Era incominciata come una piccola palla di neve apparentemente trascurabile, ma ora è una valanga che viene dirottata su Big Pharma, per salvare la costruzione europea. Infatti, a meno di uno scenario improponibile in cui verrebbe travolta l’Unione Europea nella sua totalità, questa volta il whatever it takes di Mario Draghi va inteso alla luce del proverbio ‘si parla a nuora perché suocera intenda’.
Quale valanga? E perché dovrebbe travolgere o l’Unione Europea o Big Pharma?
Una fonte molto autorevole si è lasciata scappare una parola chiave: “Veneto region”. Subito dopo si è trincerata nel silenzio, ma non ha potuto (o voluto) ritrattare quanto asserito pochi minuti prima, cioè che il watever it takes in realtà era rivolto a Pfizer & C…
Noi, seguendo la pista a ritroso come Pollicino, siamo in grado di ricostruire buona parte della vicenda, partendo dall’origine: una contesa scoppiata a fine aprile fra alti funzionari del Veneto e la RAI, a causa di una trasmissione giudicata ‘scorretta e tendenziosa’. Inizialmente derubricata come tempesta in un bicchier d’acqua, quella contesa è presto sfuggita ad ogni controllo per l’intervento di catalizzatori molto potenti: puntigli personali, rivalità politiche, bisogno di dirottare altrove i riflettori anche a costo di alzare la posta, volontà di dimostrare che il Veneto è regione leader in Europa… un po’ di tutto questo e altro ancora, fatto sta che qualcuno ha tirato fuori QUESTO REGOLAMENTO REGIONALE e ha fatto sapere di aver attuato appropriate misure di autotutela, sia verso Roma che verso Bruxelles.
- Autotutela per che cosa?
- Per i costi esorbitanti che stanno gravando sulla Regione invece che su Big Pharma. Infatti Pfizer & C., dal punto di vista tecnico e giuridico, sono i soggetti ‘proponenti’ nello studio sperimentale di fase 3 che si sta conducendo con i loro preparati geneticamente modificati impropriamente detti ‘vaccini’.
- E che cosa c’entra la RAI?
- La RAI qui figura come il classico bue che da del cornuto all’asino (il Veneto), ma il Veneto non ci è stato e la palla di neve ha incominciato a rotolare…
- OK, ma che cosa c’entra Roma, e addirittura Bruxelles?
- Non ‘addirittura’, ma ‘proprio’ Bruxelles! C’entra in prima persona la presidentessa della Commissione, Ursula von der Leyen, che è sotto accusa per gli accordi combinati con quelle multinazionali farmaceutiche. L’eurodeputata francese Manon Aubry, capolista di La France Insoumise, ha rinfacciato alla von der Leyen, testualmente: “…Siamo in grado di imporre ai nostri concittadini una restrizione senza precedenti delle nostre libertà, ma non saremmo in grado di stabilire regole per Big Pharma?… Anome del nostro gruppo di sinistra [ GUE-NGL, NdA], chiedo l’immediata creazione di una commissione di inchiesta sulle responsabilità della Commissione per questo disastro”.
https://www.youtube.com/watch?v=uXDIwr9GvwQ - In che modo la Commissione Europea avrebbe favorito Big Pharma?
- In teoria non lo sappiamo perché la Commissione Europea, solo dopo insistenti richieste, ha rilasciato copia del contratto firmato fra Ursula e Pfizer, e la figura qua sotto mostra uno dei fogli di quel contratto, tutto segretato: un insulto ai 450 milioni di cittadini dell’Unione Europea.
- OK, ammettiamo che le aziende produttrici dei vaccini abbiano strappato condizioni particolarmente esose… mi pare molto grave ma non vedo conseguenze ‘catastrofiche’.
- Anche se non possiamo esaminare i contratti, dai fatti concreti è evidente la primissima condizione che Big Pharma ha strappato: di essere esonerata dal pagare per i costi della sperimentazione!
- Che genere di costi? Ah, immagino che quelle multinazionali dovrebbero fornire gratuitamente i vaccini per lo studio sperimentale, invece che guadagnarci sopra.
- Il costo dei vaccini non rappresenta neppure la punta dell’iceberg, mentre i costi veri sono ben altri: vanno dall’impiego delle strutture edilizie, dei macchinari e dei materiali per gli esami strumentali e di laboratorio ai rilievi epidemiologici, all’elaborazione e pubblicazione quotidiana dei dati; dagli stipendi e incentivi di milioni di operatori coinvolti, sia full- che part- time, fino all’ultimo batuffolo di cotone utilizzato…
Negli studi sperimentali PROFIT, com’è di fatto e di diritto questa campagna vaccinale mondiale almeno fino a dicembre 2023, tutti i costi devono essere posti a carico delle aziende proponenti. Il regolamento della regione Veneto specifica la ripartizione fin nei minimi dettagli… ma anche le altre regioni, le cliniche universitarie e le ASL hanno regolamenti analoghi, che applicano le regole vigenti in tutto il mondo. La Corte dei Conti è spesso coinvolta in contese fra pubblico e privato nella ripartizione dei costi per studi sperimentali ma questa volta, vista l’enormità delle cifre che il Veneto ha loro prospettato, la Corte si è a sua volta cautelata chiedendo istruzioni precise al Governo. - Ah! Però pare evidente che nemmeno i colossi farmaceutici potrebbero sostenere costi così colossali! La Commissione Europea non poteva esimersi dal fare concessioni su questo punto.
- Vero, ma anche volendo sorvolare sull’entità delle concessioni e sulla loro segretezza, il problema di fondo è che la Commissione ha sostanzialmente girato i costi agli stati membri, e gli stati a loro volta li stanno addossando giù, a cascata, alle amministrazioni competenti.
- Fammi riassumere per vedere se ho capito bene: le regioni italiane, il cui bilancio è per l’85% assorbito dalla Salute, direttamente o indirettamente si stanno accollando i costi della Covid-19, costi che di regola, negli studi sperimentali, si devono addebitare alle aziende farmaceutiche… e tu dici che la regione Veneto ha voluto cautelarsi contro il rischio di restare col cerino in mano, di andare in bancarotta!
- Proprio così. Hanno passato il cerino alla Corte dei Conti, la Corte lo ha passato al Governo e così la ‘povera’ Ursula, dopo la reprimenda subita dalla giovane eurodeputata francese, adesso se la deve vedere con una fatidica nota-spesa presentatele da Mario Draghi, con una premessa che, stando alla bozza trapelata, dice testualmente: “…la quota del Recovery Fund e di altri fondi finora deliberati da codesta Commissione bastano come semplice acconto sui costi reali, di cui accludo una prima nota non esaustiva e di cui chiedo immediato rimborso…”.
Nota la finesse con cui Draghi lascia che sia la Commissione a vedersela con la BCE e con il FMI. E nota l’ironia di un destino ‘machista’, dato che il Potere ha messo tre donne (Ursula, Christine e Kristalina) su quelle tre poltrone. Aggiungi la Merkel e il quartetto è completo, con il dovuto rispetto per tutte le donne e per il movimento femminista…
- Nientemeno…
- Proprio così. Il grande capitale transnazionale, sapendo non solo di poter scrivere l’agenda della politica (ormai ridotta alla p minuscola) e le veline dei media mainstream, ma anche di poter soffocare ogni dissenso attraverso la censura sui social mainstream, ha pensato che nulla potesse più ostacolare i suoi piani di Grande Reset servendosi della panicodemia. E invece, a quanto pare, sta per essere travolto da una piccola-grande beffa, come già capitato al potentissimo boss mafioso Al Capone: inarrestabile dalle polizie di 50 Stati e dal FBI, fu tolto di mezzo grazie alla ‘banale’ contabilità!