Dal 16 di Settembre Italia è ufficialmente un paese senza opposizione parlamentare, nonostante si sia trattato di contrastare un Decreto legislativo di inedità incostituzionalità, il che è la definizione formale di dittatura. Il Parlamento ha cessato il patto sociale con i propri elettori, in quanto è venuto meno l’articolo 1 della Costituzione, laddove il lavoro come esercizio di un diritto fondamentale da ora in poi sarà condizionato al possesso di un lascia passare. E’ da notare che quasi nulla di ciò che sta facendo Draghi – l’unico a non avere un partito di appartenenza, non avrebbe potuto farlo anche Conte, Green pass compreso. Il “quasi” si riferisce all’unica cosa che Conte non sarebbe riuscito a fare: imbarcare la Lega nel governo per ottenerne l’omertà; all’inizio l’omertà riguardava il Recovery Fund, il fare finta di non capire che non si tratta di un aiuto al paese perché meritevole, ma di nuovo debito, nuovi vincoli, austerità e privatizzazioni atroci, Sanità compresa.
Oggi l’omertà è sul Green pass, ma è un’omertà che vale la faccia dei leghisti in quanto parecchio remunerativa, visto che c’è da partecipare alla gestione del business delle App di certificazione sanitaria. I tempi tecnici per l’introduzione del Green pass comportano pause e rallentamenti e questo può essere utilizzato politicamente dalla Lega per accreditarsi presso il proprio elettorato come la forza che frena gli eccessi del governo. I ritardi e gli eventuali intoppi tecnici nell’applicazione del pass (che dio benedica gli hacker) verranno spacciati da Salvini come merito delle sue trattative con Draghi.
L’unico motivo che poteva giustificare la formazione del governo Draghi rispetto al governo Conte 2 (non dimentichiamo che il filo conduttore di entrambi era Renzi, che ha fatto e disfatto) è questo gioco delle parti, dove la complicità leghista alla dittatura doveva essere spacciata come opposizione interna al governo. In realtà la Lega sarebbe l’unica vera ragione sociale dell’attuale governo ed è la parte politica che più insistentemente ha voluto Draghi come primo ministro, a pari merito con renziani e una parte di FI. Ovviamente per i media non è facile narrare questa situazione, perciò i giornalisti finiscono per avvitarsi nelle proprie insensatezze presentando la Lega come opposizione, giusto per non dover riconoscere la palese conformazione di una dittatura di governo.
Per gli stessi motivi i media ci assicurano che l’introduzione del Green pass abbia incontrato il consenso della stragrande maggioranza degli italiani, tranne le solite frange di no-vax. Ma in questo modo non riescono a spiegare la palpabile inquietudine che alleggia sul governo, con un Draghi perennemente sospettoso verso Salvini, di cui però non decide di liberarsi una volta per tutte. Ma se la Lega ha voluto Draghi, perché allora Salvini continua ad agitarsi, come se fosse in opposizione, nei momenti in cui incontra il proprio elettorato? Forse perché teme che la Meloni possa rubargli il ruolo di opposizione, assorbendo tutta quella parte ‘minoritaria’ della società che per l’opinione pubblica “progressista” è espressione di richieste e bisogni troppo rudimentali, spesso in preda dell’irrazionalità, che non si fida a banchieri ed esperti – l’unico argine “razionale” contro le barbarie populiste.
La verità è che il Green pass ha spaccato il fronte dei vaccinofili, fra cui c’erano tanti accademici e intellettuali (una parte di cui ultimamente si è riposizionata – meglio tardi che mai), poiché ha reso evidente che non vi sarà fine all’emergenza, quindi ha tolto credibilità sia alla campagna vaccinale che ai sostenitori di lockdown e altre restrizioni. Anche i sostenitori più “duri e puri” della propaganda pandemica hanno capito che le giustificazioni del Green pass sono cominciate con la menzogna del poter stare in sicurezza in ambienti di assembramento; poi, dopo la menzogna A, quasi subito è arrivata la menzogna B, affidata a Crisanti e rilanciata da Travaglio, cioè che il Green pass serviva da surrogato dell’obbligo vaccinale per indurre i riottosi a vaccinarsi. Il messaggio implicito del Green pass invece è l’opposto: vaccinarsi non serve, non solo tecnicamente, ma anche politicamente, perché non ci farà tornare alla normalità, anzi nuove restrizioni sono in arrivo.
Dalle recenti dichiarazioni governative sul rincaro dell’energia elettica appare chiaro che la campagna vaccinale non è più la vera priorità del governo, cosa che ha deluso i vaccinolatri fanatici della sinistra progressista che ci si erano giocati la faccia, dimostrando che per loro la priorità non era di smascherare l’ipocrisia dei ricchi ma di fare la morale ai poveri. (Presto però si rifaranno con la transizione ecologica, dove potranno prendersela sempre con “i brutti e i cattivi” che non vorranno convertirsi al green elettrico.) Scaricare l’onere del rischio della vaccinazione esclusivamente sui cittadini rientra nel classico doppiopesismo, anzi nel mal velato odio verso la gente comune, con cui isterici influencer e illusi arrivisti vogliono coprire gli sfondoni e gli errori delle menti “razionali” e “scientifiche” alla guida della società. Ma la sinistra progressista ha mai nutrito un qualche sentimento almeno per la giustizia formale (per quella sostanziale sarebbe già una forzatura immane)? Per esempio, sarebbe giusto che a molto potere, come quello nelle mani di Draghi, corrispondesse molta responsabilità; ma grazie al generoso garantismo è vero l’esatto opposto: più potere si ha, più è facile sfuggire ad ogni responsabilità, perfino in caso di decisioni criminali. Ma d’altronde, il fine giustifica il crimine.
Come avevamo detto in articoli precedenti, il Green pass non ha nulla a che vedere con la Sanità: è un obbiettivo superiore che si serve della premessa della vaccinazione per la digitalizzazione di massa. Per ora la versione “hard” del Green pass è attuata solo in Italia, seguita da Francia e alcuni Stati degli USA, mentre la grande maggioranza degli Stati europei si è tirata indietro, grazie anche alla capacità reattiva delle rispettive società. Questo isolamento di Italia e Francia nel contesto europeo viene occultato dai media italiani, ma non è questo che preoccupa. Anche nel caso della scelta del lockdown Italia era isolata all’inizio, e persino oggetto di scherno da parte di francesi e tedeschi; persino l’OMS non avallò la scelta del governo Conte. Poi è arrivato il Fondo Monetario Internazionale a sponsorizzare il lockdown, promettendo addirittura vantaggi economici a lungo termine, per cui un po’ tutti i paesi, tranne la Svezia, si sono adeguati alla direttiva.
Si potrebbe dire che attualmente la Lega è il partito che più degli altri si trova in forte divergenza con il proprio elettorato, e che i motivi dell’opposizione dell’elettorato leghista al Green pass sono soprattutto economici. La base elettorale della Lega è composta in gran parte di piccoli e medio-piccoli imprenditori e i loro dipendenti, per i quali il messaggio di un’emergenza infinita equivale alla prospettiva di estinzione. La Lega è costretta quindi a tergiversare con un comportamento infidamente bipolare: mentre il ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti partecipa ai grossi affari legati alla digitalizzazione, al povero Borghi spetta di cercare di tenere buono un elettorato che si sente tradito, con Bagnai che fa il dandy lunatico e Salvini che sfida ogni acrobatismo demagogico. Ogni emergenza è una cordata di affari e di costituzione di centri di potere, ma spesso capita che il capolista della cordata possa essere scalzato da qualche altro lobbista. Come accadde con il governatore leghista Fontana, che nella Lombardia aveva dato l’avvio alla stagione emergenziale con tutto il business a strascico, ma poi si è ritrovato sopravanzato dagli uomini di Conte e Speranza, il che conferma che Roma ladrona non era solo un appellativo di cattivo gusto.
Per quanto sia vero che nell’emergenza pandemica Italia si sia distinta come un paese pilota, essa non è al rimorchio di nessun altro paese, e anche qualora lo fosse, l’iniziativa è dei suoi politici. In altre parole, Italia non è seconda a nessuno e persino nel crimine di vaccinare i ragazzi è l’unica in Europa(!) e nel mondo: procede da sola e per conto proprio. Italia è stata sempre l’epicentro di mastodontici gruppi d’interesse e di una insopprimibile mentalità criminale-mafiosa. Nei giorni scorsi Draghi ha celebrato la figura dell’ex ministro del Tesoro B. Andreatta, che meglio di tanti altri aveva incarnato l’avventurismo criminale delle oligarchie italiane; un avventurismo che ha fatto sì che il debito italiano negli ultimi trent’anni fosse stato ripagato due volte e mezzo, ma continuando a crescere. Il che è la ragione per cui ci troviamo oggi Draghi – il super banchiere che si accinge a portare il paese “illeso” non tanto attraverso la pandemia quanto attraverso la più grande recessione che il paese sta per conoscere, facendo credere all’opinione pubblica che la stessa casta che ha creato il problema ora è qui per risolverlo.
18 Settembre 2021
Zory Petzova
2 comments
Signora Petzova la seguo da qualche settimana. Complimenti. Uno sprone a continuare così. Saluti
Sono una studentessa del movimento Studenti Contro il Green Pass di Milano, sto cercando un contatto, una mail, del dottor. Salmaso. La mia mail è biancafazio99@gmail.com , grazie