“In futuro, più che medici e politologi, ad illuminarci su questo periodo pandemico saranno antropologi e storici della religione: sono loro ad avere le competenze necessarie per spiegare come il vaccino si sia trasformato da forma di profilassi medica a religione ufficiale degli Stati occidentali, e come questa trasformazione sia stata vissuta come ovvia, e persino auspicabile, tanto dal ceto politico quanto da quello intellettuale.” (Federico Leo Renzi, studioso di teologia politica)
È davvero un raro privilegio poter assistere alla nascita di una nuova religione e all’istituzione dei nuovi sacramenti. Quella “religiosità seconda” che sarebbe stata, secondo Spengler, il sintomo della fase terminale di una Civiltà, quell’ultimo sussulto che, nell’agonia, precede il suo tracollo e disfacimento – qualcosa noto a tutti quelli che hanno assistito un morente fino alla fine. Ora possiamo sperimentare da testimoni la fine della Civiltà occidentale, insita paradossalmente proprio nella celebrazione della sua nuova religione, in cui tutto ciò che trascende l’uomo, ogni forma di espressione spirituale, tradizione vivente e qualità, è dominato da ciò che porta verso il basso – intelletto astratto, interesse economico, finanza e i nuovi simboli di un materialismo disanimato, meccanicistico e scientista.
La nuova religiosità, secondo Spengler, avrebbe dovuto svilupparsi contro quella della tradizione, nata in una civiltà organica e qualitativa, e offrire una compensazione meccanicistica e puramente terrena all’infelicità dell’uomo, e benché questo antagonismo fra religione tradizionale, da una parte, e positivismo e materialismo scientifico, dall’altra, sia stato operativo e incentivante per il progresso sociale nel corso degli ultimi secoli, oggi noi non assistiamo più a un dualismo circolare fra tesi e antitesi, ma alla fase della loro sintesi in un’unica religione dell’Occidente, che parla un’unica lingua e accomuna concetti, categorie e formule simboliche e subliminali. E poiché questo ibrido, questa nuova sintesi si arma dell’esclusività di un unico presidio e di un unico simbolo – quello della siringa vaccinale, possiamo giustamente coniare un nuovo termine e chiamare la nuova religione Vaccinolatria.
Sorprendenti sono le analogie fra il dogmatismo cattolico e la Vaccinolatria. Non era difficile associare il battesimo all’inoculazione, così come il peccato originale allo stigma di “untore per default”, entrambi colpe innate che possono essere riscattate solo attraverso un passaggio liturgico che garantisce l’assunzione a una nuova vita – il rito della purificazione. “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà (e non sarà battezzato) sarà condannato” ( Marco 16,16). D’altronde, questa esortazione di Gesù riporta esattamente al marketing mediatico da parte di sedicenti esperti virologi, per i quali ai vaccini non c’è un’alternativa (come potrebbero essere le cure) e ancora meno la possibilità di contestare ragionevolmente la perentorietà della campagna vaccinale, perché non di modelli scientifici o evidenze empiriche si tratta, ma di un fideismo incondizionato.
In realtà la Vaccinolatria non ha nulla di empirico, per quanto essa cerchi di legittimarsi con il metodo scientifico, ma paradossalmente è proprio per questo che ha funzionato ineccepibilmente. Tutte le religioni si fondano sull’incertezza. Se l’esistenza di un dio fosse evidente, non ci sarebbe bisogno dell’apparato del culto, del clero e delle liturgie. La penicillina non è mai stata divinizzata perché era evidente che funzionasse, idem gli anti-dolorifici, o la chirurgia d’urgenza. Nel campo dei vaccini invece tutto è aleatorio e proprio per questo rimesso alla speranza che la formula funzioni e che saremmo noi i veri prescelti della volontà salvifica della scienza. Sono gli stessi dati ufficiali a essere mistici e velati. Immunizzazione per tre mesi, sei, otto? Non si sa. Due richiami, o meglio tre o quattro? Non è importante, perché è la fede che ci guida. Ci sono dei morti a causa del vaccino? Tanto non turbano, perché i sacrifici umani servano all’espiazione del peccato collettivo.
Un’analogia ancora più strutturale è quella classista. Nel medioevo, ai frati francescani, che invocavano una “chiesa povera”, le gerarchie ecclesiastiche di Roma replicavano con l’anatema, spiegando che una chiesa povera non sopravvivrebbe nemmeno un giorno. Senza opulenza e senza denaro la religione non fa proseliti, non perché distribuisce denaro ai poveri, ma perché è il denaro a renderla credibile. Se i vaccini fossero una licenza dello Stato o i brevetti di Big farma fossero stati subito liberalizzati, si sarebbe creata una “vaccinolatria povera”, ma essa non avrebbe durato nemmeno tre giorni, per le stesse ragioni che riguardavano la chiesa povera. Una chiesa spiritualmente essenziale e autentica non avrebbe potuto dominare il potere secolare e permettersi di scomunicare perfino imperatori e capi di Stato, disobbedienti e pronti ad emanciparsi dal suo assolutismo, nello stesso modo in cui oggi i sacerdoti della Vaccinolatria, al soldo delle Case farmaceutiche, non avrebbero potuto perseguire e scomunicare medici e uomini di scienza che seguono ancora il Giuramento di Ippocrate o che praticano il dubbio verso teorie non verificate dai dati.
Oggi della mancata liberalizzazione dei brevetti dei vaccini non se ne parla più, nonostante la ricerca sia stata finanziata con cospicue tranche di denaro pubblico, ma è chiaro che senza gli stratosferici numeri del business delle multinazionali la campagna vaccinale perderebbe subito il suo ‘pathos’ e il suo alone mistico, i media smetterebbero di fare terrorismo ed i governanti di fare lobbying, per cui le vaccinazioni procederebbero solo su base volontaria e la campagna d’immunizzazione si affloscerebbe. Persino i più duri e puri seguaci della Vaccinolatria potrebbero improvvisamente perdere entusiasmo e fede nel loro dio, senza neppure sapersi spiegare il motivo. Il fatto è che il denaro non è solo business o desiderio di arricchimento personale: esso è fascino, suggestione sociale, perché rende straordinariamente serio, importante e indispensabile tutto ciò che tocca, agli occhi di tutti, perfino agli occhi dei “compagni comunisti” e dei fautori del bene collettivo.
Generosa e compassionevole con i ricchi e i potenti, la Vaccinolatria è spietata con i poveri e i deboli, nello stesso modo in cui il clero cattolico infliggeva castrazione morale e punizioni prevalentemente ai poveri. “Predica bene e razzola male”. Grazie alla Vaccinolatria il datore di lavoro può disporre della vita del lavoratore, anche in mancanza di obbligo vaccinale per legge, e i giudici possono approvare tale reato, perché guidati dai principi della “solidarietà vaccinale”. Tra l’altro ai magistrati e ai politici nessuno osa chiedere se siano vaccinati o meno: gli eretici no-vax sono oggetto di caccia solo nelle categorie deboli, come quella degli insegnanti e del lavoro subordinato. Bisogna chiedersi, se l’Italia si è imposta come paese pilota della nuova crociera religiosa, se questo non sia dovuto anche al fatto che la mentalità degli italiani sia ampiamente propensa alla tolleranza dell’ipocrisia ecclesiastica, che è stata introiettata durante i secoli fino a diventare una ragione anche politica. La tolleranza della “debolezza” dei politici e dei loro tradimenti degli interessi nazionali è una conseguenza della tolleranza della falsità ecclesiastica, di un clero con appetiti economici e stili di vita incompatibili con gli insegnamenti morali di Gesù. Per questi motivi, anche nella mentalità di chi si professa ateo è altrettanto facilmente radicabile ogni tipo di ideologia, nonchè il repentino cambiamento fra una polarizzazione e altra, il che disarticola la capacità di discernimento e il senso critico. La facile manipolabilità dell’italiano medio rispetto ad altre società e culture è senz’altro dovuto ai lunghi decenni di consociativismo fra cattolicesimo e comunismo, entrambi costruiti sul dogma che eliminare il dissenso e censurare, opprimere il pensiero e le azioni libere avrebbe portato pace, uguaglianza e giustizia perenne.
Seguendo la premessa iniziale, bisogna dire che le analogie fra cattolicesimo e scientismo resterebbero mere comparazioni teoriche se fra le due visioni del mondo non si fosse creata una vera e propria convergenza, finalizzata nello stesso spazio/corpo fisico – quello del sacerdozio cattolico e del suo massimo esponente papa Bergoglio, che più di ogni altro capo di Stato si è impegnato a persuadere e a iniziare i credenti alla nuova fede vaccinale. In questo modo il Vaticano diventa lo spazio sacro dove la vecchia e la nuova religione si passano la staffetta per poi fondersi in tutt’uno. Questo “successo diplomatico” è stato preceduto da almeno un decennio di insistente richiamo all’Ecumenismo fra le diverse confessioni cristiane. L’Ecumenismo è una tipica idea moderna carica delle ‘buone’ intenzioni di ristabilire l’unità del mondo cristiano, come se la frammentazione fra le varie correnti sconfesserebbe “l’Unica Verità incarnata in Gesù Cristo”, invece di essere considerata una ricchezza in quanto riflesso dell’unicità delle culture e delle tradizioni e i costumi dei popoli cristiani. A sua volta, l’idea dell’Ecumenismo è stata preceduta e preparata dalla fervida fioritura del Sincretismo dall’inizio del nuovo Millennio.
Il Sincretismo si presenta con l’ambizione di dare all’uomo occidentale un ritorno alla spiritualità, superando i dogmi delle religioni tradizionali e facendolo immergere in un’abbondante offerta di movimenti e insegnamenti New Age, che ricalcano vecchie tradizioni spirituali ed esoteriche, miste a interpretazioni della fisica quantistica in chiave di relativismo e universalismo dell’identità umana. In realtà il Sincretismo si sovrappone alla Globalizzazione nella stessa misura in cui ogni particolarismo culturale è destinato a circolare e ad amalgamarsi con il resto: merci e denaro, come tradizioni, religioni ed esseri umani che diventano i nuovi cosmopoliti, i no-borders di un nuovo Ecumenismo di fratellanza spirituale. Potrebbe il Sincretismo new age, nato negli USA, essere ritenuto un piano del Deep State? Ipotesi del tutto plausibile, considerando le numerose prove di interferenza da parte di forze politiche americane progressiste e globaliste per una “nuova primavera” della Chiesa romana, ossia le pressioni diplomatiche sulla Santa Sede affinché si riposizionasse sulle nuove tendenze antropologiche e oltre tutto su politiche programmatiche urgenti, come quella dei diritti LGBT e il traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Ne sono prova le numerose udienze concesse con grande cordialità a personalità della Sinistra progressista, insieme all’entusiastico sostegno delle loro campagne e vittorie elettorali. Non dovrebbe essere stato risparmiato a tali pressioni, prima che abdicasse dalla propria carica, nemmeno papa Ratzinger, che in ante-prima ha parlato di “cristianizzazione del progetto mondialista”, senza condannarlo come anticristiano, tanto è che nel discorso di fine anno del 2006 il Presidente Napoletano ha potuto affermare davanti agli italiani: “C’è sintonia fra me e il papa Benedetto XIV nel sostenere un Nuovo Ordine Mondiale”.
Il resto è storia, nel senso che diventa superfluo cercare prove nascoste per mostrare di quanto papa Bergoglio sia stato estremamente accondiscendente all’agenda progressista, accettando perfino di prendere la parte del regime comunista di Pechino nell’emergenza delle persecuzioni dei cristiani e la violazione dei diritti umani in Cina, recitando al contempo una stucchevole compassione verso gli emigranti africani, inginocchiandosi e baciando i loro piedi. Con la pandemia, la chiusura delle chiese e la sospensione della celebrazione delle messe è stata tempestiva, prima ancora che le autorità governative imponessero il lockdown nazionale, a cui sono seguiti una serie di dichiarazioni e azioni in piena sincronicità con il regime pandemico: la promozione dei vaccini senza riserva come un “dovere morale” per ogni cristiano; l’introduzione del passaporto sanitario in Vaticano, nelle scuole cattoliche e in alcuni seminari; la proibizione ai vescovi di pronunciarsi contro l’obbligo vaccinale; e non per ultimo, l’appello del Papa secondo cui “dobbiamo ritrovare la speranza e fidarci della scienza”.
Per quanto la Santa Sede si sia trasformata nella migliore tribuna propagandistica del nuovo Ecumenismo vaccinale, bisogna comunque riconoscere che è un’altra la sede originaria della Nuova religione. E’ la Johns Hopkins University – il centro non solo di inimmaginabili sperimentazioni bio-sociali e gravitanti interessi finanziari, ma di tutto ciò che sta per diventare parte della nuova visione del mondo, il faro che guiderà l’amorfa società occidentale, e forse l’intero globo, verso il futuro. Nella JHU si gestiscano tutti i dati dall’inizio della pandemia (e anche prima del suo inizio), ma non solo: lì si costruiscono le nuove categorie ‘teologiche’. Per esempio, la categoria “recovered” (guariti e dimessi) è stata sostituita con “dosi di vaccino somministrate”. Questo fa pensare che la guarigione dalla infezione virale non sarà più auspicabile come condizione, non interesserà più a nessuno, e che sarà presa in considerazione solo la vaccinazione. Nella “economia vaccinale” non ci saranno più persone sane e persone guarite, perchè gli algoritmi conteranno solo dosi di vaccini e vaccinati, ai fini di introdurre e ricucire a ogni status personale un nuovo irremovibile dogma – quello della permanente penitenza sanitaria, sorvegliata dalla tecno-inquisizione.
Zory Petzova
07 Settembre 2021
1 comment
Sei incredibilmente ottimista a pensare che qualcuno in futuro possa avere l’opportunità di illuminarci su qualsiasi cosa, la disarmonia attuale non potrà che peggiorare e new age a parte , quando gli equilibri già precari che ci danno l’opportunità di essere qui ora verranno meno , il castello di carte messo in piedi da pochi millenni di storia umana crollerà come già successo in ere a noi non note…Non so se noi faremo in tempo ad assistere a tale scempio…spero di no, ma comunque il sentiero è tracciato! Tutto sommato mi aspettavo un accelerazione in tal senso, ma non credevo arrivasse cosi presto ed in modo cosi repentino, del resto siamo troppi ormai e sostenere una crescita cosi esponenziale su una superficie non infinita è impossibile….la conseguenza è inevitabile! Che dire di tutto ciò…..abbiamo fallito? In realtà non sono sicuro ci sia un ideale di società , forse il banco prova non era per l’intera “razza umana” ma bensì per i singoli che la componevano e che avrebbero poi dato vita ad un intero coeso in caso di esperimento riuscito, se mi passi il termine. Io dal canto mio mi sono impegnato e ora anche se ho tirato i remi in barca mi reputo fortunato ad aver capito di non aver certezze …..certamente non è un gran traguardo, ma almeno ho smesso di perseguire ideali divisivi che sono il pane dei potenti! grazie e stammi bene!