La gestione dell’emergenza economica si sta rivelando un fallimento di dimensioni colossali, abbiamo solo una sola e ultima opportunità prima del disastro finale, del quale la politica ed gli economisti da salotto dovranno rendere conto.
Riassunto veloce per capirci subito
L’emergenza sanitaria ha evidenziato la fragilità del sistema sanitario, ma anche di quello economico e finanziario, palesando che le politiche di austerity ed i parametri di rapporto debito/PIL che abbiamo usato negli ultimi 12 anni, non avevano giustificazione scientifica, ma anzi hanno aggravato la crisi.
Per promuovere una nuova visione dell’economia che rimetta al centro dei suoi obiettivi il benessere delle persone, è necessario un cambio di paradigma.
Per uscire dalla crisi, abbiamo creato una piattaforma elettronica integrata, fortemente innovativa e tecnologica, in grado di gestire n.3 nuovi strumenti di pagamento per realizzare politiche espansive a favore dell’economia reale ed utilizzabili in tutti i settori della società.
- Banca Pubblica degli Investimenti per finanziare le piccole e medie imprese;
- Conti Correnti di Risparmio per incoraggiare e tutelare i risparmi degli italiani;
- Conti Correnti Fiscali per favorire la cessione dei crediti d’imposta a tutti.
Possiamo realizzare un grande Piano di Autofinanziamento Interno, per far ripartire il paese reperendo le risorse necessarie all’interno dei confini nazionali, senza creare altro debito pubblico verso l’esterno e senza violare i Trattati Europei.
In questo modo potremo finanziare gli investimenti produttivi in tutti i settori della spesa pubblica dello Stato, come la sanità, l’istruzione, la cultura, le infrastrutture, la ricostruzione e riqualificazione degli edifici, la manutenzione del territorio, le energie alternative.
Il momento è cruciale, mai come oggi abbiamo la possibilità e la necessità un salto evolutivo che ci permetta finalmente di realizzare i nostri sogni: vivere in una società che si occupi finalmente dei bisogni delle persone, realizzando un benessere equo e sostenibile per tutti.
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Trattazione più estesa per riflettere con calma
Premessa sulle cause della crisi economica
L’emergenza sanitaria ha evidenziato la fragilità non solo del sistema sanitario, ma anche e soprattutto del sistema economico e finanziario, palesando che le politiche di austerity ed i parametri di rapporto debito/PIL che abbiamo usato negli ultimi 12 anni, non avevano giustificazione scientifica.
Le soluzioni adottate dopo la crisi dei mutui subprime del 2008 non hanno generato la ripresa economica promessa, ma anzi l’hanno peggiorato la crisi: le politiche di austerity hanno generato solo maggiore recessione ed un incremento del debito pubblico, le politiche monetarie espansive della BCE hanno ingrassato solo i mercati finanziari e non l’economia reale.
L’emergenza sanitaria dovuta al virus Sars-CoV-2 ha poi dato il colpo di grazia alla nostra economia.
Restrizioni e lockdown, uniti ai problemi strutturali irrisolti da anni, hanno frenato sistematicamente la nostra economia, soprattutto il turismo e le piccole e medie imprese, che da sempre rappresentano le nostre punte di diamante.
In questo modo non solo le aziende strategiche, ma anche le strutture ricettive e le aziende migliori che abbiamo, finiranno facile preda della finanza internazionale, che non vede l’ora da anni di colonizzare il nostro paese attraverso la finanziarizzazione dell’economia.
Come uscire dalla crisi economica
Nei periodi di crisi, dobbiamo allargare la nostra visione ed utilizzare la nostra creatività, capacità e determinazione per trovare soluzioni nuove, mai sperimentate, perché, come diceva Albert Einstein, “non possiamo risolvere i problemi con le stesse idee che li hanno generati”.
La caduta del PIL, prima della crisi pandemica, è stata appunto generata da idee obsolete che non hanno risolto i problemi, ma anzi li hanno aggravati.
Già nel convegno del 29 gennaio 2019 al Senato, dal titolo “Spread, banche e sicurezza nazionale nel contesto europeo” lo avevamo messo in evidenza per sollecitare un cambio di paradigma https://www.byoblu.com/2019/01/28/spread-banche-e-sicurezza-nazionale-nel-contesto-europeo-live-dal-senato-su-byoblu/. Ringraziamo Byoblu per averlo ripreso integralmente.
Abbiamo parlato di banche pubbliche, di moneta fiscale e della necessità di riprendere il controllo del debito pubblico, ma soprattutto della necessità di sostenere l’economia reale per evitare sia fagocitata dalla finanza speculativa, attraverso la crescita esponenziale del debito.
In quel convegno sono stati delineati i percorsi necessari per uscire dalla crisi, alcuni dei quali sono stati sperimentati in piena emergenza, con un certo successo ormai riconosciuto da tutti.
Il cambiamento è iniziato nel 2020
Nel 2020 qualcosa è già cambiato. L’Italia sta crescendo più degli altri paesi perché finalmente si sono adottate nuove politiche espansive direttamente nell’economia reale, che stanno finalmente producendo i risultati promessi e sperati.
La novità è stata quella di finanziare non solo la spesa corrente, ma anche e soprattutto la spesa infrastrutturale nell’economia reale, questa è stata la chiave di volta di quel cambio di paradigma che annunciavamo nel 2019 ormai come una necessità improrogabile.
Proprio all’inizio della crisi pandemica nell’aprile del 2020, annunciammo la necessità di realizzare un Piano di Autofinanziamento Interno per sostenere la liquidità delle famiglie, delle imprese e delle banche.
Queste soluzioni in parte sono state realizzate con il Decreto Legge n.142 del 2019, che trasforma il MedioCredito Centrale in una Banca degli Investimenti, e con il Decreto Legge n.34 del 2020 che istituisce il Superbonus 110% con il quale per la prima volta i crediti d’imposta diventano cedibili a tutti, comprese banche ed istituzioni finanziarie.
Ma abbiamo ancora molta strada da percorrere, anche se la direzione è tracciata e fortunatamente condivisa da sempre più persone.
La nuova visione di una economia per la persona
Nel convegno del 3 dicembre 2021 alla Regione Lombardia, dal titolo “Innovazione e tecnologia per una economia della persona” abbiamo presentato un vero e proprio manifesto politico, una nuova visione della società che possa permettere di raggiungere un benessere equo e sostenibile per tutti
Molti economisti e politici spesso dimenticano che l’economia per definizione è uno strumento per soddisfare i bisogni ed aumentare il benessere dell’uomo, quindi serve a migliorare la qualità della vita delle persone.
Ma l’economia oggi non può fare a meno dell’innovazione e della tecnologia, che hanno da sempre svolto un ruolo fondamentale per la crescita.
L’economia, l’innovazione e la tecnologia devono essere sinergici se vogliamo aumentare il benessere equo e sostenibile per tutte le persone, come prescrive l’articolo 3 della Costituzione: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della PERSONA umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
In questi ultimi anni la politica invece ha alimentato la crescita del debito, adottando politiche di austerity che hanno ridotto la ricchezza del paese, mentre le Banche Centrali hanno arricchito solo i mercati finanziari con le politiche monetarie espansive del Quantitative Easing.
Questo ha prodotto un capovolgimento di paradigma rispetto ai secoli passati, la finanza era nata come strumento di sostegno dell’economia reale, mentre oggi è diventata talmente invadente da dettare le regole non solo all’economia, ma anche alla politica.
Il Piano di Autofinanziamento Interno
L’emergenza sanitaria ha evidenziato la fragilità non solo del sistema sanitario, ma anche e soprattutto del sistema economico e finanziario. Abbiamo scoperto l’acqua calda, che le politiche di austerity ed i parametri di rapporto debito/PIL che abbiamo usato negli ultimi 12 anni, non avevano giustificazione scientifica.
Abbiamo di fronte un futuro da disegnare, ma utilizzando tutto lo spazio bianche che abbiamo a disposizione, disegnando una visione che ci permetta, con l’innovazione e la tecnologia, di raggiungere finalmente una economia che realizzi il benessere delle persone.
Per questo fin dall’aprile 2020 abbiamo elaborato un Piano di Autofinanziamento Interno che permettesse una politica espansiva a favore dell’economia reale, dove però le risorse fossero trovate all’interno dei confini nazionali, nella cosiddetta autarchia finanziaria, senza creare altro debito pubblico verso l’estero.
Il Piano di Autofinanziamento Interno è basato su n.3 pilastri:
- Banca Pubblica degli Investimenti per finanziare le piccole e medie imprese;
- Conti Correnti di Risparmio per incoraggiare e tutelare i risparmi degli italiani (art.47 Cost.);
- Conti Correnti Fiscali per favorire la cessione dei crediti d’imposta a tutti.
La cessione dei crediti fiscali è una innovazione che è stata già introdotta dal Decreto Legge “Rilancio” n.34 del 19 maggio 2020, che ha introdotto per le agevolazioni già presenti da anni nel nostro ordinamento, il principio della loro cedibilità a tutti, comprese banche ed istituzioni finanziarie.
Questo ha permesso di amplificare i risultati che queste agevolazioni sono in grado di generare all’interno dell’economia reale:
- crescita economica del settore edilizia, con influenza di tutti i settori collegati;
- crescita dell’occupazione nell’edilizia ed in tutto l’indotto;
- riqualificazione energetica e sismica del nostro patrimonio edilizio;
- riduzione dei consumi energetici futuri e delle emissioni di CO2.
La partita da vincere
Dov’è la scommessa adesso, con riferimento a questo strumento innovativo?
Estenderlo a tutte le forme agevolative già esistenti oggi in molti settori, soprattutto quelli dove le imprese non hanno capienza fiscale per utilizzare questo strumento.
Ma è necessario ampliare l’utilizzo dei crediti d’imposta cedibili anche in altri settori della spesa pubblica produttiva dello Stato, come la sanità, la scuola, le infrastrutture, la ricostruzione dopo il terremoto, la manutenzione del territorio.
La partita da vincere è innanzi tutto quella di introdurre degli strumenti innovativi non tanto di riconoscimento del credito fiscale, quanto introdurre nelle istituzioni come Ragioneria, Istat ed Agenzia delle Entrate, dei nuovi strumenti contabili per monitorare questo nuovo fenomeno.
Ricordiamo che il nostro paese è stato l’inventore del credito bancario nel 1300, sempre in quegli anni abbiamo inventato la ragioneria e la contabilità, oggi possiamo essere noi gli inventori di questi nuovi strumenti finanziari e fiscali, che possono essere utilizzati come strumenti di pagamento per aumentare il benessere equo e sostenibile delle persone.
Ma oggi più che mai, dobbiamo avere creatività, capacità e determinazione.
Chi lo farà, avrà la gratitudine di tutta la popolazione.
Chi persevererà, sarà dannato in eterno.
© Fabio Conditi
P.S.: La stessa analisi, con conclusioni molto simili, l’ho fatta in un precedente articolo sull’emergenza sanitaria https://scenarieconomici.it/lultima-opportunita-prima-del-disastro-sanitario/. Entrambe le emergenze sanitaria ed economica, sono due facce della stessa medaglia, nel senso che vanno risolte insieme, se vogliamo uscire da questo pantano. Ma serve l’aiuto di tutti, nessuno escluso. Perché LORO non molleranno facilmente, ma NOI NON MOLLEREMO MAI.