.
Quale futuro possiamo immaginare noi oggi ?
John Maynard Keynes aveva detto che “Tra 100 anni” cioè nel 2030 ” l’economia smetterà di essere un problema per l’umanità, perché … la settimana lavorativa sarebbe stata composta di solo 15 ore grazie al progresso tecnologico“.
Ma siamo in grado di immaginare una società nella quale lavoriamo tutti ma solo 15 ore alla settimana ? Come occuperemo il tempo che ci rimane ?
Oggi siamo appena entrati nel 2020 ed abbiamo ancora 10 anni per verificare se si realisserà la previsione di Keynes, ma certamente siamo molto lontani perchè le nostre economie sono sempre più condizionate da denaro, debito, capitale, speculazione e mercati finanziari.
Il risultato assurdo è che oggi gli occupati lavorano molte ore alla settimana, mentre ci sono molte altre persone disoccupate che non ne lavorano affatto, quindi c’è uno spreco immane di risorse umane che invece potrebbero lavorare meno per lavorare tutti.
Ma questo è contrario alla logica del profitto e della competizione a tutti i costi, che sono oggi gli unici parametri che condizionano l’attività economica.
Se vogliamo aiutare l’umanità a raggiungere l’obiettivo previsto da John Maynard Keynes, dobbiamo fare in modo che l’economia torni ad occuparsi delle persone, dei loro bisogni, del lavoro, del progresso sociale, della produzione di beni e servizi.
Oggi abbiamo le tecnologie, le conoscenze e le capacità per fare in modo che l’economia smetta davvero di essere un problema per l’umanità, ma ci mancano gli strumenti monetari per generare un benessere equo e sostenibile per tutti.
Per riuscirci dobbiamo liberarci della moneta-debito che ancora oggi produce solo scarsità monetaria e debito per il 99% della popolazione mondiale, seguitando ad arricchire quel 1% già ricco, che in questo modo seguita ad accumulare nelle sue mani, tutta la ricchezza che c’è al mondo.
La moneta deve tornare ad essere solo uno strumento di scambio di beni e servizi per soddisfare i bisogni di tutti, e non uno strumento di potere per soddisfare i desideri di poche persone già ricche.
Ma dobbiamo essere capaci anche di immaginare una moneta diversa, positiva appunto, perchè di proprietà dei cittadini e libera dal debito, creata dallo Stato per conto di tutti noi, al solo fine di migliorare la vita di tutti.
Speriamo che il 2020 sia l’anno giusto per iniziare questo cambiamento per l’umanità.
Buona Moneta Positiva a tutti.
© Fabio Conditi, Presidente dell’Associazione Moneta Positiva