Traduzione (con note di chiusura) di Leopoldo Salmaso.
Questa video intervista è stata trasmessa nel 1958,[1] quando Aldous Huxley aveva 64 anni.
È un’intervista affascinante, guidata da Mike Wallace, famoso per la trasmissione “60 Minuti”. Il dialogo tra i due uomini offre una panoramica su come siano stati pianificati con molto anticipo gli elementi di quel futuro in cui viviamo noi oggi. Quando ascoltai questa intervista, dapprima pensai di condensare in un video molto più breve gli scambi più significativi e interessanti. Ma alla fine ho sentito che l’intero video era importante; che i pensieri di Huxley meritano di essere colti nella loro linearità e completezza.
Se hai tempo, guarda il video e/o leggi la trascrizione qua sotto. La discussione è affascinante. Le interazioni tra i due uomini offrono anche uno sguardo retroattivo sulle vite degli intellettuali dell’era atomica.
Su Aldous Huxley e sul perché egli è importante.
Aldous Huxley nacque nel 1894 nel Surrey, in Inghilterra, e morì a Los Angeles, in California, nel 1963. La sua vita incrociò vasti cambiamenti tecnologici e culturali e lui scrisse molto su questi argomenti. Gli scritti di Huxley sono noti per l’impronta cupa e satirica. Ma più di questo, le sue visioni infernali della società si sono rivelate tanto profetiche quanto inesorabilmente schiette nel disegnare un quadro mondiale totalitario e la struttura del futuro governo tecnocratico. Nel 1932 Huxley pubblicò un classico romanzo di fantascienza, Brave New World (la Sfida del Mondo Nuovo), un romanzo che ha letteralmente cambiato il mondo.
NOTA: Brave New World è un romanzo distopico dell’autore inglese Aldous Huxley, scritto nel 1931 e pubblicato nel 1932. Ambientato in gran parte in uno stato mondiale futuristico, abitato da cittadini geneticamente modificati e con una gerarchia sociale basata sull’intelligenza, il romanzo anticipa enormi progressi scientifici nella tecnologia della riproduzione, nell’apprendimento durante il sonno, nella manipolazione psicologica e nel condizionamento: tutti dispositivi che concorrono a creare una società distopica che viene sfidata da un solo individuo: il protagonista della storia.
Se uno analizza gli scritti di Huxley e scopre il ruolo della sua famiglia sulla scena mondiale, diventa molto chiaro che la famiglia di Aldous Huxley ha svolto un ruolo importante nel plasmare le basi filosofiche dei suoi scritti. Una delle persone più importanti della sua vita intellettuale fu suo fratello, Julian Huxley. Julian era un biologo evoluzionista che lavorava anche nelle scienze comportamentali (sviluppando programmi di propaganda per grandi organizzazioni).
Il termine “transumanesimo” fu coniato da Julian Huxley. Ad un certo punto egli scrisse:
“Credo nel transumanesimo: quando ci saranno abbastanza persone che potranno davvero dirlo, la specie umana sarà sulla soglia di un nuovo tipo di esistenza, tanto diversa dalla nostra quanto la nostra lo è da quella dell’uomo preistorico. Alla fine, compirà consapevolmente il suo vero destino». Julian Huxley
Andando più a fondo nella storia di Julian Sorrel Huxley (1887-1975), si scopre che per tutta la vita egli fu anche un devoto membro della Società Britannica di Eugenetica: la servì come segretario sotto John Maynard Keynes, e poi come presidente.
Nel 1946 Julian Huxley fondò l’organismo delle Nazioni Unite chiamato UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Istruzione, la Scienza e la Cultura), e ne fu il primo Direttore Generale dal 1946 al 1948.
Il mandato per la nuova organizzazione è stabilito nella Carta dell’UNESCO del 1946, redatta da Huxley “UNESCO: il suo scopo e la sua filosofia”.
“La morale per l’UNESCO è chiara. Il compito affidatole, di promuovere la pace e la sicurezza, non potrà mai essere pienamente realizzato attraverso i mezzi ad essa assegnati: educazione, scienza e cultura. Bisogna prevedere una qualche forma di unità politica mondiale, attraverso un governo mondiale unico o qualcosa del genere, come l’unico mezzo certo per evitare la guerra…
…Nel suo programma educativo si può sottolineare l’estrema necessità di un’unità politica mondiale e di familiarizzare tutti i popoli con le implicazioni del trasferimento della piena sovranità dalle singole nazioni a un’organizzazione mondiale”.
Hai capito? La carta originale dell’UNESCO richiede specificamente un governo mondiale unico per creare pace e sicurezza! La carta prosegue poi discutendo l’importanza del controllo demografico.
L’UNESCO, una ONG delle Nazioni Unite, scriveva del nuovo ordine mondiale nel 1946! E questi documenti organizzativi sono stati scritti nientemeno che dal fratello di Aldous Huxley!
Aldous Huxley era anche nipote dell’eminente biologo Thomas Henry Huxley. Thomas faceva parte del primo movimento eugenetico in Inghilterra ed era comunemente noto come “il bulldog di Darwin“.
Il padre di Aldous Huxley era il biografo Leonard Huxley, i cui scritti includono libri su Darwin, su suo padre (Thomas) e sul movimento eugenetico. L’altro fratello di Aldous era il biofisico Andrew Fielding Huxley, che vinse il premio Nobel per il suo lavoro incentrato sulle fibre nervose e sulla neurologia.
Aldous Huxley fu anche il mentore di George Orwell, autore del romanzo profetico “1984”.
Insomma, quando Aldous Huxley scrisse i suoi distopici romanzi e saggi di fantascienza, e quando parla in questa intervista di Mike Wallace, non si basa solo sulla fantasia, la sua non è pura fantascienza o folle ipotesi. I suoi scritti e le sue opere rivelano una comprensione dettagliata delle opinioni e delle ricerche condotte dalla sua famiglia e dagli intellettuali dell’epoca[2]. Le sue opere sono un avvertimento, egli sapeva che cosa stava e sta capitando. Queste idee degli scienziati e dei leader del passato costituiscono la spina dorsale di molte politiche attuali. Queste politiche includono un governo mondiale unico, il controllo demografico, un totalitarismo “invertito”, la propaganda, il controllo dell’economia e il collettivismo. È tutto già scritto lì. Il mondo sta seguendo esattamente il percorso contro cui ci aveva messo in guardia Aldous Huxley. Questo percorso è il nostro futuro distopico, a meno che non ci fermiamo tutti in un modo o nell’altro.
E’ sorprendente che così tanti di noi non abbiano visto ciò che è stato sotto i nostri occhi per così tanto tempo. Aldous Huxley concluse la sua intervista da parte di Mike Wallace con l’idea che il decentramento sia uno dei pochi modi in cui possiamo combattere questa agenda globalista. Ciò sarà sempre più difficile da realizzare, con l’avvento dei computer e della condivisione centralizzata dei dati. Ma questo è il compito e l’onere che ora dobbiamo assumerci.
Non prendiamoci in giro, il nuovo ordine mondiale sta arrivando e l’unica cosa che ostacola chi vuole imporlo a tutti noi sono le singole persone.
TRASCRIZIONE DELLA VIDEOINTERVISTA:
WALLACE: Vi presento Aldous Huxley, un uomo perseguitato da una visione dell’inferno sulla terra. Un feroce critico sociale, il signor Huxley, 27 anni fa scrisse Brave New World, in cui egli prevedeva che un giorno il mondo intero avrebbe vissuto sotto una terribile dittatura. Oggi il signor Huxley afferma che il mondo dell’orrore da lui immaginato è probabilmente dietro l’angolo per tutti noi. Scopriremo perché, tra un attimo.
Lei ha appena terminato una serie di saggi intitolati “Nemici della libertà“, in cui delinea e definisce alcune delle minacce alla nostra libertà negli Stati Uniti d’America. Signor Huxley, le chiedo subito questo: secondo lei, chi e quali sono i nemici della libertà qui negli Stati Uniti d’America?
HUXLEY: Beh, non credo che lei possa dire “chi negli Stati Uniti d’America”, non credo ci siano persone malvagie che cercano deliberatamente di privare le persone della loro libertà, ma penso, prima di tutto, che ci sia un numero di forze impersonali che spingono nella direzione di una libertà sempre più ridotta, e penso anche che ci siano una serie di dispositivi tecnologici che chiunque può utilizzare per accelerare questo processo di allontanamento dalla libertà, di imposizione del controllo.
WALLACE: Ebbene, quali sono queste forze e questi dispositivi, signor Huxley?
HUXLEY: Devo dire che ci sono due principali forze impersonali, la prima non è tanto importante negli Stati Uniti d’America in questo momento, quanto lo è in altri paesi. Questa forza in termini generali può essere chiamata sovra-popolazione, la pressione crescente della popolazione che preme sulle risorse esistenti.
Questa, ovviamente, è una cosa straordinaria; sta succedendo qualcosa che non era mai successa prima nella storia del mondo, voglio dire, prendiamo solo il semplice fatto che dalla nascita di Cristo allo sbarco della Mayflower[3] la popolazione della terra è raddoppiata. È passata da duecentocinquanta milioni a circa cinquecento milioni. Oggi la popolazione della terra sta crescendo a un ritmo tale che raddoppierà in mezzo secolo.
WALLACE: Perché la sovrappopolazione dovrebbe ridurre le nostre libertà?
HUXLEY: Beh, in diversi modi. Voglio dire, gli esperti del settore come Harrison Brown, per esempio, hanno sottolineato che nei paesi sottosviluppati il tenore di vita è attualmente in calo. La gente ha meno da mangiare e meno beni pro capite di quanto non avesse cinquant’anni fa. A mano a mano che la situazione economica di quei paesi diventa più precaria, ovviamente il governo centrale dovrà assumersi sempre più responsabilità per mantenere a galla la nave del mondo, perciò è probabile che si abbiano disordini sociali, e ulteriori interventi del governo mondiale.
Insomma, penso che si veda qui un modello che sembra spingere con gran forza verso un regime totalitario. E sfortunatamente, poiché in tutti quei paesi sottosviluppati l’unico partito politico ben organizzato è il Partito Comunista, sembra che saliranno nelle posizioni di potere gli eredi di questo sfortunato processo.
WALLACE: Secondo la sua tesi, paradossalmente, una delle più grandi forze avverse al comunismo nel mondo, la Chiesa cattolica, essendo contraria al controllo delle nascite, sembrerebbe spingerci direttamente nelle braccia dei comunisti.
HUXLEY: Beh, penso che questo strano paradosso sia probabilmente vero. E’ una situazione straordinaria, in realtà. Voglio dire, bisogna guardarla, ovviamente, da un punto di vista biologico: l’essenza della vita sulla terra è una questione di equilibrio, abbiamo praticato il controllo della morte nel modo più intenso senza bilanciare ciò con il controllo delle nascite. Di conseguenza, i tassi di natalità rimangono alti come prima mentre i tassi di mortalità sono notevolmente calati.
WALLACE: Dunque le cose stanno così, almeno per il momento, per la sovra-popolazione. Quale altra forza sta riducendo le nostre libertà?
HUXLEY: Un’altra forza che penso sia molto attiva in questo paese è ciò che possiamo chiamare eccesso di organizzazione. A mano a mano che la tecnologia si fa più complicata, diventa necessario avere organizzazioni sempre più elaborate, organizzazioni più gerarchizzate, e non a caso il progresso della tecnologia è accompagnato da un progresso nella scienza dell’organizzazione.
Ora è possibile creare organizzazioni su scala più ampia di quanto non fosse mai stato possibile prima, e in modo da avere sempre più persone che vivono la propria vita da subordinate in questi sistemi gerarchici controllati dalla burocrazia, vuoi le burocrazie delle grandi corporazioni, vuoi le burocrazie governative di grandi paesi.
WALLACE: Torniamo ai dispositivi di cui lei stava parlando, ci sono dispositivi o metodi di comunicazione specifici che riducono le nostre libertà oltre alla sovra-popolazione e alla sovra-organizzazione?
HUXLEY: Ci sono certamente dei dispositivi che possono essere usati in questo modo. Prendiamo un pezzo di storia molto recente e molto dolorosa: la propaganda usata da Hitler, che è stata incredibilmente efficace.
Quali erano i metodi di Hitler? Hitler ha usato il terrore da un lato, la forza bruta da un altro, ma ha anche usato una forma di propaganda molto efficiente, ha usato i dispositivi più moderni del suo tempo. Non aveva la TV, ma aveva la radio e l’ha usata al massimo, riuscendo a imporre la sua volontà su una massa immensa di persone. E i tedeschi erano un popolo altamente istruito.
WALLACE: Siamo consapevoli di tutto questo, ma come possiamo equiparare l’uso della propaganda da parte di Hitler al modo in cui la propaganda viene usata oggi negli Stati Uniti d’America? Lei sta suggerendo che ci sia un parallelo?
HUXLEY: Inutile dire che ora non viene usata in quel modo, ma ehm… il punto è, mi sembra, che attualmente disponiamo di tecniche per molti aspetti superiori a quelle di Hitler, e che potrebbero essere usate in una brutta situazione. Voglio dire, quello che sento molto fortemente è che non dobbiamo farci cogliere di sorpresa dai progressi della nostra stessa tecnologia.
Tante altre volte nella storia il progresso della tecnologia ha cambiato la condizione sociale, e improvvisamente le persone si sono trovate in una situazione che non avevano previsto e hanno fatto ogni sorta di cose che in realtà non volevano fare.
WALLACE: Che cosa intende? Vuole dire che sviluppiamo la nostra televisione ma non sappiamo come usarla correttamente, è questo il punto che sta toccando?
HUXLEY: Beh, per ora credo che la televisione sia usata in modo relativamente innocuo; direi che viene usata troppo per distrarre tutti, per tutto il tempo. Ma, voglio dire, provi a immaginare quale deve essere la situazione nei paesi comunisti dove la televisione, se c’è, dice sempre le stesse cose per tutto il tempo; sta sempre alla guida della società.
Lì la TV non sta creando un ampio fronte di distrazione, sta creando un punto univoco… batte il tamburo su una singola idea, tutto il tempo. È ovviamente uno strumento assai potente.
WALLACE: Quindi lei sta parlando del potenziale uso improprio dello strumento.
HUXLEY: Esattamente. Tutta la tecnologia, di per sé, è moralmente neutrale. Questi sono poteri che possono essere usati bene o male; è la stessa cosa con l’energia atomica, possiamo usarla per farci saltare tutti in aria, o possiamo usarla come sostituto del carbone e del petrolio che si stanno esaurendo.
WALLACE: In quest’ottica lei ha scritto anche sull’uso di droghe.
HUXLEY: Sì, questo è un argomento molto interessante. In questo mio libro che lei ha menzionato, “Brave New World“, ho postulato una sostanza chiamata “soma” che è una droga molto versatile. A piccole dosi farebbe sentire le persone felici, a dosi medie farebbe avere loro delle visioni e a dosi elevate le manderebbe in letargo.
Ebbene, non credo che un farmaco del genere esista ora, né penso che esisterà mai. Ma abbiamo farmaci che possono fare alcune di queste cose, e penso che abbastanza probabilmente potremo avere farmaci che cambieranno profondamente i nostri stati mentali senza farci del male.
Voglio dire, questa è la rivoluzione farmacologica in atto, ora abbiamo potenti farmaci che cambiano la mente quasi senza effetti nocivi a livello somatico. Non come l’oppio o la cocaina, che cambiano lo stato d’animo e lasciano risultati terribili dal punto di vista fisiologico e morale.
WALLACE: Signor Huxley, nei suoi ultimi saggi lei afferma che questi vari “Nemici della Libertà” ci stanno spingendo verso un “Brave New World” nella vita reale, e dice che questo ci sta aspettando proprio dietro l’angolo. Anzitutto, può spiegarci in dettaglio che genere di vita in questo Brave New World lei temerebbe così tanto, o come potrebbe essere quella vita?
HUXLEY: Beh, per cominciare, penso che questo tipo di dittatura del futuro sarà molto diversa dalle dittature che abbiamo sperimentato nel recente passato. Prenda un altro libro che profetizza il futuro, che è stato un libro davvero straordinario, “1984” di George Orwell.
Ebbene, questo libro è stato scritto al culmine del regime stalinista, e subito dopo il regime di Hitler, e lì si prevedeva una dittatura che utilizzava interamente i metodi del terrore, i metodi della violenza fisica. Ora, penso che in futuro i dittatori scopriranno, come dice il vecchio proverbio, che con le baionette puoi fare tutto tranne che sedertici sopra!
WALLACE: (RIDE)
HUXLEY: Ma, se si vuole preservare il potere indefinitamente, si deve ottenere il consenso dei governati, e questo lo faranno in parte con la droga, come avevo previsto in “Brave New World”, in parte con queste nuove tecniche di propaganda.
Lo faranno bypassando il lato razionale dell’uomo, facendo appello al suo subconscio, alle sue emozioni più profonde e persino alla sua fisiologia, e così davvero gli faranno amare la sua schiavitù.
Penso che questo sia il vero pericolo: che le persone possano essere in qualche modo felici sotto il nuovo regime, ma che siano felici in situazioni in cui non dovrebbero proprio esserlo.
WALLACE: Allora mi permetta di chiederle questo. Lei sta parlando di un mondo che potrebbe svolgersi entro i confini di uno stato totalitario. A questo riguardo, siamo più immediati, più urgenti. Noi crediamo, comunque, di vivere in democrazia qui negli Stati Uniti d’America. Lei crede che questo Brave New World di cui parla potrebbe, diciamo nel prossimo quarto di secolo, o nel prossimo secolo, approdare qui sulle nostre coste?
HUXLEY: Penso di sì. Ecco perché ritengo così estremamente importante che iniziamo a pensare qui e ora a questi problemi. Per non farci sorprendere dai nuovi progressi tecnologici, per esempio, per quanto riguarda l’uso dei farmaci.
Sappiamo, ora ci sono prove sufficienti per metterci in grado, sulla base di queste prove e usando una certa quantità di immaginazione creativa, di prevedere il tipo di usi che persone di cattiva volontà potrebbero attuare con queste cose, e dobbiamo tentare di prevenirlo.
Allo stesso modo, penso che possiamo fare previsioni su questi altri metodi di propaganda e che possiamo fare molto per prevenire. Dopo tutto, il prezzo della libertà è una costante vigilanza.
WALLACE: In Nemici della libertà lei si riferisce specificamente agli Stati Uniti d’America. A proposito delle campagne politiche statunitensi, lei dice: “Tutto ciò che serve sono soldi e un candidato che possa essere addestrato ad apparire sincero; i principi e i programmi politici hanno perso gran parte della loro importanza. Ciò che conta davvero sono la personalità del candidato e il modo in cui viene presentato dagli esperti della pubblicità”.
HUXLEY: Sì, è così… durante l’ultima campagna c’è stata una grande quantità di questo tipo di dichiarazioni da parte dei responsabili pubblicitari dei partiti in lizza. Questa idea che i candidati debbano essere commercializzati come se fossero sapone o dentifricio, e che la scelta debba dipendere interamente dalla personalità.
Voglio dire, la personalità è importante, ma ci sono certamente persone con una personalità estremamente amabile, soprattutto in TV, che potrebbero non essere necessariamente molto brave in politica… in posizioni di responsabilità politica.
WALLACE: Lei pensa che uomini come Eisenhower, Stevenson, Nixon, avendo una conoscenza d’avanguardia, stessero cercando di gettare fumo negli occhi del pubblico statunitense?
HUXLEY: No, ma erano consigliati da potenti agenzie pubblicitarie che stavano realizzando campagne di un tipo completamente diverso da quello che si faceva prima. E penso che probabilmente vedremo tutti i tipi di nuovi dispositivi entrare in scena. Per esempio, questa cosa che ha avuto molta pubblicità lo scorso autunno, la proiezione subliminale[4].
Voglio dire, così come stanno le cose, penso che questa faccenda non sia una minaccia per noi al momento, ma l’altro giorno stavo parlando con una persona che ha svolto i lavori più sperimentali con questo genere di tecniche nel… laboratorio psicologico. Lui diceva proprio questo, che al momento non è un pericolo, ma una volta stabilito il principio che qualcosa funziona, puoi essere assolutamente certo che la relativa tecnologia migliorerà costantemente.
Ed era sua opinione che, beh, forse le useranno in una certa misura nella campagna del 1960, ma probabilmente le useranno molto e molto più efficacemente nella campagna del 1964, perché questo è il tipo di velocità con cui la tecnologia avanza.
WALLACE: E saremo persuasi a votare per un candidato senza sapere di essere stati persuasi a votare per lui.
HUXLEY: Esattamente, voglio dire che questo è il quadro piuttosto allarmante: che siamo persuasi al di sotto del livello di scelta ragionata.
WALLACE: Per quanto riguarda la pubblicità di cui lei ha parlato poco fa, nei suoi scritti, in particolare in “Nemici della Libertà“, lei attacca Madison Avenue, che controlla la maggior parte della nostra pubblicità televisiva, radiofonica, della carta stampata e così via. Perché lei attacca costantemente le agenzie pubblicitarie?
HUXLEY: Beh, no, penso che la pubblicità svolga un ruolo molto necessario, ma in una democrazia mi sembra che il pericolo sia questo… voglio dire, da cosa dipende una democrazia? Una democrazia dipende dal fatto che il singolo elettore compia una scelta intelligente e razionale per ciò che egli considera il suo illuminato interesse personale, in una data circostanza.
Ma quello che stanno facendo queste persone, sia quelli che perseguono i loro scopi particolari di vendere beni, sia i propagandisti delle dittature, è cercare di aggirare il lato razionale dell’uomo e fare appello direttamente a queste forze inconsce. Così, in un certo senso, si sta rendendo assurda l’intera procedura democratica che si dovrebbe basare su una scelta consapevole fatta su basi razionali.
WALLACE: Forse lei ha già risposto alla prossima domanda perché nel suo saggio lei scrive di spot televisivi, non solo di spot politici, ma di spot televisivi in quanto tali e di come “I bambini di oggi vanno in giro cantando i ritornelli pubblicitari di birre e dentifrici”. E poi lei collega in qualche modo questo fenomeno con i pericoli di una dittatura. Ora, potrebbe precisare questa connessione o pensa di averlo fatto a sufficienza?
HUXLEY: Beh, penso che l’intera questione dei bambini sia terribilmente importante perché i bambini sono chiaramente molto più suggestionabili dell’adulto medio; supponiamo che, per una ragione o per l’altra, tutta la propaganda sia nelle mani di una o pochissime agenzie, avremmo una forza straordinariamente potente che agisce sui bambini, che cresceranno e diventeranno adulti abbastanza presto. Penso davvero che questa non sia una minaccia immediata, ma rimane una possibile minaccia…
WALLACE: Nel suo saggio lei ha detto qualcosa di effetto: che i bambini d’Europa venivano chiamati “carne da cannone” mentre qui negli Stati Uniti d’America sono “carne da televisione e radio”.
HUXLEY: Nei giornali di settore si leggono i resoconti più lirici su quanto sia necessario entrare in contatto con i bambini perché in seguito saranno fedeli acquirenti del marchio. Ma, ancora una volta, basta tradurlo in termini politici: il dittatore dice che i bambini saranno tutti acquirenti della sua ideologia quando saranno grandi.
WALLACE: Si sente tanto parlare di lavaggio del cervello usato dai comunisti. Lei vede qualche diverso lavaggio del cervello, che venga usato qui negli Stati Uniti d’America, altre forme di lavaggio del cervello?
HUXLEY: Non nella forma che è stata usata in Cina e in Russia perché quella è, essenzialmente, l’applicazione di metodi di propaganda, il tipo più violento sugli individui; non è un metodo con il fucile, come… come il metodo pubblicitario. È un modo per impadronirsi della persona e giocare sia sulla sua fisiologia che sulla sua psicologia fino a quando non crolla davvero e quindi si potrà impiantare una nuova idea nella sua testa.
Intendo dire che le descrizioni di quei metodi fanno davvero gelare il sangue quando le si legge, e non solo i metodi applicati ai prigionieri politici ma anche i metodi applicati, ad esempio, alla formazione dei giovani amministratori e attivisti comunisti. Ricevono un tipo di addestramento incredibilmente duro che può portare forse il venticinque per cento di loro al crollo o al suicidio, ma produce il settantacinque per cento di fanatici assolutamente uni-formati.
WALLACE: La domanda che continua a tornarmi in mente è questa: ovviamente la politica in sé non è malvagia, la televisione non è malvagia in sé, l’energia atomica non è malvagia, eppure lei sembra temere che vengano usate in modo malvagio. Perché, secondo lei, le persone giuste non le useranno, mentre le persone sbagliate useranno questi vari dispositivi, e per motivi sbagliati?
HUXLEY: Beh, penso che uno dei motivi sia che questi sono tutti strumenti per ottenere il potere, e ovviamente la passione per il potere è una delle passioni più forti che operano nell’uomo. In fin dei conti, tutte le democrazie si basano sull’affermazione che il potere è molto pericoloso e che è estremamente importante non lasciare che un uomo o un piccolo gruppo abbia troppo potere per troppo tempo.
In fin dei conti, che cosa sono la costituzione britannica e americana se non i dispositivi per limitare il potere, mentre tutti questi nuovi dispositivi sono strumenti estremamente efficienti per far sì che piccoli gruppi impongano il potere su grandi masse.
WALLACE: Già, lei stesso si è posto questa domanda in “Nemici della libertà”. Le ripropongo la sua stessa domanda: “In un’era con sovra-popolazione accelerata, con sovra-organizzazione accelerata e con mezzi di comunicazione di massa sempre più efficienti, come possiamo preservare l’integrità dell’individuo umano e riaffermare il suo valore?” Ha posto lei la domanda, ecco ora l’occasione per rispondere, signor Huxley.
HUXLEY: Beh, questo è ovviamente… prima di tutto, è una questione di educazione. Penso che sia terribilmente importante insistere sui valori individuali, voglio dire… c’è una tendenza… probabilmente uno legge un libro di Whyte, “The Organization Man”, un libro molto interessante e prezioso credo, in cui si parla del nuovo tipo di moralità di gruppo, l’etica di gruppo, si parla del gruppo come se il gruppo fosse in qualche modo più importante dell’individuo.
Per quanto mi riguarda, questo sembra in contraddizione con ciò che sappiamo sulla composizione genetica degli esseri umani, che ogni essere umano è unico. Ed è, ovviamente, su questa base genetica che si basa l’intera idea del valore della libertà.
Penso che sia estremamente importante sottolineare questo in ogni nostra attività educativa, e direi che è anche molto importante insegnare alle persone a stare in guardia contro le sciocche trappole verbali in cui vengono sempre attirate, ad analizzare il genere di cose che vengono loro dette.
Penso che ci sia tutto questo campo educativo… e penso che ci siano molte altre cose che si potrebbero fare per rafforzare le persone e renderle più consapevoli di ciò che viene fatto.
WALLACE: Lei è un profeta del decentramento?
HUXLEY: Beh, sì… se è possibile. È una delle tragedie, mi sembra. Molte persone hanno parlato dell’importanza del decentramento per restituire all’elettore un senso di potere diretto. Cioè, in un campo elettorale enorme l’elettore è piuttosto impotente e il suo voto sembra non contare nulla.
Questo non è vero quando il collegio elettorale è piccolo, dove l’elettore ha a che fare con un gruppo che può capire e gestire, e se, come Jefferson ha suggerito, si possono dividere le unità in unità sempre più piccole e così ottenere una vera democrazia che si autogoverna.
WALLACE: Ai tempi di Jefferson andava tutto bene, ma come possiamo rinnovare il nostro sistema economico e decentralizzare, e al tempo stesso affrontare militarmente ed economicamente la dura sfida di un paese come la Russia sovietica?
HUXLEY: Penso che la risposta sia che ci sono due tipi di produzione industriale. Alcuni tipi di produzione industriale ovviamente necessitano della centralizzazione più estrema, come ad esempio la produzione di automobili.
Ma ci sono molti altri tipi in cui si potrebbe decentralizzare abbastanza facilmente e anche abbastanza economicamente, così si avrebbe questo tipo di decentralizzazione, come si inizia a vedere ora viaggiando attraverso il sud, questa industria tessile decentralizzata che sta nascendo laggiù.
WALLACE: Signor Huxley, lasci che le chieda questo, molto seriamente: è necessaria la libertà?
HUXLEY: Per quanto mi riguarda lo è.
WALLACE: Perché? È necessaria per una società produttiva?
HUXLEY: Sì, devo dire che lo è. Intendo, per una società genuinamente produttiva. Si potrebbero produrre molti beni senza tanta libertà, ma penso che l’intero tipo di vita creativa dell’uomo sia in definitiva impossibile senza una misura considerevole di libertà individuale, di iniziativa, di creazione. Tutte queste cose che apprezziamo, e che penso apprezziamo giustamente, sono impossibili senza un’abbondante dose di libertà.
WALLACE: Bene, signor Huxley, guardi di nuovo al paese che riveste il ruolo di nostro avversario, o che comunque sembra rivestire quel ruolo, la Russia sovietica. È forte, e sta diventando più forte, economicamente, militarmente, allo stesso tempo sta sviluppando le sue forme d’arte abbastanza bene… sembra che tragga una qualche utilità dal soffocare l’impulso creativo della sua gente. Eppure, non è una società libera.
HUXLEY: Non è una società libera, ma qui c’è qualcosa di molto interessante: che in quella società i membri che stanno facendo il lavoro creativo, come gli scienziati, hanno molta più libertà di chiunque altro. Voglio dire, è una società aristocratica privilegiata in cui, a condizione che non mettano il naso negli affari politici, a queste persone viene dato un grande prestigio, una notevole quantità di libertà e molto denaro.
Questo è un fatto molto interessante sul nuovo regime sovietico, e penso che vedremo, ehm… un popolo nel complesso con pochissima libertà ma con in cima un’oligarchia che gode di una considerevole misura di libertà e di un tenore di vita molto alto.
WALLACE: E le persone in basso, gli “epsilon” in basso…?
HUXLEY: Godono molto poco.
WALLACE: E lei pensa che questo tipo di situazione possa durare a lungo?
HUXLEY: Penso che possa certamente durare molto più a lungo della situazione in cui tutti siano tenuti fuori; su queste basi possono certamente ottenere i loro risultati tecnologici e scientifici.
WALLACE: Ebbene, la prossima volta che la intervisterò forse dovremmo approfondire la possibilità che si instauri quel tipo di società, dove i fuchi lavorano per le api regine lassù.
HUXLEY: Sì, ma devo dire che credo ancora nella democrazia, tanto più se riusciamo a sfruttare al meglio le attività creative delle persone che stanno in alto più quelle delle persone che stanno in basso.
WALLACE: Sig. Huxley, la ringrazio davvero per aver trascorso questa mezz’ora con noi, e le auguro buona fortuna, signore.
HUXLEY: Grazie.
WALLACE: Aldous Huxley si trova in questi giorni in una posizione particolare e inquietante: un quarto di secolo dopo aver profetizzato uno stato autoritario in cui le persone sono ridotte a numeri, egli può indicare la Russia sovietica e dire: “Ve l’avevo detto!”
Per come la vede ora, la questione cruciale è se il cosiddetto Mondo Libero darà presto al signor Huxley l’ulteriore dubbia soddisfazione di dire anche a noi: “Ve l’avevo detto!”
[1] Si sentono ancora forti gli strascichi del Maccartismo (1951-55)
[2] Tutti operanti in enclave massonica (Il Rito Scozzese Antico e Accettato, cioè la Massoneria Azzurra o britannica: si veda https://www.disinformazione.it/psichiatrimassoni.htm)
[3] 1620: i Padri Pellegrini sbarcano nel New England con la nave Mayflower e ha inizio la colonizzazione bianca del Nord America .
[4] Messaggi che durano meno di 1/8 di secondo, così che la lettura cosciente non li registrerebbe, ma il subconscio ne resterebbe comunque influenzato.