Cosa significa vivere positivo?
Vivere in modo positivo significa non comportarsi stupidamente.
Cioè il contrario di ciò che fanno gli esseri umani, che troppo spesso si comportano stupidamente..
Tutti, me compreso.
La nostra stupidità è talmente diffusa all’interno delle nostre azioni quotidiane, che non ce ne rendiamo neanche conto, ed agiamo automaticamente seguendo questo istinto primordiale e deleterio.
Gli esempi possono essere infiniti.
Immaginiamo di scrivere un libro che ha questo titolo:
Tutto ciò che facciamo per rendere infelici noi stessi.
Si va dal mangiare cose che sappiamo ci fanno male, a discutere con persone cui vogliamo bene, a guardare programmi completamente inutili e nocivi, a perdere il nostro tempo prezioso in attività inutili, a leggere riviste e giornali che non raccontano la verità, a lavorare per guadagnare soldi che poi spendiamo in cose superflue, ad incazzarci per questioni futili, a desiderare cose o donne/uomini altrui, ad invidiare chi guadagna o possiede più di noi, ben sapendo che i soldi non fanno la felicità, a sognare di fare qualcosa che poi non cominciamo mai, ecc… ecc…
Potremmo riempire un libro intero facendo l’elenco dettagliato di tutto quello che facciamo e che non ci rende felici.
Quando abbiamo finito di scrivere questo libro, cominciamo a scriverne una altro:
Tutto ciò che facciamo per rendere infelici gli altri.
Anche qui l’elenco può essere infinito, le discussioni familiari con moglie e figli, le diatribe con i parenti più o meno lontani, le discussioni con i vicini o con i condomini, le antipatie istintive e le critiche spietate su chi non conosciamo, gli attriti sul lavoro con i sottoposti o con i capi, i rapporti difficili con i clienti, la denigrazione di chi non la pensa come noi, di chi non è come noi, il rifiuto di tutti quelli che sentiamo diversi da noi, ecc… ecc…
Anche questo è un libro bello corposo, più ne scrivi e più te ne vengono in mente.
Finito anche questo libro, cominciamo l’ultimo libro:
Tutto ciò che facciamo per distruggere l’ambiente in cui viviamo.
E qui ci viene in soccorso la convinzione che siano sempre gli altri ad inquinare, a sprecare, a degradare perché quando lo facciamo noi scattano sempre le giustificazioni. Si è vero che la macchina a diesel inquina, ma quella elettrica costa troppo, ho fretta e non posso allungare i tempi con la bici, l’autobus o il treno, è vero che quei prodotti hanno molta plastica, ma non posso passare il mio tempo a cercare quelli sfusi, l’uso del cellulare fa male, ma è tanto comodo che non se ne può fare a meno, ecc… ecc…
Dopo aver scritto tre libri così, dovremmo avere compreso che la maggior parte dei nostri comportamenti è stupida e che il contrario di stupido è intelligente, positivo.
Quando un’azione o più in generale una cosa può definirsi positiva?
Grazie a Cartesio possiamo inserire in un grafico le nostre azioni giornaliere. In uno dei due assi segneremo le azioni compiute a favore o sfavore di noi stessi, e nell’altro asse le azioni compiute a favore o sfavore degli altri. Otterremo così quattro quadranti dove nel primo saranno le azioni positive, intelligenti, compiute a vantaggio di noi e degli altri (troppo poche), nel secondo le azioni furbe, ovvero compiute a vantaggio nostro ma non degli altri (ad esempio i furti), nel terzo le azioni stupide, quelle svantaggiose sia per noi che per gli altri (tante, troppe), nell’ultimo le azioni compiute a nostro svantaggio ma a vantaggio degli altri, come le azioni altruiste, eroiche e la dabbenaggine.
Iniziamo dalla questione più semplice, se una certa azione porta un vantaggio per me stesso e mi fa stare bene, allora potrebbe essere definita positiva. Ma non basta.
Noi siamo essere sociali, il nostro star bene difficilmente si realizza in assenza di altre persone con cui condividere questa emozione.
Provate ad immaginare di essere proprietari di tutte le ricchezze che ci sono nel mondo … felici e liberi di fare o di avere qualsiasi cosa … poi fate l’ipotesi che siate da soli … qual è la sensazione che prevale ?
Quindi la felicità non è solo stare bene noi, ma è anche condividere il nostro stare bene con gli altri. Se stiamo bene ma siamo circondati da persone che stanno male, difficilmente potremmo essere davvero felici.
In definitiva, una nostra azione può essere considerata davvero positiva solo se fa stare bene noi e gli altri. Ma siamo sicuri che questo sia sufficiente ?
Se la nostra azione fa stare bene noi e gli altri, ma rovina l’ambiente in cui viviamo, possiamo ancora dirci felici ? Probabilmente in una prima fase certamente sì, ma a lungo andare quella nostra azione ripetuta porta a conseguenze comunque negative sia per noi stessi che per gli altri.
In conclusione perchè una nostra determinata azione o più in generale una cosa possa davvero considerarsi positiva, deve essere tale non solo per noi stessi e per gli altri, ma anche per l’ambiente in cui viviamo, altrimenti la sua positività è solo temporanea e prima o poi ci si rivolterà contro dimostrando coi fatti la sua essenza di azione stupida.
Vivere positivo quindi significa avere un comportamento che fa stare bene contemporaneamente noi stessi, gli altri e l’ambiente in cui viviamo.
Significa essere in armonia con il mondo, di cui noi siamo parte integrante.
Analizziamo ora le questioni economiche.
Esistono tre livelli che dobbiamo analizzare, strettamente interconnessi, dal più piccolo al più grande: la moneta, l’economia e la società.
Ne abbiamo parlato lungamente nel convegno “Società, economia e moneta positiva” del 23 novembre 2018, nell’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, insieme agli amici Nino Galloni, Antonio Maria Rinaldi, Giovanni Zibordi, Marco Cattaneo, Orango Riso e Steve Keen.
La moneta positiva
La moneta per essere positiva deve procurare benessere per me, per gli altri e per l’ambiente.
Se io mi arricchisco a scapito della maggior parte della popolazione, che diventa sempre più povera, e soprattutto lo faccio distruggendo le nostre risorse ambientali, allora sono stupido.
La moneta non può essere di proprietà dei privati, gestita nell’interesse di pochi privilegiati che indebitano tutti gli altri, costringendoli alla schiavitù per ripagare interessi che non sono mai stati creati.
Ma soprattutto non deve essere scarsa, costringendo tutti a fare sacrifici per ripagare un debito matematicamente inestinguibile che cresce comunque sempre di più.
La moneta deve essere di proprietà dei cittadini e libera dal debito.
Punto e a capo.
L’economia positiva
Un’economia per essere positiva deve procurare benessere per me, per gli altri e per l’ambiente.
Se produce competizione tra gli individui e tra le aziende, perchè il benessere lo possono raggiungere solo alcuni ma non tutti, se prevalgono le grandi aziende, quelle lontane dal territorio e dalle persone che lo abitano, e quindi poco interessate a preservare l’ambiente e migliorare i rapporti tra gli individui, allora è un’economia stupida.
L’economia non può essere competitiva e monopolistica, privilegiando le grandi corporazioni a scapito delle piccole e medie aziende, che essendo vicine ai consumatori, consumano meno risorse e sono più rispettose dell’ambiente in cui vivono. Deve usare una moneta senza debito, in modo che non debba essere restituita con gli interessi, ma può essere utilizzata liberamente per il raggiungimento del benessere di tutti, non solo di pochi privilegiati,
L’economia deve essere soprattutto cooperativa tra aziende e cittadini, stimolando una crescita economica equilibrata per tutti e la piena occupazione, privilegiando le economie locali e le piccole e medie aziende, perchè più vicine ai bisogni ed alle necessità delle persone e dell’ambiente.
L’economia deve essere cooperativa tra le persone e rispettosa dell’ambiente in cui viviamo.
Punto e a capo.
La società positiva
La società per essere positiva deve procurare benessere per me, per gli altri e per l’ambiente.
Se produce disuguaglianze tra gli individui e tra le aziende, perchè avvantaggia le persone già ricche e le multinazionali, impoverendo la maggior parte della popolazione e distruggendo l’ambiente in cui viviamo, allora è una società stupida.
La società non può produrre disuguaglianze e povertà, privilegiando i ricchi rispetto ai poveri che sono costretti a fare sacrifici per avere una vita dignitosa, con alti livelli di disoccupazione e mancanza di denaro per fare la manutenzione del territorio che si degrada sempre di più. La Società deve poter usare una moneta di proprietà dei cittadini, in quantità sufficiente per realizzare tutte le opere ed i servizi necessari ad una vita dignitosa per tutti, non solo per pochi privilegiati,
La società deve essere equa e giusta, deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale della società stessa (art.3 della Costituzione).
La società deve essere equa e giusta per tutti e per l’ambiente in cui viviamo.
Punto e a capo.
Conclusioni
Abbiamo un grande lavoro da fare, ma possiamo partire dal mattone più piccolo ed elementare che abbiamo a disposizione, la moneta.
Passare da una moneta a debito, scarsa e gestita da pochi privilegiati, ad una moneta positiva, sufficiente per tutte le nostre necessità e gestita dai cittadini attraverso lo Stato.
Cominciamo da qui, tutto il resto verrà da sé.
La moneta sarà di proprietà dei cittadini e libera dal debito.
Questo è il nostro obiettivo per l’anno prossimo.
A nome mio e degli associati a Moneta Positiva auguro a tutti un 2019 di felicità, intelligenza e positività.
Fabio Conditi – Presidente dell’associazione Moneta Positiva
Galileo Ferraresi – Esperto di barche e di vita