L’estenuante battaglia per Mariupol, la città simbolo del Mar d’Azov, e le rivelazioni sulle sue strutture sotterranee abitate da insospettabili presenze, fa capire che il vero obbiettivo strategico della NATO era il Mar Nero, e che dopo l’annessione della Crimea alla Russia l’idea di riprendersi la penisola non era morta e accantonata, ma doveva essere ripiegata su una costante escalation della repressione sulle popolazioni russofone di Donbass. Questo viene confermato dalla poderosa concentrazione di truppe ucraine ai confini con Donbass, pronte ad attaccare duramente la regione, ma anticipate dall’invasione russa del 24 di febbraio. Nell’ottobre 2021 la testata giornalistica del Pentagono “Defense News” annunciava che bisognava aspettarsi un attacco imminente della Russia nell’area del Mar Nero, quindi non un attacco all’Ukraina in quanto tale, ma ai settori della sua costa (funzionali alla protezione della Crimea), questo perché spesso gli esperti militari proiettano le proprie idee sulle intenzioni del nemico e in questo modo tradiscono le proprie strategie.
In realtà, questa proiezione da parte del Pentagono non doveva essere tanto lontana dal piano dell’Operazione speciale russa, visto che la capitale ucraina era stata presa di mira solo per fare da diversivo e tenervi impegnata una grossa parte della difesa ucraina. Cosa ci farebbero i russi di un Kiev distrutto e capitolato che dichiara la propria neutralità? Anche se formalmente l’Ukraina non era membro della NATO, ciò non aveva impedito che la NATO si impossessasse del suo territorio per addestrare il suo esercito e farne l’uso che voleva. La NATO aveva già una base in Ukraina, ma al confine polacco; la vera base però si è rivelata nei labirinti sotterranei di Azovstal di Mariupol, la quale, in complemento con il reggimento di Azov, sarebbe stata la piattaforma strategica per gestire sia l’attacco a Donbass che quello alla Crimea.
A questo punto non sarebbe sbagliato dire che è la Crimea il vero “Heartland” della geopolitica euro-asiatica. Basterebbe conoscere la sua storia per capire che è uno dei luoghi più contesi sullo scenario mondiale. Popolata fin dall’antichità da sciti e greci, diventa crocevia e territrio di insediamento di tante altre etnie: un regno semi autonomo all’epoca romana, regno di mongoli nel tardo medioevo, colonia per veneziani e genovesi nel Quattrocento, Khanato dei tatari sotto l’Impero ottomano, terra di conquista per la Russia zarista, parte della Russia sovietica socialista con lo statuto di Repubblica autonoma, caduta sotto l’occupazione nazi-fascista nel 1941 e di nuovo liberata dall’Armata Rossa tre anni dopo, ceduta nel 1954 dal presidente russo Chruschev all’amministrazione federale dell’Ukraina, riannessa alla Federazione Russa da Putin nel 2014. Nel febbraio 1945 la Crimea ospita la Conferenza di Jalta, considerata da alcuni studiosi l’ultimo momento di leale collaborazione fra le tre grandi potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale. Nel contesto dell’attuale crisi russo-ucraina, possiamo ancora immaginare il remake di un negoziato geoplitico di tale portata?
E’ piuttosto simbolico come la composizione etnica degli alti ufficiali NATO, intrappolati nei sotterranei di Mariupol, è analoga all’alleanza straniera della Guerra di Crimea del 1853, dove la Russia combatte da sola contro turchi, francesi, britannici e italiani. Anche a quei tempi le richieste russe, che riguardavano l’indipendentismo della cristianità sotto il dominio turco, non incontrarono accoglienza diplomatica presso i francesi e i britannici, essendo questi molto più interessati all’occasione della guerra che alla soluzione diplomatica delle questioni: per gli inglesi il Mar Nero era la via d’accesso alle proprie colonie in India, mentre per i francesi era importante entrare in scena per togliersi lo smacco della sconfitta di Napoleone in Russia. L’assedio di Sebastopoli, durato un anno e svoltosi con pochi scontri frontali, si conclude senza un vincitore ma con la vittoria diplomatica dei francesi. Con il Trattato di Parigi, Napoleone III accresce il proprio prestigio internazionale, sentendosi legittimato ad appoggiare in seguito i movimenti unitaristi dell’Italia.
Chi sa se Macron non abbia pensato a questo suo predecessore, immaginando per analogia di poter sfruttare l’occasione di una soluzione diplomatica dell’attuale conflitto, vista la presenza di quadri francesi di alto rango nei sotterranei di Mariupol, e accrescere in questo modo il proprio rating elettorale, mostrando una maggiore indipendenza dagli USA? Bisogna essere molto distratti per non vedere che la servile subordinazione agli USA e l’endorsement a Zelensky producono come effetto il plebiscito per leader sovrani e filo-russi come Orban e Vucic, e che anche in Francia l’arroganza americana e la crescente inflazione potranno produrre sovversione sociale e un nuovo de Gaulle, per non parlare di quello che potrebbe succedere in Germania. Non è un caso che Marine Le Pen stia cavalcando un cambiamento di politica estera, riconoscendo la Crimea come parte della Russia e promettendo l’uscita della Francia dal Comitato integrato della NATO. Peccato però che gli americani abbiano delegato la guida della NATO e delle vicende europee ai britannici, e non ai francesi, il che spiega la costante presenza mediatica di Boris Johnson, mentre Macron e Scholz appaiono come sprovveduti assistenti di marketing delle strategie anglo-sassoni. I britannici sono i principali finanziatori del reggimento Azov, per cui sarebbe inimmaginabile che si ritirassero dal conflitto a mani vuote.
Ci sono tutti i segnali che gli americani abbiano orientato la propria attenzione verso il conflitto con la Cina. Ma perché avere tutta questa fretta? È tangibile come l’Ukraina abbia già esaurito il proprio ruolo di detonatore e quindi verrà inserita nel calderone generico della guerra perpetua alla Russia, a cui sara aggiunta la nuova provocazione del nuovo fronte artico, creato con il solito copione delle candidature NATO di Svezia e Finlandia. Forse gli USA hanno fretta ad affrontare la Cina per nascondere i fallimenti del Pentagono in Afghanistan? O per anticipare scioccanti rivelazioni dai sotterranei di Mariupol, come i laboratori di terrorismo biologico? Non è escluso che i sotterranei diventino una sorta di uovo pasquale con la sorpresa, e che gli arresti dei suoi abitanti Vip possano rendere ricattabile la NATO e portare alla cessione del conflitto bellico, che non a caso nell’ultimo periodo è stato ridimensionato. Perfino papa Bergoglio si è accorto dell’inutilità cosmica della NATO, che ha portato in Europa tutt’altro che benessere, pace e democrazia.
17 Aprile 202
Zory Petzova