Circa 60.000 persone lavorano sotto identità mascherate, facendo parte di un ampio programma chiamato “Riduzione delle Firme” che sfugge ad ogni effettivo controllo democratico.
di William M. Arkin, NEWSWEEK, 17/05/21
TRADOTTO DA LEOPOLDO SALMASO
(PRIMA PARTE DI DUE)
La seconda parte verrà pubblicata a giorni
La più grande forza sotto copertura che il mondo abbia mai conosciuto è quella creata dal Pentagono negli ultimi dieci anni. Ora appartengono a questa armata segreta circa 60.000 persone, molte delle quali lavorano sotto identità mascherate e di basso profilo, tutte facenti parte di un ampio programma chiamato “Riduzione delle Firme”. Questa armata, almeno dieci volte più numerosa degli operatori clandestini della CIA, svolge incarichi nazionali ed esteri, sia in divisa militare che sotto copertura civile, nella vita reale e online, a volte nascondendosi in aziende e consulenze private, alcune delle quali sono società dai nomi familiari.
Questo cambiamento senza precedenti ha posto un numero sempre maggiore di soldati, civili e appaltatori che lavorano sotto false identità, in parte come risultato naturale della crescita di forze speciali segrete, ma anche come risposta intenzionale alle sfide di viaggiare e operare in un mondo sempre più trasparente. L’esplosione della guerra cibernetica nel Pentagono, inoltre, ha prodotto migliaia di spie che svolgono il loro lavoro quotidiano sotto falsa identità, proprio il tipo di operazioni nefaste che gli Stati Uniti denunciano quando le spie russe e cinesi fanno lo stesso .
L’esclusivo rapporto di Newsweek su questo mondo segreto è il risultato di un’indagine durata due anni che ha comportato l’esame di oltre 600 curriculum e 1.000 offerte di lavoro, dozzine di richieste in base al Freedom of Information Act e decine di interviste con membri e decisori della difesa. Ciò che emerge è una finestra non solo su un settore poco conosciuto dell’esercito americano, ma anche su una pratica completamente priva di regole. Nessuno conosce la dimensione totale del programma, l’esplosione della Riduzione delle Firme non è mai stata esaminata per il suo impatto sulle politiche e sulla cultura dei militari. Il Congresso non ha mai tenuto un’audizione sull’argomento. Eppure i militari che sviluppano questa gigantesca forza clandestina contravvengono alle leggi degli Stati Uniti, alle Convenzioni di Ginevra, al codice di condotta militare e al principio di responsabilità.
La Riduzione delle Firme impegna circa 130 aziende private per gestire il nuovo mondo clandestino. Decine di organizzazioni governative poco conosciute o segrete sostengono il programma, distribuendo contratti riservati e supervisionando operazioni pubblicamente non riconosciute. Complessivamente le aziende impiegano oltre 900 milioni di dollari all’anno per gestire l’armata clandestina, facendo di tutto: dalla creazione di documenti falsi e dal pagamento delle bollette (e delle tasse) di individui che operano sotto falso nome, alla produzione di travestimenti e altri dispositivi per impedire il rilevamento e l’identificazione, alla costruzione dispositivi invisibili per fotografare e ascoltare le attività negli angoli più remoti del Medio Oriente e dell’Africa.
Le forze per le operazioni speciali costituiscono oltre la metà dell’intera armata di Riduzione delle Firme, i guerrieri fantasma che inseguono i terroristi nelle zone di guerra dal Pakistan all’Africa occidentale, ma anche lavorano sempre più in punti caldi non riconosciuti dietro le linee nemiche, in luoghi come la Corea del Nord e l’Iran. Gli specialisti dell’intelligence militare – collezionisti, agenti del controspionaggio, persino linguisti – costituiscono il secondo elemento più grande: dispiegati a migliaia in qualsiasi momento con un certo grado di copertura per proteggere le loro vere identità.
Il gruppo più nuovo e in più rapida crescita è l’esercito clandestino che non lascia mai le tastiere. Questi sono i cyber combattenti e i raccoglitori di intelligence all’avanguardia che assumono false identità online, impiegando tecniche di “non attribuzione” e “errata attribuzione” per nascondere il chi e il dove della loro presenza online mentre cercano obiettivi di alto valore e raccolgono ciò che viene chiamato “informazioni pubblicamente accessibili” o persino si impegnano in campagne per influenzare e manipolare i social media. Centinaia lavorano dentro e per la NSA, ma negli ultimi cinque anni ogni intelligence militare e unità per le operazioni speciali ha sviluppato una sorta di cellula operativa “web” che raccoglie informazioni e si occupa della sicurezza operativa delle sue stesse attività.
Nell’era elettronica, uno dei compiti principali della Riduzione delle Firme è tenere mascherate tutte le organizzazioni e le persone, comprese le automobili e gli aerei coinvolti nelle operazioni clandestine. Questo sforzo di protezione comporta di tutto, dalla rimozione su Internet dei segni rivelatori di vere identità al seminare informazioni false per proteggere le missioni e le persone. Poiché l’identificazione e la biometria standard inconfondibile sono diventate norme mondiali, l’industria della Riduzione delle Firme lavora anche per scoprire modi per falsificare e craccare tutto, dalle impronte digitali al riconoscimento facciale ai valichi di frontiera, per garantire che gli agenti sotto copertura possano entrare e operare negli Stati Uniti, manipolando documenti ufficiali per garantire che le false identità corrispondano.
Proprio come la biometria e il “Real ID” sono i nemici del lavoro clandestino, lo è anche lo “svuotamento digitale” della vita online. Una delle principali preoccupazioni del lavoro antiterrorismo nell’era dell’ISIS è che anche le famiglie dei militari sono vulnerabili, un’altra ragione, dicono i partecipanti, per operare sotto false identità. L’abbondanza di informazioni online sugli individui (oltre ad alcuni spettacolari hackeraggi) ha consentito ai servizi di intelligence stranieri di meglio smascherare le false identità delle spie americane. La Riduzione delle Firme è quindi al centro non solo dell’antiterrorismo, ma fa parte dello spostamento del Pentagono verso una grande competizione di potere con Russia e Cina: concorrenza, influenza e disgregazione “al di sotto del livello di un conflitto armato”, o ciò che i militari chiamano guerra nella “Zona Grigia”, uno spazio “nel continuum fra pace e conflitto”.
Un alto funzionario recentemente in pensione, che era responsabile della supervisione di Riduzione delle Firme e dei “programmi di accesso speciale” super-segreti che proteggono da controlli e compromessi, afferma che nessuno è pienamente a conoscenza della portata del programma, né è stata data molta considerazione alle sue implicazioni per l’istituzione militare. “Tutto è problematico, egli dice: dallo status, in base alle Convenzioni di Ginevra, di un soldato che, operando sotto falsa identità, fosse catturato da un nemico, alla supervisione del Congresso”. Egli è preoccupato che il desiderio di diventare più invisibili al nemico non solo oscuri ciò che gli Stati Uniti stanno facendo nel mondo, ma renda anche più difficile risolvere le controversie internazionali. “La maggior parte delle persone non ha nemmeno sentito parlare di Riduzione delle Firme, figuriamoci di ciò che fa”, dice.
L’ufficiale ha parlato a condizione di restare anonimo perché si tratta di questioni altamente riservate.
Operatori militari elaborano la parte posteriore di un SUV in Siria, installando l’alimentazione e il cablaggio per trasformare un veicolo apparentemente normale in una piattaforma di intercettazione ravvicinata, in grado di intercettare i segnali di telefoni cellulari e walkie-talkie. (Foto fornita a William M. Arkin)
La vita segreta di Jonathan Darby
Ogni mattina alle 10:00, Jonathan Darby si imbarca nel suo giro settimanale di telefonate. Darby non è il suo vero nome, ma non è nemmeno il nome falso sulla patente di guida del Missouri che egli usa per svolgere il suo lavoro. Anche l’auto governativa che guida, una da una flotta di oltre 200.000 veicoli federali di proprietà dell’Amministrazione dei Servizi Generali, non è registrata né col suo vero nome né con il suo nome falso, e nemmeno le targhe statali del Maryland attaccate magneticamente alla sua auto sono riconducibili a lui o alla sua organizzazione. Sono segretati anche i luoghi in cui Darby lavora e i luoghi che visita.
Darby si è ritirato dall’esercito e chiede che non venga usato né il suo vero nome né quello di copertura. Ha servito per 20 anni nel controspionaggio, inclusi due incarichi di basso profilo in Etiopia e Sudan, mascherandosi da uomo d’affari espatriato. Ora lavora per un appaltatore per Riduzione delle Firme con sede nel Maryland, che ha chiesto a Newsweek di non identificare.
Mentre Darby fa il giro di una quarantina di uffici postali e negozi di cassette postali nell’area metropolitana di Washington, prende un baule pieno di lettere e pacchi e li invia da indirizzi rurali. Tornato in ufficio, si occupa della raccolta, consegna le fatture agli addetti alla contabilità ed elabora dozzine di lettere personali e commerciali spedite da decine di località estere. Ma il suo compito principale è registrare e inoltrare i “meccanismi” di Riduzione delle Firme, come vengono chiamati passaporti e patenti di guida statali per persone che non esistono, e altri documenti – bollette, documenti fiscali, tessere di appartenenza all’organizzazione – che costituiscono la base per identità false.
Per registrare e ricontrollare l’autenticità della sua attività quotidiana, Darby accede a due database: uno per i documenti di viaggio e di identità, l’archivio della comunità di intelligence con 300.000 passaporti e visti stranieri autentici, contraffatti o alterati; l’altro, Cover Acquisition Management System, un registro supersegreto di false identità dove vengono registrati i “meccanismi” utilizzati dagli operatori clandestini. Per le false identità che viaggiano all’estero, Darby e i suoi colleghi devono anche modificare i database dell’immigrazione e delle dogane statunitensi per garantire che coloro che svolgono attività illecite possano tornare negli Stati Uniti indisturbati.
Per la verifica dell’identità, l’unità di Darby lavora con gli uffici segreti della Homeland Security e del Dipartimento di Stato, nonché con quasi tutti i 50 stati, per registrare “meccanismi” autentici sotto falso nome. Una rara occhiata su questo mondo si è avuta nell’aprile 2013, quando un intraprendente giornalista della Northwest Public Broadcasting ha scritto una storia che suggeriva la portata di questo programma segreto. Il suo rapporto ha rivelato che lo stato di Washington da solo aveva fornito centinaia di patenti di guida statali valide con nomi fittizi al governo federale. L’esistenza del “programma riservato patenti di guida”, come è stato chiamato, era ignota anche al governatore.
Prima di Internet, dice Darby, prima che un poliziotto locale o una guardia di frontiera fossero connessi ai database centrali in tempo reale, tutto ciò di cui un agente aveva bisogno per essere “sotto copertura” era un documento d’identità con una foto autentica. In questi giorni, tuttavia, soprattutto per coloro che operano sotto copertura, la cosiddetta “legenda” dietro un’identità deve corrispondere a qualcosa di più di un semplice nome inventato. Darby la chiama “due diligence”: la creazione di questa scia di finta esistenza. È necessario ricercare attentamente luoghi di nascita e indirizzi di casa falsi, creare vite di posta elettronica false e account di social media. E quelle esistenze devono avere “amici” corrispondenti. Quasi ogni singola unità che opera clandestinamente – operazioni speciali, raccolte di intelligence o cyber – ha una sezione in Riduzione delle Firme, per lo più gestita da piccoli appaltatori, che conducono la due diligence. Si conformano a quelli che Darby chiama i sei principi di Riduzione delle Firme: credibilità, compatibilità, realismo, sostenibilità, verità e conformità.
La conformità è importante, dice Darby, soprattutto a causa del mondo creato dall’11 settembre, in cui i posti di blocco sono comuni e le attività sospette sono esaminate più da vicino. Tenere qualcuno nascosto per davvero, e farlo per un qualsiasi periodo di tempo, richiede una danza di lungo tempo che non solo deve attendere all’identità operativa di qualcuno, ma anche mantenere la sua vita reale a casa. Come spiega Darby, questo include il pagamento clandestino delle bollette, ma anche la collaborazione con banche e dipartimenti di sicurezza delle carte di credito perché guardino altrove mentre cercano frodi di identità o riciclaggio di denaro. E poi, i tecnici che lavorano per Riduzione delle Firme devono garantire che vengano mantenuti i punteggi di credito reali e anche le tasse reali, e che i pagamenti della previdenza sociale siano aggiornati, in modo che le persone possano tornare alle loro vite dormienti quando cessano i loro incarichi per Riduzione delle Firme.
L’unità di Darby, originariamente chiamata Operational Planning and Travel Intelligence Center, è responsabile della supervisione di gran parte di questo (e per farlo gestisce il più grande ufficio finanziario del Pentagono), ma la documentazione, per quanto importante, è solo una parte del puzzle. Altre organizzazioni sono responsabili della progettazione e della produzione dei travestimenti personalizzati e degli elementi di “inganno biometrico” per facilitare il viaggio. Darby dice che è qui che si trovano tutti i programmi di accesso speciale (SAP). I SAP, la categoria più segreta di informazioni governative, proteggono le capacità clandestine esistenti e i metodi utilizzati per manipolare i sistemi stranieri, per aggirare protezioni apparentemente infallibili, tra cui l’impronta digitale e il riconoscimento facciale.
Dispositivo di localizzazione e di ascolto spycraft, impiantato nel tallone di una scarpa. Sullo sfondo è la base di una lampada, anch’essa con un dispositivo di ascolto impiantato. (Foto fornita a William M. Arkin)
‘Riduzione delle Firme’ è un nome d’arte
Numerosi SAP di Riduzione delle Firme, programmi con nomi come Hurricane Fan, Island Hopper e Peanut Chocolate, sono gestiti da un mondo oscuro di organizzazioni segrete che servono l’esercito clandestino: l’attività di supporto dei programmi di difesa, il Joint Field Support Center, il Army Field Support Center, l’Ufficio per lo sviluppo delle risorse, l’Ufficio di supporto militare, Project Cardinals e Ufficio per i programmi speciali.
In linea con la segretezza di tutto ciò, non esiste una definizione non classificata di Riduzione delle Firme. La Defense Intelligence Agency, che gestisce il Defense Clandestine Service e il Defense Cover Office, afferma che Riduzione delle Firme è un nome d’arte, che “individui potrebbero usare per… descrivere le misure di sicurezza operativa (OPSEC) per una varietà di attività e operazioni”. In risposta alle domande di Newsweek che sottolineano che dozzine di persone hanno usato questo termine per riferirsi a quel mondo, la DIA suggerisce che forse il Pentagono può aiutare. Ma la persona responsabile lì, identificata come un portavoce del Dipartimento della Difesa, dice solo che “per quanto riguarda le operazioni HUMINT” – che significa intelligenza umana – Riduzione delle Firme “non è un termine ufficiale” e che è usato per descrivere “misure adottate per proteggere le operazioni”.
Un altro ex alto funzionario dell’intelligence, uno che dirigeva un’intera agenzia e chiede di non essere nominato perché non è autorizzato a parlare di operazioni clandestine, afferma che Riduzione delle Firme esiste in un “crepuscolo” tra clandestino e sotto copertura. Il primo, definito per legge, è soggetto all’approvazione presidenziale e appartiene ufficialmente al Servizio Clandestino Nazionale della CIA. Il secondo connota strettamente le azioni delle forze dell’ordine intraprese da persone con un badge. E poi c’è il Programma di Protezione dei Testimoni, amministrato dall’U.S. Marshals Service del Dipartimento di Giustizia, che si occupa delle false identità e delle vite delle persone che sono state reinsediate in cambio della loro cooperazione con i pubblici ministeri e le agenzie di intelligence.
2 comments
[…] https://vcomevittoria.it/author/leopoldo-salmaso; https://vcomevittoria.it/newsweek-60mila-militari-usa-sotto-copertura […]
[…] https://vcomevittoria.it/author/leopoldo-salmaso; https://vcomevittoria.it/newsweek-60mila-militari-usa-sotto-copertura […]
Comments are closed.