L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (vedere nota importante a fine articolo), nella seduta plenaria del 27 gennaio a Strasburgo, ha approvato a larghissima maggioranza (115 favorevoli, 2 contrari e 13 astenuti) la risoluzione 2361(2021) dal titolo: “Vaccini anti Covid-19: considerazioni etiche, legali e pratiche”.

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Il documento approvato è frutto di equilibrismo politico e inevitabilmente ne paga le conseguenze: dall’elogio della famigerata GAVI (Bill Gates, Lorenzin, Guerra…), a un immeritato omaggio alla grandeur di medici francesi, a disinvolte capriole etiche a proposito della sperimentazione sui bambini (paragrafi 7.4.2 e 7.4.3), fino all’eresia scientifica di presumere che SARS-CoV-2 possa essere eradicato completamente dalla faccia della Terra, cosa impossibile a ottenersi perfino in via teorica, e che i vaccini possano ridurre il ritmo di mutazione del virus mentre è vero l’esatto contrario.
Con tutti questi limiti, e con la ben nota im-potenza delle assemblee parlamentari europee (*), vengono ribaditi alcuni principi fondamentali come ai commi 7.3.1 e 7.3.2: “Assicurare che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno debba subire pressioni politiche, sociali o di altro genere per sottoporsi a vaccinazione, se non lo desidera egli stesso… Assicurare che nessuno sia discriminato per non essersi fatto vaccinare temendo per la propria salute o semplicemente perché non lo desidera”.
A larghissima maggioranza è stato anche approvato l’emendamento 1, inserito al paragrafo 7.5.2, che recita testualmente: “utilizzare i certificati di vaccinazione solo per lo scopo designato di monitorare l’efficacia del vaccino, i potenziali effetti collaterali e gli eventi avversi”. A quanto pare sarebbe stato “politically incorrect” inserire nel testo della risoluzione anche quanto ben specificato nella nota esplicativa all’emendamento stesso, e cioè: “I Certificati di Vaccinazione non dovranno essere usati come ‘passaporti vaccinali’ (alle frontiere, agli scali aerei, o per l’accesso ai servizi). Un tale uso sarebbe non scientifico in assenza di dati sull’efficacia dei vaccini nel ridurre i contagi, sulla durata dell’immunità eventualmente acquisita, e sulla percentuale di ‘fallimenti’ nel produrre immunità a causa di nuove varianti, di [elevate] cariche virali, e di ritardi nelle dosi di richiamo. Un tale uso susciterebbe anche problemi di privacy e, considerando la limitata disponibilità di vaccini, potrebbe perpetuare e rafforzare pratiche discriminatorie e di esclusione”.
In apertura di sessione, il Direttore Generale dell’OMS Gebreyesus aveva rivolto all’Assemblea un lungo e accorato appello sull’importanza di codesti vaccini. Egli ha continuato a parlare di “pandemia” anche se è ben consapevole che una dichiarazione di “stato di pandemia da Covid-19” non è mai stata ufficialmente discussa, né tantomeno approvata, da nessuno dei due organi competenti in base allo statuto dell’OMS: Assemblea Generale (art. 21a) o Consiglio Direttivo (art. 28i).
NOTA BENE. Il Consiglio d’Europa è la principale organizzazione di difesa dei diritti umani del continente europeo. Include 47 Stati membri, tra cui i 27 membri dell’Unione Europea (UE) che 30 anni più tardi adottò la medesima bandiera e il medesimo inno.

La bandiera del Consiglio d’Europa, adottata anche dalla UE 30 anni più tardi.
Il Consiglio d’Europa è quindi una istituzione distinta dall’UE, ad essa antecedente (fu fondato nel 1949) e più allargata, comprendente tutti gli stati che geograficamente e storicamente fanno parte dell’Europa (quindi anche Russia e 19 altri). Tutti i 47 Stati sono firmatari della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo, la cui applicazione fa capo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).
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Bell’articolo